SABATO 9 MARZO
IL PUBBLICANO TORNÒ A CASA GIUSTIFICATO, A DIFFERENZA DEL FARISEO.
S. Francesca Romana
Prima lettura Os 6,1-6
Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli
ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.Dopo due giorni ci ridarà la
vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora.
Verrà a noi come la pioggia d'autunno, come la pioggia di
primavera che feconda la terra': Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare
per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che
all'alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole
della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l'amore e
non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.
Salmo 50: Voglio l'amore e non il sacrificio.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;/ nella tua grande
misericordia/cancella la mia iniquità./ Lavami tutto dalla mia colpa,/ dal mio
peccato rendimi puro. Voglio... 'I'u non gradisci il sacrificio;/ se offro
olocàusti, tu non li accetti./ Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;/ un
cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. Voglio... Nella tua bontà
fa' grazia a Sion,/ ricostruisci le mura di Gerusalemme./ Allora gradirai i
sacrifici legittimi,/ l'olocausto e l'intera oblazione. Voglio...
LA NOTA ESEGETICA
Dopo aver parlato della necessità della preghiera,
l'evangelista presenta ora l'atteggiamento che deve sempre accompagnarla:
l'umiltà. Siamo nell'ultima parte del viaggio di Gesù verso Gerusalemme e Luca
presenta questi due personaggi che sono emblematici di chi si può salvare e di
chi ne è invece escluso. Bisogna sentirsi "peccatori"
perché la nostra supplica possa elevarsi al Dio della
misericordia e della salvezza.
IL VANGELO
Dal vangelo secondo Luca 18, 9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni
che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due
uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il
fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché
non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come
questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto
quello che possiedo" Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non
osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo:
"O Dio, abbi pietà di me peccatore';
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa
sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia
sarà esaltato».
IL COMMENTO SPIRITUALE
Immaginiamo di assistere ad una gara di atletica leggera. Ci
sono dieci corridori. Ad un certo punto uno si stacca da tutti e vince il
primo premio. Tutti gli altri rimangono indietro. Il quarto si rallegra; anche
lui sta per raggiungere una buona posizione, ma mette in ridicolo il sesto che
è rimasto ancora indietro. Ora, poiché sono tutti lontani dal traguardo, si dovrebbero
piuttosto sostenere a vicenda per continuare la corsa. Nella corsa della vita,
quante volte ci sentiamo migliori degli altri, senza ricordarci che siamo
ancora tutti un po' lontani dalla perfezione, abbiamo ancora tanta strada da
percorrere. Incoraggiamoci a vicenda, coprendo con il mantello della
misericordia gli errori dei fratelli. Una spinta ad essere misericordiosi ce la
dona la consapevolezza di avere una grande fortuna: se useremo delle
attenuanti nel giudicare i prossimi, Dio le userà anche con noi; se sapremo
perdonare, anche noi saremo perdonati. Ricordiamoci che per entrare in
Paradiso è necessario riconoscersi peccatori e bisognosi della misericordia di
Dio.
L'ESPERIENZA
Da anni non gli rivolgevo la parola
Quando conobbi i gen, con loro cominciai a sperare in una
società diversa, con rapporti nuovi. Nell'entusiasmo degli inizi fui scossa però da un pensiero: sarebbe stata
un'ipocrisia impegnarmi in questo progetto quando nella mia famiglia, da anni,
non rivolgevo una parola a mio padre. Tuttavia, per Natale e per il suo
compleanno, avevo sempre continuato a fargli un regalo che lui accettava senza
dire una parola. Ma stavolta, nel giorno del suo compleanno, decisi di non
scegliere la strada più facile, comprandogli semplicemente qualcosa. La sera, quando tornai dal lavoro, lo trovai in
giardino. Facendo uno degli sforzi più grossi della mia vita, mi rivolsi a lui.
Era come se un'altra persona gli stesse parlando, io stessa non mi
riconoscevo: «Immagino che hai notato che questa volta non ti ho comprato un regalo - dissi -. Ecco, vorrei essere io stessa un regalo
per te. Vorrei che diventassimo di nuovo amici. Se vuoi, questa sera possiamo uscire insieme». Papà rimase senza
parole. Fu l'inizio di qualcosa di nuovo tra noi.
Geraldine - Irlanda
IL TESTIMONE
S. Francesca Romana
Romana di nome e di fatto, fu esemplare
come fanciulla, come sposa dei nobile Lorenzo de'Ponziani, come madre di tre
figli e poi vedova. Per di più, mistica e fondatrice di una comunità religiosa,
quella delle Oblate benedettine di Tor de' Specchi (la sua prima vocazione
era stata di consacrarsi vergine a Dio). In un'epoca di scismi i, guerre e in
una Roma funestata da ,commosse, carestie, epidemie, la sua casa nei pressi della basilica di Santa Cecilia in Trastevere divenne una centrale di carità operosa
e concreta: nonsolo il vasto parentado ricorreva a lei, ma chiunque fosse indigente, malato, afflitto trovava presso di lei aiuto e conforto. Molti i
miracoli operati ancora in vita da "Ceccolella" , come veniva familiarmente
chiamata. Morì nel 1440, attorniata e rimpianta - dicono le cronache - da tota
civitas, da tutta Roma. Nel Foro Romano sorge
una insigne basilica dedicata a questa santa, dove si
celebrano frequenti i matrimoni ed è consuetudine che le
spose novelle affidino a lei la nascente famiglia.
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