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martedì 16 marzo 2010

Corre voce che a S.Andrea si respira un' aria vecchia", più precisamnete "una puzza vecchia".


Pubblichiamo una lettera inviataci da un cittadino allarmato dall'ipotesi di una riapertura della Industria conciaria nel rione S. Andrea.

"Corre voce che a S.Andrea si respira un aria nuova, nuova per così dire, sarebbe meglio dire "si respira un' aria vecchia", più precisamnete "una puzza vecchia".
Sì avete letto bene "una puzza": quella dell'Industria Conciaria Volturno.

Ebbene se dopo mille accordi, mille incontri e la decisione da parte della proprietà di chiudere ( suo malgrado) l'insediamento produttivo per far sì che si iniziasse a respirare per davvero un aria nuova e si iniziasse ad agire rispettando le leggi sulla salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica, ci siamo accorti, nostro malgrado, che l'oramai famosissima conceria ha riaperto i battenti (o sta riaprendo) i battenti.
Lo sta facendo nell'ombra, infatti per chi di dovere risulta chiusa, e nel silenzio di forse sa e fa finta di nulla.
A chi mi riferisco? Forse alla nostra benamata amministrazione comunale.
Fatto sta, che un piccolo gruppo di ex lavoratori della conceria si sarebbe riunito in una cooperativa per iniziare a produrre di nuovo, il tutto con il bene palcido della vecchia proprietà che, secondo accordi pressi, fornirebbe il materiale da lavorare senza alcuna responsabilità nè civile nè penale.
Ed i nostri amministratori che fanno? Pensano al piano casa e a come edificare il più possibile. mi chiedo: sarebbe meglio e più gratificante pensare, giusto un pò, alla salute pubblica ? o si chiede troppo."
Un residente di S. Andrea preoccupato della propria salute

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