Questi amministratori, composti da movimenti
capeggiati da Stellato, Martucci, Di Muro, con il diniego del programma
sembravano avessero raggiunto il fondo. E invece seguendoli attentamente,
durante la loro fase amministrativa dalla elezione ad oggi, mentre pensavamo di
avere arginato una parte di quella città incivile composta da palazzinari,
tangentisti e corruttori, improvvisamente si è aperto uno scenario ancora più
devastante. Il sindaco oramai è un depresso politico incapace di scegliere e di
decidere, perché è bastata l’alzata di voce di Martucci e Stellato e sindaco e
consiglieri, suoi fedelissimi, sono ritornati in fila sull’attenti. Questa
armata brancaleone di cosiddetti
manager, politici, piazzisti, intermediari, faccendieri che occupano molti
luoghi di potere, sono diventati una popolazione di “affaristi” abituati ad
avere sempre le mani in pasta, pronti ad afferrare ogni affare lecito e spesso
illecito, veloci, rapaci, insaziabili. Questi politici che amministrano la
città sono mediocri, senza coraggio, obbligano la città a perdere speranze e
sogni, ritrovandosi con debiti e arretrata nei servizi e nelle infrastrutture,
città senza illuminazione e strade degne di questo nome. Gli intrecci oscuri
tra banche e potere amministrativi e palazzinari, in città, ci sono ben 17
banche per trentamila abitanti e nessuna industria, né artigiani, né
agricoltori. La mancanza di scrupoli e di controllo da parte di dirigenti e
funzionari ha consentito ad apparati dell’amministrazione di essere dipendenti
pubblici e amministratori di società immobiliari nonché imprese di costruzione,
il patrimonio pubblico costruito con soldi pubblici viene venduto tra privati con
la buona pace dell’amministrazione comunale che rifiuta di controllare e curare
l’interesse pubblico. Questa cattiva amministrazione rende urgente la proposta
di nomi nuovi, di età inferiori, non è possibile che Stellato e Mattucci si
ripropongono come soggetti politici per il futuro addirittura con l’intenzione
di andare a Roma, sarebbe la distruzione sociale della città. Il ritorno al
passato di Mattucci è anacronistico, proprio perchè ripropone una classe
dirigente sulle cui spalle ricade la responsabilità di progetti politici
falliti, società clientelari e di bilanci ballerini, indagini in corso. Qui in
questa città è come se non fosse rilevante quello che accade nel resto d’Europa
e d’Italia, i nostri amministratori ed in particolare il Mattucci si propongono
senza comprendere che sono fuori dalla realtà politica e sociale della città.
S.Maria C.V., 12/11/2012
Michele D’Abrosca
Portavoce delle Associazioni

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