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venerdì 30 agosto 2013

IL MEDIO EVO SAMMARITANO (2° CAPITOLO)



In una notte buia e tempestosa , con le strade deserte e spazzate dal vento e dalla pioggia, in una osteria dalle parti del Castello del Sasso tre soggetti sedevano nel tavolo in ombra piu’ nascosto tanto da sembrare  loschi figuri
Era il tempo che precedeva le elezioni amministrative nella vecchia Capua e quel tipo di riunioni imponeva una adeguata riservatezza.
Sarebbe stato imbarazzante per i due soloni del PD giustificare la loro presenza a quel tavolo con quell’ombroso personaggio, la cui sagoma, si stagliava nella penombra sotto la tenua luce della lampada ad olio. Il “ciuccio coi baffi”,  colui che negli intrallazzi sammaritani aveva sostituito il moschettiere “Tete de Coscion”, posto a dieta forzata e relegato in cassapanca.
Trame oscure e indicibili si discutevano intorno a quel tavolo: progetti di strategie e di congiure.
I due “Soloni”avevano avuto cura di incontrare il mostruoso personaggio lontano da occhi indiscreti, ma non sapevano che la provvidenza e’ infinita e che a nulla sarebbero valsi i loro accorgimenti.
Tempo dopo si svolsero le elezioni e forse anche grazie a quegli oscuri accordi pattuiti in quella serata buia e tempestosa il “ciuccio coi baffi” assunse la carica di Vicere’. Il suo potere, con il Re Travicello incerto e tremolante nell’affrontare la guida del regno, era immenso. Tutto poteva.
Lui e il suo entourage avevano decretato il rientro del capo delle Guardie, giustamente mandato in eslilio per la sua incapacità a tenere una strada diritta. Smentendo cio’ che per secoli i Romani avevano attuato nella costruzione delle strade, aveva stabilito che le carrozze per andare a nord, dovevano prima passare per il sud, generando per questo una sommossa popolare.
L’influenza su Re Travicello del Vicerè e della sua accolita di parassiti, arrivava al punto tale che anche alla luce del sole, in una nota osteria della Capua Antica affermarono impunemente  che il programmi in cui i cittadini avevano creduto e che avevano portato il Re  al trono era solo pergamena per dare fuoco alla legna. In quella osteria erano presenti i tribuni eletti dal popolo nelle liste che sostenevano il Re Travicello, insieme a dei mastri d’arte edlizia. Accostarono il loro tavolo a quello del “ciuccio coi baffi” e li’ cominciarono ad oscurarsi quelle luci che avrebbero dovuto produrre il Rinascimento Sammaritano.
In quel tempo furono confermati nel proprio ruolo il maestro d’opera Blund, che aveva gia chiaro come costruire nella parte nord del paese 430 torri e nella parte sud, dove una volta facevano gli apparecchi dei telegrafi, altre 800.
Fortunatamente intervenne la Santa Inquisizione, che persegui’ Blund per reati commessi nell’agro di Caserta. I loro piani furono sconvolti  e l’ultima cosa che il maestro d’opera Blund riusci a realizzare fu una stazione per le diligenze, in un posto dove le stazioni delle diligenze non potevano essere costruite.
Nelle adiacenze del  parco urbano, dove ancora risuonavano le gesta di Spartaco.
Ma a Blund poco interessava il quieto vivere civile e l’amenità di una contrada. A lui interessavano i ducati.
L’attaccamento al potere trasformo’ ben presto i tribuni eletti in “zavorrum”.
Non fu fatto tesoro degli insegnamenti, che prevedendo cio’ che sarebbe accaduto, il “Vecchio Saggio”gli aveva impartito. Ognuno di loro , assurto al potere, aveva idee strampalate in testa. Chi voleva costuire 2000 case nella necropoli (vecchia idea del moschettiere Tete de Coschion , che già aveva accordi con i mastri d’opera per questo), chi voleva piazzare la progenie o parenti nelle stanze alte del senato.
Tutto questo porto’ in due anni a non realizzare neanche una mangiatoia per i cavalli.
Il Vecchio Saggio avrebbe voluto che le cose promesse nel programma elettorale fossero rispettate. Se le cose non venivano realizzate, non era certo per suo volere, ma frutto di accordi scellerati che menti sopraffine avevano voluto.
Su chi sarebbe ricaduta la colpa di tutto? Sul povero Re Travicello. Ma il Vecchio Saggio che riusciva a guardare oltre quello che poteva osservare una normale persona, sapeva bene che affondare Re Travicello era il maldestro tentativo  posto in essere dai suoi avversari politici per colpire lui.
Era troppo saggio per cadere in questa trappola e avrebbe posto in essere tutto quanto andava fatto per smascherare i responsabili dell’ inerzia di due anni di niente.

Fine 2° capitolo




                                                                                                  OMERO

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