LUNEDI’ 4 MARZO
GESÙ COME ELIA ED ELISEO MANDATO NON PERI SOLI GIUDEI.
S. Casimiro re
Prima lettura 2 Re 5,1-1Sa
In quei giorni, Naamàn, comandante dell'esercito del re di
Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per
suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramei. Ma quest'uomo
prode era lebbroso. Ora bande aramee avevano condotto via prigioniera dalla
terra d'Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di
Naamàn. Lei disse alla padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al
profeta che è a Samaria, certo lo libererebbe dalla sua lebbra». Naamàn andò a
riferire al suo signore: «La ragazza che proviene dalla terra d'Israele ha
detto così e così». Il re di Aram gli disse: «Va' pure, io stesso invierò una
lettera al re d'Israele».
Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d'argento,
seimila sicli d'oro e dieci mute di abiti. Portò la lettera al re d'Israele,
nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te
Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». Letta la lettera,
il re d'Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte
o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete
e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me».
Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d'Israele si era
stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti?
Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele». Naamàn arrivò
con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di
Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va', bagnati sette volte
nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato».
Naamàn sì sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: "Certo,
verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà
la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra': Forse l'Abanà e il
Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d'Israele? Non
potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato.
(,li si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti
avesse ordinato una gran cosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti
ha detto: “Bàgnati e sarai purificato”». Egli allora scese e si immerse nel
Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e il suo corpo
ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato. l'ornò con tutto il
seguito dall'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, uri so
che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele.
Salmo 41 e 42: L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
LE LETTURE E IL VANGELO
Come la cerva anèla/ai corsi d'acqua,/ così l'anima mia
anèla/a te, o Dio. L'anima mia...
L'anima mia ha sete di Dio,/ del Dio vivente:/ quando verrò
e vedrò/il volto di Dio? L'anima mia...
Manda la tua luce e la tua verità:/ siano esse a guidarmi,/
mi conducano alla tua santa montagna,/ alla tua dimora. L'anima mia...
Verrò all'altare di Dio,/ a Dio, mia gioiosa esultanza./ A
te canterò sulla cetra,/ Dio, Dio mio. L'anima mia...
Dal Vangelo
secondo Luca 4,24-30
In quel tempo Gesù (cominciò a dire nella sinagoga di
Nazaret): «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua
patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di
Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una
vedova a Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del
profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di
sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul
ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma
egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
IL COMMENTO SPIRITUALE
È l'acqua la protagonista della liturgia di oggi. L'acqua
de/Giordano che guarisce dalla lebbra, ricordata anche da Gesù nel Vangelo e la
mancanza di pioggia, che genera la carestia. L'acqua che lava, che purifica,
simbolo dei sacramenti e del battesimo in particolare; l'acqua che genera vita.
Ma senza una vera conversione del cuore non c'è nessuna purificazione e nessuna
vita nuova. Non basta appartenere alla Chiesa, a un popolo; osservare delle
pratiche religiose, partecipare a dei riti, ecc. Senza escludere tutto questo,
tuttavia è importante che ogni cosa sia orientata alla crescita nell'amore per
ogni persona che ci passa accanto. Altrimenti corriamo il rischio di mettere
da parte Gesù, di tenerlo fuori dalla nostra vita, dalle nostre comunità.
«Nessun profeta è bene accetto nella sua patria». Essere attenti; vigilanti,
perché non capiti anche a noi di amare Gesù a parole e di escluderlo poi
concretamente da quella che invece dovrebbe essere la sua patria, la comunità
dei credenti capace di generarlo con l'amore in tutti quelli che la avvicinano.
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