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domenica 24 giugno 2012

IL BIZZARRO CASO DELL’AVV. PERELATI : LA CONFESSIONE SPONTANEA


Quel pomeriggio l’avv. Perelati era intento nel suo studio, nella sala riunioni con la segretaria a sistemare una quantità di fogli e appunti che riguardavano lo smaltimento dei rifiuti di una società europea, che aveva vinto l’appalto nella città. Improvvisamente suonano alla porta e mentre la segretaria si affretta ad aprire, sente la voce che domanda:”c’è l’avvocato?” alla risposta affermativa chiese con ansia di parlare con l’avvocato. Dal tono tremolante traspariva la paura dell’uomo. La segretaria lo fece accomodare nella stanza dove l’avvocato Perelati riceveva e qualche minuto dopo entrò l’avvocato. Il futuro cliente si presentò dicendo di chiamarsi Federico Limoncelli e disse di essere originario di Arpino, a quel nome l’avv. Perelati si ricordò che era la città di Cicerone e pensò…strano quanti romani sono nati tutti nella ciociaria, Caio Mario, Cesare,Germano  e così via……, ma subito ritornò alla realtà perché questo Limoncelli parlava di rifiuti, appalti, società di comodo di un suo socio Camposcuro. Ma che vuol dire? Biascicò Perelati. Vuol dire proprio quel che ho detto. Si spieghi meglio. A quel punto Limoncelli incominciò a chiarire che lui insieme ad un suo amico politico avevano creato una società per raccogliere i rifiuti, sa oggi è l’unica industria certa, aveva investito un modesto capitale. Poi un giorno il suo socio organizzò una cena e portò delle persone che vestivano con abiti eleganti, orologi costosi e parlavano di corrompere impiegati comunali, provinciali, regionali, avevano già avviato la procedura e chi si oppone lo facciamo sparire. Ottenere il prossimo appalto della nettezza urbana a S.Maria C.V. ci saremmo arricchiti a spese dei cittadini e mentre parlano consegnano una mazzetta di € 150.000,00 al mio socio Camposcuro dicendo questo è per te, per le tue cose e per dimostrarti la nostra amicizia, però alzandosi dal tavolo sotto la giacca si vedono le pistole e  andando via guardai dalla finestra del ristorante e vidi altri uomini ad aspettare con delle moto con il casco indossato i quali seguivano le macchine di queste persone affiancandole senza superarle. Ha capito avvocato! Questi sono camorristi. L’avv. Perelati lo guardava, non parlava, però  pensava “tu che credevi che chi investe nell’immondizia sia un imprenditore serio!” ma ritornò subito alla realtà e gli consigliò di andare in procura a parlare con qualche maresciallo dei carabinieri. No avvocato, ho paura voglio una protezione come fanno con i pentiti, questi mi ammazzano appena parlo, questo mio socio è un pezzo importante nella politica conosce una quantità di politici, se devo parlare deve avvenire in un posto segreto e poi gli accordi li hanno fatti, l’appalto sarà organizzato in modo tale che lo vinca la società del mio socio , lui deve prendere una tangente di € 500.000,00, per questa somma non esiteranno. Signor Limoncelli non saprei come aiutarla, solo la magistratura inquirente ha strumenti e organizzazioni per difenderla, provi ad andare là. Così mentre il cliente si avvia ad uscire,pensava che oltre aver ascoltato per due ore, non era stato pagato e prima o poi le cronache giudiziarie saranno piene dei nomi di Camposcuro e Limoncelli.
I fatti narrati sono frutto di fantasia, nessun rapporto con la realtà, la quale è sempre molto più fantasiosa degli uomini.
                                                               Michele D’Abrosca   

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