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mercoledì 4 maggio 2016
LA CITTA DEVE SAPERE - PUBBLICATO SULLA FRECCIA NEL FIANCO
Quello che scrisse la consigliera comunale Maria Limardi, all’atto delle sue dimissioni dalla carica durante l’allora giunta Giudicianni, costituisce una pietra miliare, un punto fermo dal quale non si può prescindere se si vuole avere ben chiara la storia di questa città, con tutti gli annessi e connessi di scempi, devastazioni e inettitudine messi in campo nei venti anni tra la fine dei Novanta e il 2010.
Ella, con precisione certosina, giunse a elencare il “nulla” messo in campo da Giudicianni & Co.
sui seguenti argomenti:
1 - STRISCE BLU
2 - VERDE PUBBLICO
3 - MULINO PARISI
4 - MULINO BUFFOLANO
5 - PALAZZO SCHIAVONE (ALLOGGI PARCHEGGI)
6 - PIANO CASA
7 - PALAZZO MARIOTTI
8 - RIVALUTAZIONE CENTRO STORICO
9 - TRIBUNALE
10 - OSPEDALE
11 - MUTUI E DEBITI FUORI BILANCIO A PIÙ NON POSSO
12 - EX TABACCHIFICIO
13 - EX ITALTEL
14 - STU – VIA OLANDA
15 - RILANCIO ATTIVITA’ PRODUTTIVE
16 - PUC
17 - PUT
18 - PIANO SICUREZZA
19 - TRASPARENZA AMMINISTRATIVA E PUBBLICITA’ DEGLI ATTI
20 - ANCORA NON ABBIAMO UN SITO COMUNALE DA CUI SI POSSONO ATTINGERE TUTTI GLI ATTI
21 - DIRIGENTI APPERTENENTI SOLO AD AMICI
22 - INCARICHI E CONSULENZE ATTRIBUITI PER TENERE LA POLTRONA
23 - NOMINA DI CITY MANAGER IN CONTRASTO LEGGE
24 - DIRITTO D’ACCESSO OSTACOLATO AI CONSIGLIERI DI MINORANZA
25 - AMPIA PARTECIPAZIONE NEGATA (PASTI GIA’ COTTI)
26 - CRONACHE LOCALI PIENE DI ATTI DI CECITÀ, RAGGIO CORTO - ANZI CORTISSIMO - E LITIGIOSITÀ
27 - REGOLAMENTO REFERENDUM POPOLARE
28 - OCCUPAZIONE DI POTERE E POLTRONE = SPARTIZIONE DI POSTI DA OCCUPARE, PESANDO GLI INCARICHI IN BASE A COMPENSI ED IMPORTANZA (TENERE NUMERO LEGALE)
29 - COMMISSIONI CONSILIARI = MIRIADE DI REGOLAMENTO SCRITTI DA ALTRI CHE HANNO SFARFALLEGGIATO IN
SEDUTE CONSILIARI PIENI DI REFUSI PER SUPERFICIALI COPIATURE DI ALTRE REALTÀ (ACCADUTO IN TANTE OCCASIONI)
30 - COMMISSIONE EDILIZIA INTEGRATA
31 - INCARICHI UFFICIO TECNICO A IOSA
32 - PROGRESSIONI VERTICALI
33 - CONCORSI AD PERSONAM
34 - NOMINE REVISORI PER TENERE IL NUMERO LEGALE
35 - NOMINE NUCLEO VALUTAZIONE IDEM
36 - ATTRIBUZIONE DI INCARICHI LEGALI IDEM
37 - RIDUZIONE SPESE PERSONALE
38 - PATTO DI STABILITA’ NON VALIDO SOLO PER S.MARIA C.V. ED CON ELARGIZIONE INCENTIVAZIONE E STRAORDINARIO A PIU’ NON POSSO (VEDI DETERMINE)
39 - FESTE, SAGRE, GITE, E PANZAROTTI
40 - CONTRIBUTI A TUTTI GLI AMICI ED AGLI AMICI DEGLI AMICI
41 - CAMBI DI CASACCHE A VOLONTA’
42 - CAMBI GIUNTE CON ANDIRIVIENO DI ASSESSORI ANCHE VOTATISSIMI
43 - ASSESSORATI TENUTI DA TALUNI IN PRECEDENTI MANDATI CONSILIARE E RIASSEGNATI PER TENERSI BUONO QUALCUNO
44 - OCCUPAZIONE GIOVANILE – SPORT
45 - EDILIZIA SCOLASTICA
46 - MANUTENZIONE O RIFACIMENTO STRADE (VIA MERANO SI)
47 - CAMPO SORBO
48 - CDR ATTUALE STIR
49 - SOCIETA’ A COMPARTECIPAZIONE COMUNALE PASSIVE ED INESTISTENTI
50 - UFFICIO UNICO DI SPESA
51 - ANCORA NON CAPISCO IL SENSO SE OGNI SETTORE CONTINUA A COMPRARE PER I FATTI SUOI CARTA , TONER, SOFTWARE, P.C. STAMPANTI, ECT (Vedi Determine) MA SI CONOSCE CONSIP E MERCATO ELETTRONICO ON LINE
52 - CONTENIMENTO SPESA PUBBLICA.
“La lista è ancora più lunga”, diceva la Limardi, “ma preferisco soffermarmi su un argomento che più mi sta a cuore ed è il SOCIALE CHE E’ STATO GESTITO SOLO CON FAVORITISMI. NULLA E’ STATO FATTO: BUONI SPESA DA MISERIA; GITE E GITARELLE SENZA SENSO (SI POTEVANO UTILIZZARE I SOLDI DIVERSAMENTE); ASSISTENZA ANZIANI SOLI ED ALLETTATI; SOSTEGNO ECONOMICO AI NUOVI POVERI PERCHE SONO TANTI CHE NON ARRIVANO ALLA SECONDA SETTIMANA DEL MESE O CHE HANNO PERSO IL LAVORO; ALLOGGI PER CHI NON HA I SOLDI PER UN PASTO QUOTIDIANO E FIGURIAMOCI PER PAGARE UN AFFITTO; INCARICHI PERO’ UFFICIO PIANO SEMPRE ATTRIBUITI E RETRIBUITI; ASSUNZIONI INFINITE A TEMPO INDETERMINATO PER I “FEDELISSIMI”; SUPPORTO ECONOMICO SANITARIO - PAGAMENTO TICKET – IMPOSTO DAL PRESIDENTE CALDORO PER RISANAMENTO SANITA’; E POI E POI…”.
Ecco, all’atto dell’insediamento del governo Di Muro (dopo la parentesi commissariale), il quadro era esattamente questo: una eredità pesantissima, causata da decenni di malgoverno, di speculazioni, di saccheggi, di cemento selvaggio, di debiti e spese folli, di lobby e consorterie, che avevano distrutto quanto costruito nei quarant’anni precedenti.
Questi piccoli uomini non avrebbero mai potuto comprendere quello che noi volevamo e ancora vogliamo, come per esempio l’allargamento dei confini dell’attuale territorio comunale fino a ricomprendere una porzione del Tifata, una parte di Sant’Angelo in Formis e di San Tammaro, in modo da ricostituire il territorio dell’antica Capua, magari giungendo anche a un accorpamento dei Comuni di Santa Maria Capua Vetere e Capua, in modo da dare respiro al turismo, al commercio, all’impresa e rilanciare il lavoro che non c’è. Né avrebbero mai permesso che ripristinassimo il doppio senso di marcia in viale Giovanni Paolo I, o risolvessimo la questione di Campo Sorbo o ci battessimo per il recupero urbano del rione Iacp. Dinanzi alla devastazione prodotta da costoro, a questa montagna di indecenze commesse da quelli che oggi si cambiano di veste e provano a riproporsi come verginelle inviolate, tentando ancora una volta di ingannare i sammaritani solo per perseguire i loro interessi affaristici e personalissimi, nessuno avrebbe potuto – a meno che non fosse dotato di bacchetta magica e superpoteri – risolvere tutto in pochi anni. Quella terribile eredità – della quale bisogna ringraziare, ognuno per la sua parte, i vari Iodice, Giudicianni, Campochiaro, Valiante, Leone e compagnia bella – ha pesato gravemente sull’attività dell’amministrazione comunale guidata da Biagio Di Muro, che si è trovato di fronte a un groviglio di porcherie e di melma, nelle quali ha dovuto mettere le mani per cercare almeno di avviare a soluzione alcuni punti fondamentali. Sarebbe stato impossibile per chiunque risolvere tutto in una volta, ma soprattutto sarebbe stato impossibile per chiunque governare avendo un bilancio ridotto al lumicino a causa dei tagli dei trasferimenti dallo Stato, della crisi internazionale e degli sprechi messi in atto nei venti anni precedenti dalle varie giunte ispirate da Campochiaro. Ciò nonostante, il sindaco Di Muro è riuscito a salvaguardare le casse del Comune da un dissesto che sarebbe stato inevitabile se si fosse continuati a scendere lungo la china segnata dai suoi predecessori. E non è senza rilievo il fatto che Santa Maria Capua Vetere è oggi tra i pochi Comuni della provincia di Caserta e della regione Campania ad avere un bilancio sano e trasparente. Gli stessi personaggi che hanno messo in ginocchio la nostra amata città, coloro che nel 2011 sono stati sconfitti sebbene avessero il sostegno dei poteri forti e dei loro amici casalesi, oggi hanno abbindolato quattro straccioncelli della politica per prendersi una rivincita su Biagio Di Muro e su tutti coloro che avevano schiacciato le mele marce, respingendo con forza l’invasione del malaffare portato in città dai Cavalli di Troia che oggi si ripropongono come il rigurgito di un neonato. Quei quattro straccioncelli della politica hanno resuscitato una minoranza che fremeva impaziente e hanno bloccato la rinascita della città, pensando che la gente possa dimenticare chi sono i veri colpevoli del disastro: quella “cucina” di stampo casalese di cui parlava il procuratore Lembo. Il gruppo dei sostenitori di Biagio Di Muro ha avuto il grande merito di aver cacciato i saccheggiatori e le mele marce nel 2011. Il sindaco Di Muro ha avuto il grande merito di governare la città senza farla cadere nel baratro nel quale la stavano portando i vari Giudicianni, Campochiaro, Leone e Valiante. Non ha potuto attuare che parzialmente il programma elettorale solo perché le porcherie lasciate dai suoi predecessori erano troppo grosse da poter essere risolte in poco tempo (debiti della Stu, consulenze legali a novantenni, danni alla Principe di Piemonte, Palazzetto dello Sport, razzie nell’istituto Santa Teresa, solo per citare alcune “perle”) e perché la crisi internazionale ha lasciato il Comune senza le necessarie risorse dallo Stato. Già solo per questo, i cittadini dovrebbero essere in grado di comprendere da che parte si trova il giusto e da che parte si trova il marcio: dubbi non ce ne possono essere. Chi ha fermato Biagio Di Muro ha fermato la rinascita della città, ma per fortuna solo temporaneamente. Noi siamo vivi e vegeti e ci batteremo: i casalesi non torneranno, gli affaristi non torneranno, le lobby e le consorterie non torneranno, i palazzinari non torneranno, i poteri forti non torneranno. Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi quattro anni e mezzo è che dei pezzenti non c’è da fidarsi: saranno sempre pronti a vendersi per un piatto di pasta e patate, ma stavolta resteranno a digiuno!
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