Pagine

Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv

domenica 22 gennaio 2012

ADDIO YUPPIES

Ma dove sono finiti tutti quei giovani, stereotipi di manager , sicuri di sé  in giacca e cravatta dal nodo gigantesco con la scarpa color biscotto da venditore e/o appuntita come un’arma impropria?
Ve li ricordate con un telefonino sempre alle orecchie e l’altro in bella vista e un paio di borse in pelle in mano , simbolo del loro impegno e professionalità in un mondo dove tutto è calcolato , ma… , poi, non funziona niente?
    Ne vedo molti di meno per strada, anche se ancora presidiano  agenzie immobiliari ( è la divisa ufficiale) , Tribunali e pompe funebri, tutti luoghi , a dire il vero, poco ameni.
    Timidamente riprende a far capolino qualche bel maglione largo che scende su jeans non più attillati , qualche mocassino, qualche bella sciarpa nella quale avvolgersi totalmente e soprattutto il caro, vecchio passamontagna ritornato di moda anche tra i giovani e non più solo tra gli infreddoliti ultraquarantenni .
Il look del giovane di successo che si identificava con lo yes men , il promoter in carriera che aveva scoperto il tesoro , proprio in periodo di crisi economica perde fascino e, allora, sono  la poesia e la filosofia a lanciarci qualche scialuppa di salvataggio.
La concretezza della vita che non lascia spazio a sogni , i soldati del potere , tornati sconfitti dalle loro guerre personali che non li hanno arricchiti si leccano le ferite cercando rifugi lontani da occhi indiscreti, mentre, al contempo, dal cantuccio ove erano in precedenza stati ricacciati si rialzano con ritrosia i guerrieri dell’anima che da sempre rinnegano certezze, “i domatori di stelle , giullari di parole che cullano bugie e affascinano come lucciole” ( Daria D’Amore). 
    La crisi economica purtroppo è come un lavacro , porta via con sé  certezze che regnavano  appena pochi secondi prima che scoppiasse.
Si ritorna a cercare l’epicentro del terremoto dal quale si è sprigionata una potenza  costruttiva al punto da distruggere sia coloro che non erano convinti dell’idea unica di sviluppo che le genti  sottoposte a gerarchia ( disperata) , a utilizzazione strumentale , comando, prostituzione.
           Risorge quasi spontaneamente una voglia di “comunanza auto-determinata , d’autonomia singolare e comune.”   E’ come se all’improvviso apparisse il pifferaio magico , venuto a liberare la città dai topi. A dimostrazione che la poesia non è solo la menzogna di esseri policefali, multiformi, sfuggenti, ma l’ultima parola prima dell’annientamento definitivo dell’uomo (Leopardi) , rimedio originario , da cui, successivamente, prende origine la filosofia come narrazione con le sue domande.
    Allora contro il default , lo spread , e la liturgia del denaro mi torna alla mente : “passata è la tempesta : odo augelli far festa…” .
Nella crisi c’è lo sviluppo delle nuove forme di capitale, ma può esserci sviluppo anche delle nuove forme di vita che nascono diverse , ma eguali.
Diverse come lessico, come “dialetti” rispettivi, ma al contempo costituiscono sotto-insiemi di una lingua che , però, ha un’anima nel profondo del comune. “Sono eguali, quindi,sotto l’istanza della ribellione”. (O. Scalzone) .
La rivolta è stato il denominatore comune che ci ha tenuto insieme distanti dallo  “spavento senza fine” di una lunga agonia di un corpo col cervello avvelenato, che marcisce.
Poi, con il sopraggiungere della crisi ,siamo tornati a riflettere  in maniera poetica che “l’economia politica, questa scienza della ricchezza, ( che tanto ci ha illuso ) è ,ad un tempo, la scienza della rinuncia e della penuria ”(K. Marx), allora abbiamo riutilizzato alla rinfusa, raccogliendovi la nostra vita , i quattro cenci troppo frettolosamente dismessi per indossare le  giacche e cravatte imposte dalle pompe funebri.
Non li sventoleremo come vessilli, ma come gli abiti di disobbedienti , pronti a porre a tutti la domanda delle domande , poeti che descrivono “con frammenti di sospiro” le fogne nascoste della nostra civiltà e del nostro sviluppo.
Gerardo D’Amore

Nessun commento:

Posta un commento