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lunedì 12 novembre 2012

AMMINISTRAZIONE STRACCIONA



Questi amministratori, composti da movimenti capeggiati da Stellato, Martucci, Di Muro, con il diniego del programma sembravano avessero raggiunto il fondo. E invece seguendoli attentamente, durante la loro fase amministrativa dalla elezione ad oggi, mentre pensavamo di avere arginato una parte di quella città incivile composta da palazzinari, tangentisti e corruttori, improvvisamente si è aperto uno scenario ancora più devastante. Il sindaco oramai è un depresso politico incapace di scegliere e di decidere, perché è bastata l’alzata di voce di Martucci e Stellato e sindaco e consiglieri, suoi fedelissimi, sono ritornati in fila sull’attenti. Questa armata brancaleone  di cosiddetti manager, politici, piazzisti, intermediari, faccendieri che occupano molti luoghi di potere, sono diventati una popolazione di “affaristi” abituati ad avere sempre le mani in pasta, pronti ad afferrare ogni affare lecito e spesso illecito, veloci, rapaci, insaziabili. Questi politici che amministrano la città sono mediocri, senza coraggio, obbligano la città a perdere speranze e sogni, ritrovandosi con debiti e arretrata nei servizi e nelle infrastrutture, città senza illuminazione e strade degne di questo nome. Gli intrecci oscuri tra banche e potere amministrativi e palazzinari, in città, ci sono ben 17 banche per trentamila abitanti e nessuna industria, né artigiani, né agricoltori. La mancanza di scrupoli e di controllo da parte di dirigenti e funzionari ha consentito ad apparati dell’amministrazione di essere dipendenti pubblici e amministratori di società immobiliari nonché imprese di costruzione, il patrimonio pubblico costruito con soldi pubblici viene venduto tra privati con la buona pace dell’amministrazione comunale che rifiuta di controllare e curare l’interesse pubblico. Questa cattiva amministrazione rende urgente la proposta di nomi nuovi, di età inferiori, non è possibile che Stellato e Mattucci si ripropongono come soggetti politici per il futuro addirittura con l’intenzione di andare a Roma, sarebbe la distruzione sociale della città. Il ritorno al passato di Mattucci è anacronistico, proprio perchè ripropone una classe dirigente sulle cui spalle ricade la responsabilità di progetti politici falliti, società clientelari e di bilanci ballerini, indagini in corso. Qui in questa città è come se non fosse rilevante quello che accade nel resto d’Europa e d’Italia, i nostri amministratori ed in particolare il Mattucci si propongono senza comprendere che sono fuori dalla realtà politica e sociale della città.
S.Maria C.V., 12/11/2012
                                                                                    Michele D’Abrosca
                                                                            Portavoce delle Associazioni

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