Domenica 3 febbraio
GESÙ COME ELIA ED ELISEO È MANDATO NON PER I SOLI GIUDEI
IV dei Tempo Ordinario
Prima lettura Ger 1,
4-5.17-19
Nei giorni del re Giosia mi fu rivolta questa parola del
Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu
uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu,
dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti
ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura
davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo
contro tutto il paese, contro i re dì Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e
il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per
salvarti».
Salmo 70: La mia bocca, Signore, racconterà la tua
grandezza.
Seconda lettura 1 Cor 12,31-13,13
Fratelli, desiderate invece intensamente i carismi più
grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli
uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che
strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e
avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le
montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo
tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la
carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non
è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa,
tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le
profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà.
Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da
bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. Adesso noi vediamo
in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia.
Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come
anch'io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la
speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
IL VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca 4,21-30
In quel tempo, Gesù cominciò a dire loro: «Oggi si è
compiuta questa Scrittura c avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed
erano meravigliati delle parole i zia che uscivano dalla sua bocca e dicevano:
«Non è costui il figlio di Giuseppe?: egli rispose loro: «Certamente voi mi
citerete questo proverbio: "Medico, cura te i Quanto abbiamo udito che
accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!" aggiunse: «In
verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità
io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo
fu c per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma
a nessuna di mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone.
C'erano molti lebbrosi in 1 al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu
purificato, se non Naamàn, il Sii All'udire queste cose, tutti nella sinagoga
si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per
gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
IL COMMENTO SPIRITUALE
E' probabile che Gesù fosse amato dai propri concittadini, ma come
uomo, non come Dio. Volevano bene a lui perché erano della stessa patria. Magari speravano che lui potesse fare qualcosa di buono per tutti loro, che li preferisse e li raccomandasse
in modo speciale. Consideriamo le cose dalla loro visuale:attratti dalla sua umanità,
dimenticano che egli è Dio, e che è venuto sulla terra per fondare una salvezza per
tutti, non solo per qualcuno. No, non può essere il non è !l figlio di
Giuseppe? E come fa il figlio di uno di noi a pretendere di essere considerato molto di
più? Il cuore degli uomini può essere ottenebrato dio e dall'egoismo. Vorremmo
che chi ci sta vicino avesse un messaggio p no!, non una salvezza per tutti.
Arrivano a cercare di uccidere Gesù, forse perché lo vedono come un traditore che
guarisce chiunque, a prescindere dall'appartenenza a questo o a quel gruppo. Ma il
percorsa che Gesù deve Compiere è lungo, ed egli si mette in cammino, perché il
disegno di Dio viltà è inarrestabile.
L'ESPERIENZA
Il Vangelo è vero!
Sto tornando a casa quando, dall'altro marciapiede, qualcuno
mi chiama con insistenza. È Veronica, un'amica che pare abbia qualcosa di
importante da dirmi.
È stata lasciata dal marito, ha un bambino di due anni e,
non essendoci ancora una separazione legale, riceve da lui un aiuto non sicuro
e spesso insufficiente per le necessità del piccolo. Avvicinandosi l'inverno,
gli aveva fatto presente che al figlio servivano nuovi indumenti, ma alla sua
risposta negativa aveva pensato di rivolgersi a Dio Padre.
La mattina seguente, da una vecchia amica di famiglia, Veronica s'era sentita offrire del vestiario di cui un suo nipotino non aveva più bisogno. Era tutto il necessario per la nuova stagione. La mia amica, stupita e commossa dalla puntualità della risposta di Dio alla sua accorata preghiera, conclude il suo racconto dicendo: «il Vangelo è vero!. Bisogna sapere chiedere e Dio non ci fa mancare nulla».
T.M.-Sicilia
IL TESTIMONE
Shahbaz Bhatti
-Voglio solo un posto al piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora (,,,) Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita...». Non sono espressioni tratte dagli Atti dei martiri dei primi secoli,ma hanno la stessa forza scaturita da una vita coerente al messaggio evangelico: provengono dal testamento spirituale di Shahbaz Bhatti, il ministro per le Minoranze religiose del Pakistan ucciso il 2 marzo 2011, mentre attraversava senza scorta il centro di Islamabad.
Amico di musulmani illuminati, Bhatti rinunciò a formarsi
una propria famiglia per non esporla alle rappresaglie di quanti invece non
credevano, come lui, nella convivenza pacifica fra genti diverse per etnia,
cultura e religione; ma anche di fronte alle ripetute minacce di morte, non
volle rinunciare alla sua battaglia per i deboli e gli oppressi. La sua eredità
è stata raccolta dal fratello Paul, divenuto consigliere speciale del Ministero
per le minoranze religiose in Pakistan. E i vescovi del suo Paese a
maggioranza islamica chiedono che venga proclamato"martire e patrono della libertà religiosa'.
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