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lunedì 8 marzo 2010

Per non dimenticare

Riproponiamo un articolo scritto da Gianluigi Guarino il 4/12/2008 dove viene spiegato perfettamente grazie a chi "I tre dell'Apocalisse " hanno potuto far rilasciare il permesso a costruire il Centro Commerciale nell'area dell'Ex Tabacchificio
Vi invitiamo a porre una particolare attenzione su questo passo dell'articolo: " E il fatto che questo ed altri simili progetti, già in nuce durante l’Amministrazione Chirico-Iodice, non siano mai stati cestinati, lo prova la richiesta di un parere avente ad oggetto:” Insediamenti commerciali in zone “D” del P.R.G. vigente” al dirigente regionale del settore regolazione dei mercati (Area generale di coordinamento sviluppo economico) dott. Califano, da parte dell’ ing. Roberto Di Tommaso, che, coadiuvato da un gruppo di consulenti esterni (oramai comunemente soprannominati “i quattro saggi”), guida l’ufficio tecnico" sammaritano.
Il dr. Califano , dirigente che rilasciò quel parere che ha permesso di concedere un ( a nostro avviso ) illegittimo permesso a costruire, altri non è che il suocero dell'Avv. Antonio Mirra attuale candidato alla provincia per il P.D. ex Assessore della Giunta Iodice.

Vi invitiamo a ricordarvene quando andrete a votare



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Centro commerciale al posto del tabacchificio, i tre dell'Apocalisse ci riprovano. Questa volta con gli imprenditori dell'agro aversano
Politica & speculazione. Ecco come un funzionario della Regione ha piegato la normativa alle esigenze della triade Giudicianni - Castaldo - Natale. E l'assalto alla diligenza è bello e che pronto alla faccia della crisi dei piccoli esercenti locali.

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Nell’ormai immobile S. Maria C.V. anche le lancette dell’orologio sembrano essersi fermate : un anno fa, circa, i commercianti della città del Foro erano in agitazione a causa dell’imminente rilascio, da parte dell’Ufficio Tecnico comunale, della concessione per la realizzazione di una struttura, di fatto assimilabile a centro commerciale, nell’area dell’ex Tabacchificio che avrebbe aggravato la crisi di un settore già fortemente prostrato dall’’incontrollata e sconsiderata proliferazione di grandi strutture commerciali nell’intera Provincia di Caserta.
A distanza di un anno le stesse preoccupazioni tornano ad affliggere gli operatori commerciali sammaritani. E’ di queste ore, infatti, la notizia che l’Amministrazione dei commercialisti –intermediari” si appresta a rilasciare quella stessa concessione che fu rifiutata un anno fa, grazie alla intransigente presenza di Marciano Schettino, al tempo assessore, che vigilava sulla legittimità degli atti posti in essere dagli uffici competenti.Biagio Di Muro, a sua volta assessore ai Servizi sociali, che di quella poltrona, checché la vulgata ormai stucchevole e datata di S.Maria continua a sostenere in relazione alle azioni di questa famiglia, se ne disinteressò di fronte all'esigenza di far valere un patto di amicizia, lealtà e onore politico. Rifiuto che provocò la revoca e il siluramento del medico sammaritano, e le conseguenti dimissioni di
I vari progetti di “centri commerciali”, tanto cari ad alcuni intermediatori e commercialisti, sono stati fino a ieri bloccati perché l’unico atto di giunta, seppure di solo indirizzo, che riuscì, faticosamente, a far passare la” vittima designata” prima di essere sacrificata sull’altare di discutibilissime intenzioni di sindaco, assessori e di alcuni consiglieri è stato ritenuto dal T.A.R., immediatamente invocato, su spinta del progettista ing. Carlo Raucci , dall’allora proprietario Malatesta, ( che pare detenga attualmente solo il 10% del pacchetto azionario, mentre il restante 90% sarebbe detenuto da un gruppo di imprenditori dell’agro-aversano) , non impugnabile.
Il progetto relativo all’area del dismesso tabacchificio, reso ancora più appetibile dall’imminente apertura del casello autostradale, provoca nei cittadini sammaritani una particolare indignazione visto che la maggior parte di quella superficie (circa 60.000 mq) fu acquistata negli anni ’50 dal Comune e donata all’Azienda Tabacchi Italiani con la precipua condizione che questo fosse utilizzato in modo da occupare il maggior numero possibile di lavoratori.
E il fatto che questo ed altri simili progetti, già in nuce durante l’Amministrazione Chirico-Iodice, non siano mai stati cestinati, lo prova la richiesta di un parere avente ad oggetto:” Insediamenti commerciali in zone “D” del P.R.G. vigente” al dirigente regionale del settore regolazione dei mercati (Area generale di coordinamento sviluppo economico) dott. Califano, da parte dell’ ing. Roberto Di Tommaso, che, coadiuvato da un gruppo di consulenti esterni (oramai comunemente soprannominati “i quattro saggi”), guida l’ufficio tecnico sammaritano.
Il neo dirigente, proveniente dagli stessi ambienti ecclesiastici (Opus dei e dintorni) dell’assessore Castaldo , non ha potuto o voluto, fino ad oggi esaudire i desideri del trio Castaldo-Natale- Giudicianni a causa di quell’unico atto di Giunta che l’assessore Schettino riuscì a far approvare prima di essere esautorato.Si tratta della Delibera n. 2 del 7/1/2008 nella quale si richiama l’attenzione degli uffici competenti alla corretta interpretazione ed applicazione dei regolamenti comunali e delle vigenti normative in campo urbanistico nel rilascio delle concessioni edilizie; in particolar modo si fa rilevare che in base all’art. 28 delle Norme Tecniche di Attuazione del vigente P.R.G “Le zone industriali D e D-PIP sono riservate esclusivamente a edifici e impianti di carattere industriale e artigianali ed attrezzature mercantili, magazzini all’ingrosso, capannoni e simili, con esclusione di quelle attività che dovessero per qualsiasi ragione recare molestia ed essere comunque pregiudizievoli alle residenze vicine…”. sono da escludere, espressamente, in tali aree, attività produttive diverse da quelle industriali ed artigianali, potendo prevedere al più attività commerciali all’ingrosso. Insomma, una vera e propria forma di tutela contro ogni prurito speculativo.
A rafforzamento di quanto già espresso in consiglio, nella delibera viene riportata una recente sentenza del Consiglio di Stato che, nel chiarire i rapporti intercorrenti tra piano regolatore generale e Strumento integrativo delle attività distributive, sottolinea tra l’altro : “la necessità che, anche ai fini del rilascio dell’autorizzazione commerciale, venga attentamente considerata la conformità del nuovo insediamento ai vigenti parametri urbanistici,” e che, in ogni caso, “ non si possa prescindere dalle destinazioni d’uso previste dal P.R.G. e relative N.T.A. o nei piani attuativi e nei regolamenti edilizi.” (Consiglio di Stato, Sezione IV, sentenza 08 Giugno 2007 n. 3027). Pochi giorni fa , in barba ai competenti organi amministrativi, un gongolante Giudicianni , affiancato dal suo ispiratore Castaldo, annunciava l’imminente nuovo insediamento commerciale. Il gruppo dei commercialisti e mediatori, che sostiene l’Amministrazione sammaritana, è sicuro che Di Tommaso si convincerà, finalmente, a rilasciare il tanto agognato e discusso permesso a costruire, proprio sulla scorta di quel parere rilasciato dal Dott. Califano, il quale pur non avendo alcuna competenza nel settore urbanistico, e negando sorprendentemente anche il significato letterale dell’art. 28 delle norme tecniche di attuazione del P.R.G. (già sopra menzionato) si pronuncia in favore “della compatibilità e conformità delle aree industriali con la funzione commerciale in ordine a quanto disposto dal PRG vigente del comune di S. Maria Capua Vetere.” Lo stesso dirigente regionale aggiunge, ricalcando pareri di "mazzottiana memoria", per rafforzare la propria tesi una personale interpretazione dei criteri applicativi del D.L.g.s 114/1998, espilicitati nell’ambito della Conferenza unificata Stato-Regioni Enti locali. Egli, tralasciando una pur significativa parola e cioè quell’”esclusivamente” che precede l’elencazione delle attività cui le aree industriali sammaritane sono destinate, ritiene si possa riscontrare una genericità di funzioni delle suddette zone industriali che aprirebbe anche alla possibilità di insediarvi attività commerciali al dettaglio. Il dott. Califano , poi , non contento , da esperto urbanista si trasforma anche in giurista e rappresenta che : “la Delibera di Giunta n. 2 del 7/1/2008 va intesa come “l’espressione di una volontà di operare una variante al SIAD e non certo un richiamo alla interpretazione autentica delle norme urbanistiche comunali”, con la conseguenza che la stessa, quindi, per poter produrre effetti deve seguire l’iter procedimentale proprio delle modifiche del Siad ( passaggio al vaglio del Consiglio Comunale , ottenimento del visto di conformità della Regione e relativa pubblicazione sul Burc ). Sorprendente conclusione del Parere in oggetto ? Nelle zone industriali del vigente piano regolatore generale sono possibili gli insediamenti commerciali al dettaglio sulla scorta dell’ assimilazione tra funzione produttiva e commerciale. (Mazzotti docet, vedi Pick Up, Eurospin, Decò)
Al di là delle palesi difformità lessicali riscontrabili tra quanto asserito nel Parere redatto dal dirigente regionale, rispetto agli attuali strumenti urbanistici di S. Maria C.V., un interrogativo spontaneo nasce dalla sua lettura : “perché mai un dirigente napoletano dovrebbe stravolgere in tal modo l’ interpretazione normativa, che interesse potrebbe mai avere nelle vicende sammaritane? Nessun arcano, la risposta è semplice e facilmente riscontrabile: il Dirigente in questione è tutt’altro che napoletano, vanta in realtà una origine sammaritana nonchè parentele e amicizie con vari esponenti politici e professionisti sammaritani. A questo punto vorrei rivolgere una domanda e contemporaneamente un consiglio al “timorato” ing. Di Tommaso: quale validità giuridico- amministrativa riveste il parere di un dirigente regionale rispetto all’opinione di un qualsiasi altro dirigente di un Ente Pubblico? Mi permetto anche, presuntuosamente, di anticipare una ovvia risposta a tale quesito: Nessuna!
La responsabilità in merito al rilascio del permesso di costruire il centro commerciale, seppur camuffato e modificato in centro polifunzionale, in una zona esclusivamente destinata ad attività industriale è e sarà totalmente sua, caro Ing. Di Tommaso, nessun parere, sia esso ,rilasciato anche dal più grande luminare dell’urbanistica, la solleverà dalle responsabilità del suo ruolo.
Prima di avviarsi su di una strada dubbia, le consigliamo di pensare soprattutto all’interesse concreto dei suoi concittadini, che fa a pugni sia con quanto più volte espresso dal suo Sindaco sia con il cambio di rotta del consiglio comunale, che ha smentito spudoratamente quanto già deliberato. Si chieda quali strani motivi, hanno spinto quegli stessi consiglieri che chiedevano le modifiche del SIAD a permettere lo stravolgimento di quanto da loro stessi deciso all’unanimità in Consiglio solo un anno fa.
Perché, non avendo alcun interesse personale in questa vicenda, i consiglieri comunali remano contro i desideri dei loro stessi elettori?
Perché chi ha vinto le elezioni comunali – proprio utilizzando come cavallo di battaglia la non fattibilità di un centro commerciale in via Galatina – è stato cacciato fuori dalla maggioranza?
Perché chi ha perso le elezioni, riabilitato impropriamente e in spregio del verdetto del popolo sovrano, dal ribaltone politico, può portare avanti programmi bocciati dai cittadini che hanno nelle urne espresso la loro volontà, implicitamente, ma in virtù di un mandato che è nominale, ma anche programmatico, anche su quale doveva essere la destinazione urbanistica dell’area di cui ci si interessa?
g.g.
giovedì 4 dicembre 2008

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