
Gianpinocchio colpito e affondato starnazza come una “papera”impazzita e non riesce a rendersi conto che è stato scacciato, esonerato, licenziato, buttato fuori e cerca di attaccarsi a presunte mancanze formali laddove c’è una sostanziale dichiarazione di sedici consiglieri redatta davanti ad un notaio che lo manda fuori dalle p…orte del Municipio.
Nelle sue scomposte e rancorose dichiarazioni, afferma, accusando tre consiglieri, che il loro voto di sfiducia è dipeso dal fatto che pretendevano un posto di lavoro per i propri congiunti. Dichiarazioni risibili e, tra l’altro, indicative del tipo di “maggioranza politica” che, se fosse vero, Gianpinocchio aveva costruito, volta per volta, attraverso i continui ribaltoni.
Consentitemi di fare qualche considerazione: se questi tre disgraziati (politicamente parlando, s’intende) si sono decisi a ribellarsi(e uno di loro ci rimette un appannaggio sostanzioso) qualche motivo, lo avranno pure avuto, che vi pare? Proponiamo delle ipotesi;
1) se queste richieste sono state fatte, possono essere il prezzo offerto, dal sindaco espulso, per un cambio di casacca, oppure per conquistare il consenso necessario per l’ultimo ribaltone ed in questo caso tocca ai magistrati verificare se ci sono gli estremi che consentono di configurare il reato di voto di scambio
2)Può darsi, che i tre consiglieri, dopo aver saputo che il sindaco, da loro aiutato a conquistare la poltrona di primo cittadino, all’insaputa di tutti aveva trasferito la carica di Presidente della STU (che lui deteneva prima di essere eletto sindaco, insieme agli emolumenti) alla cognata che abita a Pozzuoli ( che non ci azzecca niente con la politica e con la città) e non abbiano gradito.
3)Può darsi, che dopo aver appreso che Gianpinocchio per tredici anni non ha avuto il contratto per le forniture idriche, pur usufruendo del prezioso liquido, mentre loro pagavano il canone per la fornitura, li abbia indispettiti, com’é possibile che sia la naturale reazione alla tracotanza della gestione, sempre più personalistica del trio della conceria, vale a dire “Campochiaro, Giudicianni e Castaldo” ad averli, in un sussulto di ritrovata dignità, determinati a scrivere la parola fine ad un' assemblea consiliare che sarà ricordata, per colpa di pochi elementi, come la più squallida della storia cittadina.
Donato Di Rienzo
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