C’era una volta in provincia di
Caserta una città dal nome prestigioso, perché erede di una tradizione
millenaria che faceva capo al periodo della grandezza di Roma antica; questa
suggestiva cittadina dal nome di S. Maria C.V., nel periodo successivo alla
seconda guerra mondiale, viveva l’evoluzione socio-politica che la portava nella
nuova realtà industriale del 1900.
Il passaggio dalla società agricola,
che aveva visto nella raccolta della canapa e del tabacco, le maggiori fonti di
sussistenza, vedeva nella sorgente Siemens una nuova fonte di benessere. Questa
realtà negli anni sessanta e successivi diede da vivere a migliaia e migliaia
di lavoratori, che con le loro famiglie riuscirono a farsi una casa, l’automobile
ed altro.
Il fenomeno di sviluppo industriale a
S. Maria C.V. non nacque dal nulla ma ebbe le sue origini nella forza e nel
talento della classe politica del tempo, che grazie ai suoi migliori
rappresentanti riuscì in imprese di sviluppo, che non tutti i comuni della
regione riuscirono ad ottenere.
La stessa città di Caserta, capoluogo di
provincia, a quei tempi non poteva paragonarsi a noi in nessuno dei campi in cui fosse preso il
confronto: fabbriche, ospedale, tribunale, cultura, archeologia, commercio,
attività sociali, servizi etc. non erano certamente cose da poco.
Negli anni successivi per un
fenomeno dovuto al cambiamento generazionale, che ha interessato principalmente
la guida politica, si è avuto un calo spaventoso della valenza ed importanza
della nostra città. Fabbriche chiuse, ospedale a regimo ridotto in attesa di
essere trasferito altrove, tribunale in bilico per ipotetiche nuove
destinazioni, cultura zero, commercio sottozero, classe politica
sotto,sotto,sotto zero.
Per dare una giustificazione a questo drammatico fatto
si è data la colpa alla Cina, all’India, al governo centrale e forse, in ciò
c’è molto di vero; ma nella sostanza e, per il caso locale, non può disconoscersi
che questa città da oltre un ventennio soffre la mancanza di vere personalità
politiche degne di questo nome.
Tralasceremo per doveroso rispetto
di chi è assente dilungarci sulle specifiche gravissime responsabilità degli
ultimi amministratori, perché solo la “Storia”può essere sovrana in materia di
giudizi. Ci limiteremo invece a cercare di dare un pallido e semplificativo
aspetto della realtà politica di questo nostro Consiglio. Esiste un sindaco che
ha le sue estrazioni politiche nelle forze delle classi rappresentate dalle
associazioni, che a loro volta trovano motivi di gratitudine ed ispirazione in un
vecchio saggio. Egli stesso è solo sindaco per motivi di nomina istituzionale,
di fatto è sindaco a un terzo, in quanto la poltrona in molte occasioni è
divisa con altri due rappresentanti che trovano forza ed ispirazione politica
in personaggi occulti.
I tre sindaci, o come qualcuno li ha
definiti affettuosamente i Tre Tenori, rappresentano tutte le classi politiche
che attualmente governano la nazione; a cominciare dalla destra passando per il
centro e finendo nella sinistra. Questo è un innegabile vantaggio politico che
non trova riscontro nemmeno nel governo centrale, attualmente presieduto
dall’on.le Letta, il quale è sostenuto “solo” (si fa per dire) da alcuni gruppi
di destra e di sinistra. Per la nostra classe dirigente il loro status di
equivocità in realtà non sortisce alcun beneficio, anche se è vero come la luce
del sole che gli appoggi politici del centro nazionale possono dare veri aiuti
alla periferia.
Tra i consiglieri comunali vi è di
tutto, tranne che esperienza, volontà di operare, trasparenza e lealtà. Si
pensa solo a litigare per le poltrone, per le cariche etc. ma nulla, dico nulla,
si fa nel prendere coscienza di una gravissima situazione politico sociale e,
cosa ancor più grave, non si fa nulla, in questo momento di profonda crisi, ma
comunque di trapasso, in materia di PROGRAMMAZIONE; dove questa parola non è mera
utopia, ma vuole indicare come preparasi
adeguatamente per fronteggiare le circostanze propizie che certamente, entro
breve tempo, si presenteranno; dove questa parola è prepararsi con tempestiva
preveggenza e intuizione sul futuro e nell’ottica esclusiva, primaria ed
ineluttabile di creare nuovi posti di lavoro.
Infatti non è difficile comprendere
come, nel passato, per creare i posti di lavoro sia stato sufficiente un
atteggiamento politico di semplice attesa, aspettando che il miracolo venisse
dal cielo, ma fu necessario lottare continuamente ed impegnarsi su tutti i fronti
e con tutte le forze, per cogliere le occasioni buone, che videro l’insediamento
di fabbriche, il potenziamento di ospedali funzionanti, l’ampliamento dei
tribunali, lo sviluppo del commercio e così via.
Si vuole concludere questo sfogo con un sincero augurio agli
amministratori per l’assunzione di atti di programmazione che abbiano radici
profonde nella realtà dei fatti e delle
cose, senza sviamenti per chimere
irraggiungibili e con il solo doveroso obbligo di pensare e programmare per
tutti coloro che stanno peggio per la mancanza di un di lavoro dignitoso.
A titolo indicativo e per far
riscontro alla nostra volontà di collaborazione costruttiva, siamo ad indicare
con semplicità assoluta i casi che maggiormente meritano un attenzione
programmatica, con un invito a non prendere decisioni affrettate e sbagliare perché trattasi di beni comuni a
tutti noi:
Utilizzo
del suole ex Siemens, Utilizzo del suolo ex Tabacchificio, risanamento su
progetto originario ed autentico della villa comunale, destinazione cinema
politeama, piantumazione di alberi secolari, sistemazione definitiva del piano
traffico; utilizzo della capacità attitudinali di dirigenti, impiegati ed
operai comunali, etc Dott. Nicola Cantone portavoce delle Associazioni
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