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Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv

venerdì 5 agosto 2011

Il calzolaio va in giro con le scarpe rotte , il barbiere con la barba incolta e i Giudici….

Chi svolge un determinato lavoro trascura solitamente di esercitare la sua attività e competenza per propria utilità personale contingente .. Questa sorta di incuria , dovuta essenzialmente al fatto di giudicare superfluo un intervento ritenuto facile per la particolare abilità posseduta , è oggetto di ironia proverbiale.
Questa sembra la sorte riservata agli Uffici giudiziari di S.Maria C.V. allocati -ora in ambienti di proprietà di Nicola Cosentino inquisito per “concorso esterno in associazione camorristica” - ora in capannoni industriali che , per poter essere adibiti a Ufficio avranno bisogno di una nuova destinazione urbanistica, di proprietà della Geprom s.r.l. di Antonio Pellino di Orta di Atella destinatario di un decreto di sequestro di alcune concessioni edilizie. Il certificato di destinazione urbanistica è una garanzia per l'acquirente, che può visionare le possibilità di intervento sull'immobile. Quale cittadino comprerebbe, affitterebbe per adibirlo a dimora e abiterebbe, un appartamento destinato ad ospitare un Ufficio? Sarebbe quantomeno un incauto acquisto.
Purtroppo, però, succede anche questo nella nostra città e nonostante il gran numero di immobili sfitti , non più utilizzati che, per l’occasione, potrebbero essere riattati , la presenza di grandi aree industriali dismesse, l’Autorità Giudiziaria troverà sistemazione in edifici di proprietà di personaggi chiacchierati individuati, si dice, dal Commissario Prefettizio sentito il parere dei rappresentanti della Magistratura . Un poco come se un alto prelato fosse obbligato dalla chiesa a celebrar messa in una casa d’appuntamento.
Certo i giudici , operosi nell’evidenziare l’inidoneità dei locali ove svolgono attualmente il loro ruolo, non potevano rendersi conto della natura del loro futuro collocamento presi come sono dall’esame delle carte sequestrate (tempo addietro) presso l’Ufficio tecnico della precedente Amministrazione cittadina, dagli incendi improvvisi e sospetti di alcuni immobili, dal sequestro (postumo) di alcuni cantieri ove si è presumibilmente costruito in frode alla normativa edilizia, dalla repressione dei reati ambientali (!!?),dalla discutibile e discussa edificazione di Centri Commerciali, ecc., ecc. Ci siamo, però, qui noi a renderli edotti.
Duro lavoro il loro che merita riconoscimento. Non possiamo tediarli con la preoccupazione di perdere il Tribunale, che, in mancanza di locali, potrebbe spostarsi “momentaneamente” a Caserta in attesa di sistemazione definitiva. Nel nostro Paese le emergenze destano sempre qualche preoccupazione perché si trasformano , con il tempo, in quotidianità e perdere il Tribunale sarebbe la stoccata finale ad un città già privata di due poli produttivi , individuata come discarica della Provincia di Caserta e dormitorio dei paesi vesuviani.
Certo non possiamo attribuire alla Magistratura compiti non suoi. Ovunque trovi posto si dovrà occupare esclusivamente di amministrare la Giustizia. O no? Finora, infatti, l’opposizione di gran parte della classe forense ad un trasferimento del Tribunale ha messo in risalto l’eloquente silenzio dei Giudici. Per loro Caserta o S.Maria C.V. sono la stessa cosa come condannare chi ruba per sfamarsi e chi lo fa per arricchirsi. E’ giusto che sia così.
Quanti di loro rischiano la pelle per esercitare niente altro che il loro mestiere. Onore al merito. Tuttavia ciò non ci esime dal riconoscere che una parte non esigua versa , invece, in tutt’altra condizione.
Qualcuno si lamentava in TV che i cittadini non sono vicini alla Legge , personalmente sono più incline a pormi la domanda opposta: la magistratura è vicina ai cittadini oppure no?
Non si può invocare la vicinanza intesa come solidarietà a senso unico separandola dal concetto di prossimità ( la minima distanza nel tempo e nello spazio).
Non si può privare di un presidio giudiziario una città definita “avamposto di Casal di Principe” .
Infine, una Magistratura vicina ai cittadini dovrebbe abitare “case di vetro” e non adattarsi in locali dalle finestre opache che non si lasciano attraversare dagli sguardi.
Gerardo D’Amore

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