Sabato 23 febbraio
S. Policarpo
SIATE PERFETTI COME IL PADRE VOSTRO CELESTE
Prima lettura Dt 26,16-19
Mosè parlò al popolo, e disse: «Oggi il Signore, tuo Dio, ti
comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme. Osservale e mettile
in pratica con tutto il cuore e con tutta l'anima. Tu hai
sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà Dio per te, ma solo se tu
camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue
norme e ascolterai la sua voce. Il Signore ti ha fatto dichiarare oggi che tu
sarai il suo popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai
tutti i suoi comandi. Egli ti metterà, per gloria, rinomanza e splendore, sopra
tutte le nazioni che ha fatto e tu sarai un popolo consacrato al Signore, tuo
Dio, come egli ha promesso».
Salmo 118: Beato chi cammina nella legge del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo 5, 43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso
che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate
figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi
e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli
che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E
se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?
Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il
Padre vostro celeste».
LA NOTA ESEGETICA
Amare il nemico significa fare il bene a chi ti odia.
Fondamento di tale esigenza: l'esperienza dell'amore gratuito di Dio nei
confronti di ognuno. Gesù lo illustra con un esempio preso dalla natura per inculcare
l'universalità dell'amore; ed esempi presi dalla morale comune per invitare,
per contrasto, a un amore che non calcola.
IL COMMENTO SPIRITUALE
Gesù non sollecita i discepoli ad essere un po' più buoni
con gli altri, cercando di andare d'accordo con i più e sopportare gli
antipatici. Egli chiede la perfezione del Padre, il quale ama tutti allo
stesso modo, santi o peccatori che siano. La perfezione è perciò non la
chirurgica precisione di chi sa come e quanto si deve somministrare un buon
farmaco, ma l'indeterminata misura di un amore che dà sempre il massimo, a
prescindere da qualsiasi considerazione sul merito. l grandi santi così hanno
testimoniato Dio: amavano i loro persecutori quanto i loro amici, spesso
lasciando stupiti gli uni e gli altri, che non si spiegavano un comportamento
così radicale. È di conforto sapere che sia che ci si trovi in uno stato di
grazia, sia che invece si sia caduti nel peccato, Dio continua a effondere
perno! ogni suo favore divino.
Non ci punisce privandoci delle cose buone, lascia sempre
spalancata la porta che può ricondurci a lui. Il suo grande amore ci è di
sostegno, la nostra risposta non può essere meno perfetta.
IL TESTIMONE
San Policarpo
Quando venne messo sul rogo, «la fiamma, prendendo figura
simile ad una vela di nave gonfiata dal vento, cinse tutto attorno il corpo del
martire, che stava in mezzo non come carne bruciata, ma come pane a cuocere o
come oro e argento infuocato nella fornace. E la dolce fragranza che ne
ricevemmo fu tale come incenso che esali o altro aroma prezioso».
Così, secondo gli Atti dei martiri, morì nello stadio di
Smirne il vescovo Policarpo, per aver rifiutato di rinnegare Cristo. Era il 23
febbraio dell'anno 155 e aveva 86 anni. Discepolo degli apostoli e vissuto in familiarità
con molti di coloro che avevano visto il Signore, ancor giovane vescovo aveva
ospitato Ignazio di Antiochia nel suo viaggio verso il martirio a Roma. Prima
di essere a sua volta martirizzato, venne nella città eterna per definire col
papa Aniceto un'unica data in cui celebrare la Pasqua. Non si arrivò ad un
accordo, ma la carità fu salva. Durante il suo soggiorno romano Policarpo
ricondusse alla fede ortodossa molti che si erano lasciati fuorviare da
Marcione e Valentino.
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