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giovedì 20 settembre 2012

IL SINDACO CONTRO MARIO TUDISCO



Non sono solito impiccare qualcuno alle parole dette e/o scritte da qualche parte, però, sono anche sensibile al punto da percepire alcune di esse come strumenti così affilati da non aver nulla da invidiare a lame da barba.
Quelle usate dal Sindaco nell’articolo pubblicato il 19/09/12 dal giornale web “interno 18”  sulle ragioni della sostituzione dell’Assessore Tudisco mi hanno fatto sobbalzare: “.ricordo all’ex assessore Tudisco che le sue condizioni fisiche gli hanno permesso di partecipare a pochissime sedute di giunta e che il suo contributo all’intera azione di governo cittadino…..”
Più volte ho pensato al loro significato , ma ho dovuto abbandonare questo terreno interpretativo perché senza sbocco e avventurarmi , invece, su quello non meno impervio della carica pubblica da cui le stesse provenivano. Evidentemente alcune persone dominano tanto bene, le discipline idonee ad amministrare la città  quanto quelle necessarie  a gestire i corpi.
In questo caso, però, reputo giusto metterli sull’avviso che si comincia distinguendo i corpi in base all’utilità che possono rendere alle strutture nelle quali sono inseriti separando, isolando la rimanente parte dei corpi che non si ritiene possano svolgere alcun ruolo produttivo e si finisce con il considerare alcuni corpi “sottoprodotti della società” , con il sentirsi minacciati da “estranei” , o da “devianti” .
La malattia non può essere inquadrata  come disordine,  pericolosa alterità entro il corpo umano e persino entro il cuore della vita.
Questa idea di negatività connaturata allo stato di malattia l’ho incontrata spesso nel corso della mia storia personale soprattutto in quelle persone che credono nella trascendenza ( o ereditarietà) del potere , in coloro che hanno trasformato città in merce, che hanno progressivamente asservito le nostre vite al lavoro e/o alla ricerca disperata di esso. 
«Si potrebbe dire che al vecchio diritto di far morire o di lasciar vivere si è sostituito un potere di far vivere o di respingere nella morte». La citazione da Foucault (La volontà di sapere, Feltrinelli, 1978, cap. V, "Diritto di morte e potere sulla vita").
La sostituzione dell’Assessore è, pertanto,  una punizione quasi al comportamento scorretto tenuto dallo stesso che non ha fatto abbastanza per non ammalarsi, abbastanza sport, abbastanza resistenza allo stress, abbastanza diete, abbastanza prevenzione.
In sintesi , se ti ammali è in gran parte colpa tua: te la sei voluta.
Nel proseguire la trattazione dell’argomento il Sindaco , poi, afferma; “….Tudisco (ma temo che possa essere stato condizionato da chi, al suo posto, avrebbe quasi assunto la veste di assessore-ombra approfittando dello stato di salute del formale incaricato)…”
In questo passo il primo cittadino ci comunica la convinzione che l’operato di Tudisco sia stato suggerito , per il periodo in cui ha ricoperto la carica, da una sorte di assessore-ombra di cui, però, non riporta le generalità.
Si può replicare che tante sono le ombre in giro che ormai non si distinguono più quelle degli assessori, da quelle dei parlamentari, dei sindaci, delle persone comuni. E’ difficile dirigerne il traffico e non credo sia capace di farlo nemmeno il capo dei vigili urbani “reintegrato per meriti industriali”. Gli apprendisti stregoni che ricoprono il ruolo di “ombre” si moltiplicano, essi sono in grado di for­nire ai potenti gli strumenti di per­suasione più raffinati.
Speriamo solo che l’ombra di un assessore non si metta in testa di pretendere la promozione per mettersi a fare l’ombra di un parlamentare o  di un Sindaco , porterebbe scompiglio, e la gente si accorgerebbe subito della sostituzione. O no? 
Personalmente so che Mario Tudisco si accompagna solitamente all’ombra proiettata dal suo corpo , lo  consiglierei , allora, di farsi vedere in giro all’ora dell’ombra più corta ( mezzogiorno) per evitare chiacchiere al riguardo.  
Le ombre più pericolose si accompagnano a personalità più complesse perché non sono quelle prodotte dal sole che illumina i corpi , ma sono di materiale solido e soprattutto  “specializzate in compiti difficili, spiegare, ad esempio, perché solo la strada sbagliata conduce alla ragione e perché solo la guerra può portare fi­nalmente la pace, solo una fase di tirannia è in grado di portare giustizia per tutti .
Perfino dal mancato rispetto di programmi politici sono capaci di distillare quella forza purificatrice che fa risplendere e predominare serenamente la virtù.
Spesso le ombre, gli apprendisti stregoni ri­mangono vittime del loro stesso ze­lo intellettuale. la massa condotta e sedotta ac­cumula tacitamente un odio che di tanto in tanto si rivolta contro di essi. C'è poco da scherzare con la gente comune, lo sa bene il povero Robespierre!
Nonostante ciò sono tan­ti quelli che sopravvivono. E molti con spiro indomito. Un attimo dopo  essere scampati alla ghigliotti­na, essere sopravissuti alla dittatu­ra del proletariato, essersi scrollati di dosso il fascismo, riesce loro - senza che per il senso comune sia­no degli opportunisti - di mettersi al servizio dell'ideologia opposta, di un'altra idea”. (Gunter Grass).

Gerardo D’Amore

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