Lunedì 25 febbraio
B. Sebastiano di Aparicio
PERDONATE E SARETE PERDONATI.
Prima lettura Dn 9,4-10
Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all'alleanza
e benevolo verso
coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo
peccato
e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli,
ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! Non abbiamo
obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali nel tuo nome hanno parlato ai nostri
re, ai nostri principi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. A te
conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene
ancora oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per
tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i
delitti che hanno commesso contro di te. Signore, la vergogna sul volto a noi,
ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato
contro dite; al Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono, perché ci
siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce del Signore,
nostro Dio, né seguito quelle leggi che egli ci aveva dato per mezzo dei suoi
servi, i profeti.
Salmo 78: Signore, non trattarci secondo i nostri peccati
Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate
misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non
sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete
perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante
vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà
misurato a voi in cambio». Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la
forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al
Figlio dell'uomo».
LA NOTA ESEGETICA
Questa serie di parole di Gesù esplicita l'esigenza
dell'amore del nemico, e presenta come modello l'agire del Padre. Il passivo
dei verbi —"non sarete giudicati" ,"non sarete condannati"
ecc. -- è un passivum divinum , che ha Dio come soggetto implicito.
IL COMMENTO SPIRITUALE
La Quaresima è tempo di conversione, cioè di comprensione
dei propri limiti e della necessità di impegnarsi pienamente alla realizzazione
del disegno di Dio su di noi. Non si tratta di un'esperienza di
autosuggestione. Anzi, Gesù ci insegna che la nostra conversione è resa
possibile dalla misericordia di Dio, la quale è misura del nostro modo di avere
misericordia per gli altri. Se tutti vivessimo quanto lui ci insegna, saremmo
circondati di misericordia e vivremo sempre e solo col Risorto fra noi. Nulla
ci mancherebbe, perché la reciprocità con la quale si vivrà la 'cultura del
dare" frutterà misure traboccanti, eccedenti, a significare la gloria di
chi vive solo per Dio.
Ogni regime di scarsità di beni, di penuria alimentare, di
insufficienti condizioni di vita, è frutto della cultura dell'egoismo rapace,
della giustizia individualista che crede di fondare sul più forte la
distribuzione dei beni. Nell'insegnamento di Gesù, la misericordia è causa
della prosperità. Una ricetta che l'economia, soprattutto di questi tempi, non
dovrebbe dimenticare.
L’ESPERIENZA
Al supermercato
Alla cassa del supermercato invito una signora dietro di me
nella fila a passare avanti, dato che il mio carrello contiene più spesa del
suo.
Quando lei sta per andare via, ringraziandomi, chiede se
faccio la raccolta dei punti: lei ne avrebbe da parte, ma non le servono.
Accetto con gioia, soprattutto quando vengo a sapere che
ormai la distribuzione dei punti è finita da una settimana e io so che me ne
mancano per aver diritto ad un oggetto che ho progettato di regalare a
qualcuno.
Quando arrivo a casa, lo stupore diventa commozione: i
punti che mi sono stati offerti sono esattamente quelli che mancavano.
T.M.-Lazio
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