Dopo il processo di primo grado per le mazzette all’Eurospin di Santa Maria Capua Vetere e le condanne degli imputati, la vicenda non è affatto chiusa dal momento che gli atti relativi ad un altro aspetto, non meno inquietante della vicenda, sono stati inviati all’ufficio del Pubblico Ministero per ulteriori indagini ed accertamenti.
E proprio in quest’ottica, l’altro giorno sono stati sentiti in Procura, alcuni dipendenti dell’ufficio tecnico comunale nella qualità di persone informate dei fatti relativamente alla concessione edilizia rilasciata per la costruzione della struttura commerciale sita in via Galatina nei pressi dell’uscita dell’ autosole. Sull’esito degli interrogatori, nessuna indiscrezione, ma questa fase istruttoria fa capire che i giudici sono convinti che una dazione di tangenti vi potrebbe essere stata a favore di personaggi politici locali. Quindi, nessun millantato credito, né una tangente ad un gruppo camorristico della zona, come hanno sostenuto i due condannati, ma semplicemente una bustarella data da chi a chi per accelerare la pratica. E su questo punto della intricata vicenda si stanno accentrando le indagini della Procura che ha prelevato tutto l’incartamento relativo al rilascio della concessione incriminata.
Il processo, come si ricorderà, si è chiuso con la condanna a quattro anni per i due imputati accusati di corruzione, ma i giudici sono convinti che parte della somma versata per la costruzione della struttura commerciale sia stata utilizzata per oliare alcuni ingranaggi presso il comune di Santa Maria.
La vicenda ha origine nel 2006 quando il dirigente l’ufficio tecnico comunale dell’epoca, Maurizio Mazzotti, concesse un pre parere favorevole alla costruzione, poi cambiato il dirigente, l’architetto Telia Frattolillo, avvalendosi del parere di un legale di fiducia negò la concessione che successivamente fu rilasciata dall’ingegnere Antonio Ruberto che subentrò alla Frattolillo. Da qui nasce anche il secondo filone del processo Eurospin che potrebbe riservare ulteriori clamorosi risvolti. I giudici vogliono vederci chiaro dal momento che nel corso del processo sembra sia emersa una pista eccellente che potrebbe portare a individuare un preciso comitato d’affari che avrebbe potuto gestire ed indirizzare a suo piacimento le scelte di natura tecnica relativamente a questa vicenda della quale si è parlato perfino in consiglio comunale tanto che gli atti di quella seduta furono inviati alla Procura che poi intervenne sequestrando copioso materiale sulla vicenda.
Antonio Tagliacozzi
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