Nell’opinione comune il Medioevo
è un’epoca sterile sotto tutti i punti di vista.
Medioevo, ovvero Età Media fra due epoche, l’antichità
classica e il Rinascimento, che godono invece di un unanime giudizio positivo.
Oggi vogliamo narrare una
storia che si svolse in quell’epoca.
C’era una volta un paese fiorente con fabbriche importanti
che assicuravano lavoro e relativo benessere a tante persone. Quelle fabbriche
non erano certo sorte per caso in quel posto, ma frutto del lavoro e della
lungimiranza di un Vecchio Saggio, che governava quel paese.
Un bel di’, senza preavviso, menti offuscate decisero di cambiare
le “regole del governare” e il Vecchio Saggio
fu costretto a lasciare il potere.
Quanti festeggiamenti ci furono in paese, fra i nemici, e
soprattutto gli amici del Vecchio Saggio. Cosi come Pietro rinnego’ il Messia, nello
stesso modo pover’uomini rinnegarono la loro amicizia al Vecchio Saggio.
Passarono gli anni e quella città fiorente e ricca, fu governata
per venti anni da coloro che avevano dovuto sottostare non al dominio, ma
all’intelligenza e lungimiranza del regnante: sottomessi non per forza….ma per loro
inettitudine.
Dopo vent’anni quella città ricca e fiorente sprofondo’ nel Medio Evo, era diventata una citta’ povera, oscura e
preda di colonizzatori.
Un tempo ci si ingegnava per creare, oggi si pensava a come
sfruttare le ultime risorse di quella che era una città invidiata.
Lì dove c’erano quelle fabbriche che davano lavoro a migliaia
di sudditi era rimasto il deserto.
In quel deserto, su quegli agri verso
Capua, furono avvistate delle persone. Quattro, forse cinque. Discutevano della destinazione
dell’ultima area per fabbriche di cui il paese disponeva.
Fu riconosciuto un consigliere comunale, un fabbricante caseario
dell’ Agro Aversano interessato ad impiantare la sua fabbrica in quel posto.
Poteva offrire sedici, forse diciassette denari per impiantare la sua fabbrica.
IL Vassallo, colui che per varie vicissitudini era rimasto proprietario di quelle terre,
non era certo il primo incontro che faceva. Lui aveva gia’ un accordo con i Signori
che governavano durante l’assenza del Vecchio Saggio. Aveva già concordato il
compenso : quaranta denari. Ma in quella
zona lo statuto dichiarava che non si poteva
costruire. C’erano ancora i lavoranti della vecchia fabbrica in cassa
integrazione. Ci furono le elezioni.
I sudditi fecero tesoro delle esperienze patite negli ultimi anni e decisero il ritorno del Vecchio Saggio. Sembrava sbocciare il Rinascimento, e tutte le trame oscurantiste sembrava che dovessero andare a rotoli. Tutti quegli accordi e quegli studi che i tecnici prezzolati avevano fatto, rischiavano di saltare. Tutto quel lavoro,svolto per la maggior parte in studi tecnici privati dalle parti dell’ospedale Melorio , piuttosto che nel Palazzo Municipale rischiava di saltare.
Ma cio’ che i sudditi avevano sbattuto fuori dalla porta riusci’ a rientrare dalla finestra.
Quei governanti durante la lontananza del Vecchio Saggio si erano ingrassati in modo tale da cambiare i lineamenti. Si narra che un “ciuccio coi baffi” sedesse a capo della tavola. Ma contrariamente a quello che si pensa degli animali, quel “ciuccio coi baffi” doveva essere un animale se non intelligente, sicuramente scaltro. Buttato fuori della porta dai sudditi, seppe rientrare dalla finestra. In breve tempo ripresero le trame oscurantiste. Il Re Travicello, che governava per il rispetto e la riconoscenza che i sudditi avevano per Vecchio Saggio, non aveva la forza di imporsi e rimettere le cose al loro posto. Ci provava , ma imbavagliato e infagottato sarebbe solo stato utilizzato come futuro capro espiatorio.
C’erano stati movimenti oscuri. L’ingenium Mauritius, che si era formato nelle botteghe d’arte locali fino a diventare sommo degli artefici edili, risolti da lui stesso, attraverso grandi opere lasciava la contrada. Di buon grado egli aveva accettato, seppur costretto a lasciare la sua dolce bella nell’attico di 300 metri con vista Padre Pio: era stato inviato in quel di Caserta.
Un certo Blund , capo mastro di origine germanica gestiva gli affari al suo posto. Ma essendo di origine germanica, abituato al valore del marco e non ai miseri denari aveva la necessità di fare tanti lavori per guadagnare la pecunia da convertire in marchi.
Ed ecco un fiorire di permessi di costruzione case, case,…e ancora case…finanche una pompa di benzina, che anche se nel Medio Evo le macchine non esistevano era pur sempre un affare da trasformare in pecunia. Chiaramente il tutto in dispregio ai regolamenti municipali. Ma lui aveva nella mente solo una cosa i DM (Deutsch Marchen) e tutta la sua opera era indirizzata in quel senso.
Fu perseguito dalla Santa Inquisizione e costretto a lasciare il suo posto da capo mastro con grande rammarico del “ciuccio coi baffi” e della compagnia intera. Il re Travicello sospinto e soggiogato dai prodi cavalieri cerco’ di farlo tornare con delle suppliche inoltrate alla santa Inquisizione.
Fine 1^ puntata
OMERO

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