In una notte buia e tempestosa , con le strade deserte e
spazzate dal vento e dalla pioggia, in una osteria dalle parti del Castello del
Sasso tre soggetti sedevano nel tavolo in ombra piu’ nascosto tanto da sembrare
loschi figuri
Era il tempo che precedeva le elezioni amministrative nella
vecchia Capua e quel tipo di riunioni imponeva una adeguata riservatezza.
Sarebbe stato imbarazzante per i due soloni del PD
giustificare la loro presenza a quel tavolo con quell’ombroso personaggio, la
cui sagoma, si stagliava nella penombra sotto la tenua luce della lampada ad
olio. Il “ciuccio coi baffi”, colui che
negli intrallazzi sammaritani aveva sostituito il moschettiere “Tete de
Coscion”, posto a dieta forzata e relegato in cassapanca.
Trame oscure e indicibili si discutevano intorno a quel
tavolo: progetti di strategie e di congiure.
I due “Soloni”avevano avuto cura di incontrare il mostruoso
personaggio lontano da occhi indiscreti, ma non sapevano che la provvidenza e’
infinita e che a nulla sarebbero valsi i loro accorgimenti.
Tempo dopo si svolsero le elezioni e forse anche grazie a
quegli oscuri accordi pattuiti in quella serata buia e tempestosa il “ciuccio
coi baffi” assunse la carica di Vicere’. Il suo potere, con il Re Travicello
incerto e tremolante nell’affrontare la guida del regno, era immenso. Tutto
poteva.
Lui e il suo entourage avevano decretato il rientro del capo
delle Guardie, giustamente mandato in eslilio per la sua incapacità a tenere
una strada diritta. Smentendo cio’ che per secoli i Romani avevano attuato nella
costruzione delle strade, aveva stabilito che le carrozze per andare a nord,
dovevano prima passare per il sud, generando per questo una sommossa popolare.
L’influenza su Re Travicello del Vicerè e della sua accolita
di parassiti, arrivava al punto tale che anche alla luce del sole, in una nota
osteria della Capua Antica affermarono impunemente che il programmi in cui i cittadini avevano
creduto e che avevano portato il Re al
trono era solo pergamena per dare fuoco alla legna. In quella osteria erano
presenti i tribuni eletti dal popolo nelle liste che sostenevano il Re
Travicello, insieme a dei mastri d’arte edlizia. Accostarono il loro tavolo a
quello del “ciuccio coi baffi” e li’ cominciarono ad oscurarsi quelle luci che
avrebbero dovuto produrre il Rinascimento Sammaritano.
In quel tempo furono confermati nel proprio ruolo il maestro
d’opera Blund, che aveva gia chiaro come costruire nella parte nord del paese
430 torri e nella parte sud, dove una volta facevano gli apparecchi dei
telegrafi, altre 800.
Fortunatamente intervenne la Santa Inquisizione, che
persegui’ Blund per reati commessi nell’agro di Caserta. I loro piani furono
sconvolti e l’ultima cosa che il maestro
d’opera Blund riusci a realizzare fu una stazione per le diligenze, in un posto
dove le stazioni delle diligenze non potevano essere costruite.
Nelle adiacenze del parco urbano, dove ancora risuonavano le gesta
di Spartaco.
Ma a Blund poco interessava il quieto vivere civile e l’amenità
di una contrada. A lui interessavano i ducati.
L’attaccamento al potere trasformo’ ben presto i tribuni
eletti in “zavorrum”.
Non fu fatto tesoro degli insegnamenti, che prevedendo cio’
che sarebbe accaduto, il “Vecchio Saggio”gli aveva impartito. Ognuno di loro , assurto
al potere, aveva idee strampalate in testa. Chi voleva costuire 2000 case nella
necropoli (vecchia idea del moschettiere Tete de Coschion , che già aveva
accordi con i mastri d’opera per questo), chi voleva piazzare la progenie o
parenti nelle stanze alte del senato.
Tutto questo porto’ in due anni a non realizzare neanche una
mangiatoia per i cavalli.
Il Vecchio Saggio avrebbe voluto che le cose promesse nel
programma elettorale fossero rispettate. Se le cose non venivano realizzate,
non era certo per suo volere, ma frutto di accordi scellerati che menti
sopraffine avevano voluto.
Su chi sarebbe ricaduta la colpa di tutto? Sul povero Re
Travicello. Ma il Vecchio Saggio che riusciva a guardare oltre quello che
poteva osservare una normale persona, sapeva bene che affondare Re Travicello
era il maldestro tentativo posto in
essere dai suoi avversari politici per colpire lui.
Era troppo saggio per cadere in questa trappola e avrebbe
posto in essere tutto quanto andava fatto per smascherare i responsabili dell’
inerzia di due anni di niente.
Fine 2° capitolo
OMERO
Nessun commento:
Posta un commento