Quello che risalta dalla storia politica amministrativa della
città è la presenza del PD. E’ del tutto inutile chiarire a tutti che il PD è
il vecchio PCI, tutti ne hanno conoscenza. Quello che stupisce è la presenza di
soggetti che provengono da esperienze politiche
e ideali politici completamente diversi, i quali non sono riusciti ad apportare nessun contributo ma hanno
subito l’asservimento politico delle loro esperienze e si sono adattati alle regole comuniste per sopravvivere. Nella
nostra città tutto iniziò con il sindaco De Pasquale , fu il primo ad aprire la
città agli imprenditori casalesi. Su questa strada hanno continuato Iodice,
Giudicianni e oggi persino Biagio Di Muro. Tutte queste amministrazioni avevano
un loro programmatore politico, il segretario cittadino. In tutti questi anni
il PD è riuscito a trasformarsi, mentre prima era il paladino dei lavoratori,
dei poveri, degli emarginati e si preoccupava di consentire a tutte le fasce
sociali deboli di ottenere una vita sociale gradevole, oggi è diventato il
paladino degli imprenditori ed in provincia di Caserta sappiamo chi sono gli
imprenditori e da quale area geografica provengono. Oggi il PD cittadino , in controtendenza con il
resto della nazione ,cerca in tutti i modi di trasformare le arre agricole in
edificabili, cerca di violentare questa città portandola da trentamila abitanti
a sessantamila e invece di costruire parchi e spazi verdi,e incentivare l’agricoltura, Il PD pensa a
soddisfare gli appetiti di Casal di Principe. Se il PD volesse davvero
scongiurare tutto questo dovrebbe fare proprio il programma dell’attuale
sindaco e proporsi esso stesso come propugnatore delle riforme di civiltà
paesaggistiche. Il resto spetta ai cittadini che ancora non comprendono che il
riscatto della città e la mancata attuazione del programma è dato dalla
quantità di voti dati al PD e sarebbe più logico dare prova di saper votare
smettendola di votare il PD.
Il portavoce delle associazioni
Michele D’Abrosca

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