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Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv

venerdì 12 settembre 2014

prima lettura dalla 1 lettera di S.Paolo ai Corinzi

prima lettura    dalla 1 lettera di S.Paolo ai Corinzi
Fratelli, annunciare il vangelo   non è per me un vanto, perchè è una necessità  che mi si impone: guai a me   se non annuncia il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa;ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual'è dunque la mia ricompensa?  quella di annunciare  gratuitamente  il Vangelo senza usare  il diritto conferitomi  dal Vangelo. In fatti,  pur essendo   liberi da tutto,  mi sono fatto servo   di tutti per guadagnarne  il maggior numero; mi sono fatto tutto per tutti  per salvare ogni costo qualcuno.Ma tutto io faccio per il Vangelo,  per diventarne  partecipe  anch'io.  non sapete che, nelle cose allo stadio,  tutti corrono,  ma uno solo  conquista il premio?  correte anche voi   in modo da conquistarlo! però ogni atleta è disciplinato  in tutto; essi lo fanno per ottenere  una corona che appassisce, noi invece  una che dura per sempre. Io dunque  corro,  ma non come chi  è senza   meta; faccio pugilato, ma non come  chi batte l'aria; anzi tratto duramente il mio corpo  e lo  riduco in  schiavitù,  perchè non  succeda  che,dopo avere predicato  gli altri , io stesso venga  squalificato.

Le lettura e il Vangelo

Sal.83: Quanto sono  amabile  le tue dimore, Signore! Rit.
L'anima mia  anela / e desidera  gli atri del Signore./  IL mio cuore  e la mia carne /  esultano nel Dio vivente.Rit.
Anche il passero trova una casa/ e la rondine nido  dove porre i suoi piccoli/, presso  i tuoi altari, Signore degli eserciti,/ mio re  e mio Dio. Rit
Beato chi abita nella tua casa:/  senza fine canta le tue lodi./Beato l'uomo  che trova  in te  il  suo rifugio/  e ha le tue vie   nel suo cuore.Rit
perchè sole  e scudo  è il Signore Dio;/ il Signore concede  grazia e gloria ,/  non rifiuta il bene/  a chi cammina nell'integrità.Rit
Allelulia, allelulia, Signore la tua parola è verità;
consacraci  nella verità. Allelulia.

DAL Vangelo 2 Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi disceopoli una parabola : Può forse un ceco  guidare  un'altro cieco? Non cadranno Tutti e due in un fosso?Un discepolo  non è più  del maestro; ma ogniuno,  che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perchè guardi la pagliuzza che è  nell' occhio nel tuo fratello  e non ti occorgi della  trave che è  nel tuo occhio? Ipocrita!Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai per togliere  la  pagliuzza dall'occhio  del tuo fratello.

LA NOTA ESEGETICA
Paolo  continua a  spiegare  ai  Corinzi  perchè  rinunzia  ai suoi diritti  difronte ai  fratelli deboli ( il problema  è se mangiare  carni  già offerte agli  idoli o  no ). Porta la sua  esperienza: egli annunzia  il Vangelo senza  chiedere niente in cambio, rischiando  di non essere capito, perchè vuole creare  quell'unità  che solla lo rende  partecipe  del Vangelo  che  annunzia. Seguire ilSignore vuol dire correre sempre, senza stancarci.

IL COMMENTO SPIRITUALE

Per Gesù  il centro  di gravità  è  l'io, ma l'altro con me, l'altro scoperto uguale a me, creati  in dono  l'uno per l'altro. Tutti  si è  figli Dell' altissimo, dello stesso  Padre  che  è benevolo verso  gli ingrati   e i malvagi.  un Padre  che è  tale  non perchè  chiude  un occhio  sull'ingratidudine e sulla  malvagità, ma che continua a  vedere in ogni persona l'immagine  di un figlio suo  creato  ad immagine  e somiglianza sua. E se chiede di non  essere ingrati  e malvagi, non lo fa perchè sisente offeso, ma perchè vede  che in questo modo i suoi figli  offendono  se stessi,  non riconoscendo più  se stessi  la dignità  più vera e  profonda.  La trave  che  Gesù chiede di togliere dal proprio  occhio è  l'incapacità  di  cogliere  questa  dignità  originaria  e unica  in se  stessi  negli  altri. Solo  quando  ho  questo  occhio  che  mi  fa  vedere  nell' altro un  figlio  dello  stesso Padre,  all'ora l'amore  mi  spinge  ad aiutare il fratello  a togliere  la pagliuzza , non perchè questo mi offende o mi da fastidio,  ma perchè  desidero il  fratello  o la sorella  belli  come  li vede il Padre!

CONCERTO DI BENEFICENZA

Mio figlio frequenta la scuola elementare.  UN giorno abbiamo pensato di organizzare, alunni  e genitori in sieme, un piccolo concerto di  beneficenza per aiutare i poveri . Per tanti questa  iniziativa che ritenevo educativa era una  novità; ho dovuto incontrare  le mamme, a scoltare  le loro  proposte e  decidere ogni cosa insieme.  ILconcerto  si è rivelato un   successo, al secondo spettacolo  gli spettatori  erano raddoppiati.  Con  soddisfazione  di tutti,  i soldi raccolti   sono stati  superiori alle previsioni.  UN insegnante  a definito l'iniziativa  il  momento  più importante  dell' anno scolastico. Dopo di chè  alcune mamme hanno deciso di  fondare un  gruppo per  azioni  di volontariato. La famiglia  di un  alunno  trasferitosi  poi  in un altra scuola  ha  coinvolto le mamme  di li.  ora  anche loro partecipano alle  nostre  iniziative.

                                                                                                                                  R.K-COREA  
                                                                                             

mercoledì 10 settembre 2014

PUBBLICHIAMO LA TERZA PUNTATA DELLA STORIA DI CAPUA ANTICA, L'ATTUALE SANTA MARIA, PERCHE' NON TUTTI LA CONOSCONO

Un altro borgo della città rovinata si disse di S. Pietro in Corpo, e l'uno e l'altro in processo di tempo di bel nuovo ricongiunti, formarono l'odierna città di S. Maria. Sulla strad­a che da Capua conduce S. Maria, e sul corso dell' antica appia sonovi ancora tre pilastri ed un arco restaurato del­l’antica porta Casilinese, o di qualche grande monumento trionfale; ed è questo avanzo appunto quello che dicesi Arco di Santa Maria, dove varii lavori in terra furono attuati in settembre ultimo, e dove si combattè aspro conflitto al 1° ottobre. Furono intorno Capua non pochi villaggi, ch' ebbero il nome dai diversi tempii a diversi numi dedicati. Così a Casapulla fu in antico il Pago di Apollo; a Casanova (casa- Jove dei secoli XI e XII) fu il Pago di Giove; a Musicile, villaggio tra Casapulla e Marcianise pare che fosse stato un pago dedicato alle Muse (Musicilium ): a Marcianise il Pago di Marte; nel, villaggio di Ercole fu il Pago Erculeo; a Casacellola, o Casacecere il pago di Cerere; in Casalba il pago d'Alba ricordato da Livio (XXXII.9). Addiana, o sia S. An­gelo in Formis il pago di Diana; a Bellona quello della Dea di tal nome ch' ebbe tempio verso il principio del monto di Rogeto o di Gerusalemme; a Tutuni presso Vitulaccio il pago di Tutuno, o Priapo ; a Grazzanise o Gratianisium il pago di Venere e delle Grazie, eretto ivi a causa delle fragranti rose che vi nascevano e che venivano adoperate a comporre il famoso unguento olezzante della Seplasia. E se a questi Paghi si aggiungono diversi Vichi, siccome il Novanense, posto nei confini della Campania e del Sannio Caudino, for­se nel sito dell'odierno villaggio di S. Maria a Vico; il Vico Caulo vicinissimo a Capua, ed i cui vini van ricordati con lode da Plinio e da Galeno, e tante altre ignote città campane, di cui abbiamo le monete ed ignoriamo il nome ed il sito, si può congetturare di leggieri quanti e quali furono gli abitatori di Capua e dei suoi contorni.
In quanto all' ampiezza del suo dominio, scrive il Rinal­di , che quando si reggeva a repubblica possedeva quelle terre e campi compresi a settentrione dalla catena del Tifa­ta, ad occidente da Casilino e dal Volturno insino al mare, e ad Oriente da Acerra e Galazia ed oltre a ciò, che le appar­tennero, le città di Volturno, il Pago di Linterno, Suessola, Atella, Galazia e la stessa Cuma per breve tempo.
Al di là del Volturno possedeva il Campo Falerno, (tol­tone 1' agro tenuto dagli Ausonii signori di Cales) ed il Campo Stellate. Il possedimento di questa vasta ed ubertosa contrada la rese sì ricca e potente che nella seconda guerra Punica, scrive Cicerone , quel molto, ch' essa fece, fu tutto sua forza. Bello punico quidquîd 'potuit Capua, potuit ipsa per sese. E volendo aggiustar fede ad Ausonio fu anche potente in mare. Riputatissima e numerosa era la sua cavalleria, porgendone opportunità le sue estese pianure e gli abbondanti pascoli. Taluni opinano che ad ostare alle scorrerie dei Galli Transalpini, avvenute l' anno di Roma 529
Capua fornì ai Romani in ausilio 125,000 fanti, ed 11,500 cavalli. Era tale la sua ricchezza che nonostante le guerre sostenute con i Sanniti, Cumani e Romani, ed i
soccorsi pecuniarii dati ad Annibale, furon nel suo pubblico erario rinvenute 70 libbre di oro, e 2,200 di argento dopo l’assedio sostenuto contro Fulvio e Claudio. Senza occuparmi ad annoverare altri fatti soverchiamente incerti od avvenimenti poc' anzi esposti nel tessere la storia dall’altre città della Campania e del Sannio, esporrò talune generali considerazioni sopra i suoi casi di guerra, che mi stimo saranno per aggiunger pregio a questa breve esposizione
d’ una storia, che ha faticato la penna di vastissimi inge­gni e che sta consegnata in numerose e conosciutissime opere.

Quale flagello fossero le milizie mercenarie ed i soldati di ventura, chiaramente appare da remotissimi fatti. Dionigi tiranno di Siracusa avea ai suoi stipendii delle milizie campane, le quali avendo egli onorevolmente e con doni licenziate, giunte che furono ad Entella città della stessa Sicilia, tradita 1' ospitalità, uccisero gli uomini, violarono le donne, ed usurparonsi il possesso della città (Diod. Sic. lib.14). Narra del pari Polibio (lib. 40) che militando taluni

Raccolta differenziata: "Campagna di richiamo"

racc-richiamoE’ in pieno svolgimento la “campagna di richiamo” finalizzata a sensibilizzare i cittadini sul rispetto delle regole per la raccolta differenziata.
Locandine e manifesti sono stati distribuiti in negozi e pubblici esercizi, nonché lungo le strade e nelle piazze, mentre gli opuscoli con il “glossario del riciclo” (che spiega dove gettare i vari tipi di rifiuto) è, per il momento, a disposizione del pubblico all’Ecosportello in via Galatina e in piazza Coniugi Di Monaco, all’isola ecologica in via Napoli e al teatro del riuso in via Galatina.
L’obiettivo della campagna è invitare i cittadini a prestare maggiore attenzione nella separazione dei rifiuti domestici: la raccolta differenziata, infatti, costituisce un comportamento corretto, utile, necessario e obbligatorio. Per questo è fondamentale che tutti i cittadini rispettino le indicazioni e le modalità di conferimento dei diversi tipi di rifiuto.
Tra i messaggi di questa “campagna di richiamo” ci sono anche quelli relativi alla riduzione dei rifiuti, con l’invito a scegliere prodotti e ad adottare prassi volte al riuso più che alla modalità “usa e getta”.
ingombranti L’amministrazione comunale ricorda, altresì, che i rifiuti ingombrantipossono essere ritirati gratuitamente a domicilio (numero verde 800.170.905), così come i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (numero verde800.132.960).
pila Le pile e i farmaci vanno gettati negli appositi contenitori che si trovano presso i rivenditori e le farmacie, gli indumenti e il vetro devono essere conferiti negli appositi contenitori stradali e nelle campane verdi.
tanica-small Gli oli usati possono essere consegnati all’isola ecologica in via Napoli, all’Ecosportello in via Galatina o in piazza Coniugi Di Monaco a Sant’Andrea.
ciabatte I materiali in buone condizioni che non vengono più utilizzati e che possono essere donati a chi ne ha più bisogno possono essere lasciati al “teatro del riuso” in via Galatina (angolo via Perlasca).

Allegati:
Scarica questo file (manifesto.pdf)[Manifesto pubblico]800 Kb

Teatro Garibaldi - Stagione Teatrale 2014-2015

teatro-2014Al  via i lavori per la nuova stagione al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere. Anche quest'anno, l'allestimento della stagione è stato affidato al Teatro Pubblico Campano che si impegnerà per l'organizzazione di otto eventi (in allegato il programma in Pdf).

Addio campane verdi, arriva la raccolta “porta a porta” anche per il vetro - dal 5 ottobre p.v.

campane-vetroAddio campane verdi, arriva la raccolta “porta a porta” anche per il vetro. Dalla sera di domenica 5 ottobre, tutte le domeniche, i cittadini potranno conferire (oltre all’umido, come da calendario della differenziata) anche un sacchetto con il vetro, che sarà ritirato la mattina del lunedì.Gradualmente saranno rimosse tutte le campane verdi, che non solo sono antiestetiche ma sono diventate un punto di riferimento per sversamenti abusivi e abbandono di sacchetti di immondizie varie.

Immaginando Citta’ - Racconti di fondazioni mitiche, forma e funzioni delle città campane

immaginandocittaDal 21 Maggio 2014 - Museo Archeologico dell'Antica Capua - Via Roberto d'Angiò, 48 - Santa Maria Capua Vetere.
La Mostra “Immaginando Città". Racconti di fondazioni mitiche, forma e funzioni delle città campane” mette in scena uno dei fenomeni storico archeologici più importanti e interessanti della Campania antica: le fondazioni coloniali e il fenomeno urbano.

martedì 9 settembre 2014

PUBBLICHIAMO LA SECONDA PUNTATA DELLA STORIA DI CAPUA ANTICA, L'ATTUALE SANTA MARIA, PERCHE' NON TUTTI LA CONOSCONO

Dopo la guerra sociale diverse colonie vi dedussero i Ro­mani: quella di C. Gracco è ancor dubbio se fosse stata con­dotta ad effetto, stimasi che la prima fu quella guidatavi da M. Bruto, padre dell' uccisore di Cesare, nel 668 di Roma, la quale liberando Capua dalla dura condizione di prefettu­ra le arrecò sorte più tollerabile. Dopo breve tempo nel 672 di Roma altra ne sopravenne di veterani, dedottevi da L. Silla, dopo che ebbe trionfato di Norbano presso il Tifata. Più nobile e copiosa colonia vi dedusse Giulio Cesare nel 695 quattro anni dopo che indarno avea tentato fondarvela il tribuno P. Rullo. E di tre altri accrescimenti la rafforzava Ottavio, il I. dopo aver superato Bruto e Cassio a Filippi; il II. dopo aver vinto Pompeo e Lepido; il III. dopo aver debellato M. Antonio ad Azio.
Quest' ultima volta la colonia ebbe nome di Augusta, epi­teto che con gli altri di Giulia Felice leggesi nel celebre marmo rinvenuto nell' anfiteatro Campano.
Vuolsi che il perimetro dell' antica Capua fosse quasi sei miglia, e che ricettasse nel suo seno non meno di 300,000 abitanti, bastande il dire che poi semplici giuochi nudrì non meno di 40,000 gladiatori, come scrive il principe della la-una eloquenza (Cic. ad Att. XIV, 7 ). Dagli avanzi delle mura deducesi che essa non solo occupava lo spazio , ovo ora sorge S. Maria ed il villaggio di S. Pietro, ma porzione del terreno dove ora sono i villaggi di Savignano, Morcone, S. Andrea, le Curti, S. Prisco e la contrada detta Tirone.
Da sette grandi porte uscivano altrettante vie, le quali menavano a diverse parti della Campania. 1°. La Casilinese rivolgevasi verso Casilino, e per essa passava l'Appia. 2." La Fluviale riguardava il Volturno (4) e conduceva al tempio di Diana onde dicevasi ancora Tifatina, e per essa passava la via Gabinia. 3." La porta di Giove che menava al tempio sii questa divinità posto sul Tifata, detta ancora Acquaria, perché era di costo al famoso acquedotto che dal Taburno conduceva la famosa acqua Giutia. 4.a L' Albana, che mercé dell'Appia menava dritto alla città di Galazia. 5.° L'Atellana, che menava ad Atella. 6." La Cumana a Cuma. 7." La Liter­nina o Marittima che menava a Literno. Nella parte interna tre vie erano celebratissime, la Seplasia, centro di delicatezza o di voluttà, 1' Albana e la Cumana. Ebbe Capua, come Roma, il suo Campidoglio eretto forse dalla colonia dedotta­vi da Cesare, ma consacrato da Tiberio, e che pare che si ergesse ove oggidì è il quartiere della Torre. Presso questo Campidoglio fu il tempio di Giove Tonante di tanta magni­ficenza che ne furono tratte 50 e più colonne per abbellirne la chiesa di S. Vincenzo al Volturno nella nuova Capua. Di fronte al Campidoglio fu un arco magnifico rovinato nel 1661. Diana Capitolina, Giove Terminale, la Fortuna, Marte, Venere Felice, Cerere, Nettuno, Pallade, la Vittoria, Bacco, Nemesi, Iside, Serapide, -Augusto, Castore e Polluce, Mercurio, Lucina, ecc. v'ebbero tempii ed altari. Le monete di bronzo di Capua ci presentano i tipi di Giove, Giunone, Pallade, Cerere, Apollo, Diana ed Ercole; e quelle di argen­to il capo di Giove laureato e l'aquila che stringe il fulmi­ne, con la leggenda osca retrograda.
Una rarissima moneta porta sul dritto Ercole e sul rovescio il suo figlio Te­lefo nudrito dalla cerva, che nelle genealogie mitiche è det­to padre di Tirreno (1). Nell'anfiteatro Campano, pochi anni or sono fu scoperto una specie di calendario sacro, che ri­corda in Capua ferie e lustrazioni pagane l'anno 387 dell'era volgare. Rendevano splendida questa nobilissima metropoli molti pubblici edificii, siccome le Curie, i Circhi, il Foro, dei nobili e quello del popolo, il Teatro, l'Anfiteatro, le Ter­me etc., e fu tanto e tale il trasporto dei Capuani per ogni maniera di spettacoli, che inventarono il modo di riparare i teatri dal calore del sole, dal vento e dalle piogge. (Vai. Max. II. — Amm. Mar. XIV).
Ma il più grande e memorabile edifizio fu l'Anfiteatro, le cui reliquie recano ancora meraviglia dopo tante rovine. I settantotto archi che ancor si noverano, con le due porte maggiori danno una circonferenza di 1780 palmi, e la sua altezza agguaglia quasi quella dell' anfiteatro Flavio, di Ro­ma, che era alto 474 palmi. Credesi che fosse stato capace di 80,000 spettatori.
Chi visita quelle grandi rovine non può non ricordare i generosi spiriti di Spartaco, la grandezza dei popolo campa­no, i crudeli spettacoli del paganesimo, e la divina parola, che gridò pace e fraternità fra gli uomini. I conti Longobar­di e poscia i Saraceni mutarono l'anfiteatro in fortezza; e dai più si opina che la voce Verolasci, Virolasci, Vrelasci, con la quale si denomina oggidì dal volgo l' anfiteatro, derivi da Berolasì o Berelasi, nome datogli verso il IX secolo in co­mune con la distrutta Capua, ed originato per avventura dall’arabo Bir-al-as, che suona rocca rotonda, castello munito (1).
Nella cronaca di Mauringo narrandosi della disfatta data da Ludovico II. di Francia e da Landulfo di Capua ai Saraceni (dopo l'anno 868) è detto: Landulph adiutus est eum contra
Agarenas et emulos suos, quos profligavit in Suessulu et Vero­lasu. Il Mazzocchi opina che tal voce derivi dal tedesco, par­lato dai Longobardi, e che significa città vecchia.

Se queste cose 'rammentano taluni dei più nobili edifizii di Capua, la tradizione e la storia hanno perpetuato le sue ricchezze ed i lussureggianti costumi dei suoi abitatori, che ricordano una seconda Sibari. Devastata dai Vandali nel 455, ritenne tuttavolta il primato fra le città della regione; essen­do stata sede del Consolare che la governava, fra'quali si ha memoria di un Postumio Lampadio, lodato come salvatore della patria e restauratore delle fontane, del Foro e delle vie della città. Incendiata e distrutta nell' anno 840 da'Sara­ceni, che favorivano le partì di Radelchi principe di Bene­vento, si spicciolò in più borghi, dei quali il più considere­vole, ch'era presso l'anfiteatro, si chiamò di Berolasi e poscia di S. Maria dei Suri; dalla Chiesa e dal Borgo, che intorno vi crebbe, e che si disse .così balla famiglia di tal nome, di cui è memoria nei marmi (2) e non dal miracolo fatto dalla Vergine di guarire dalla lebbra con la leccatura dei surici o sorci un re o imperatore, che si trovò di passaggio ad invocarla.
Durante l'estate la formica lavorava duramente, mettendosi da parte le provviste per l'inverno. Invece la cicala non faceva altro che cantare tutto il giorno. Poi arrivò l'inverno e la formica ebbe di cui nutrirsi, dato che durante l'estate aveva accumulato molto cibo. La cicala cominciò a sentire i morsi della fame, perciò andò dalla formica a chiederle se potesse darle qualcosa da mangiare. La formica le disse: «Io ho lavorato duramente per ottenere questo; e tu, invece, che cosa hai fatto durante l'estate?» «Ho cantato» rispose la cicala. La formica allora esclamò: «E allora adesso balla!»
Morale: chi nulla mai fa, nulla mai ottiene.

Nella cultura di massa[modifica | modifica sorgente]

LA RANA E IL BUE

LA RANA E IL BUE
Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall'invidia per quell'imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande.
Quelli risposero: - Il bue.
Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e mori.
Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male.
da: Fedro
Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall'invidia per quell'imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande.
Quelli risposero: - Il bue.
Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e mori.
Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male.
da: Fedro

lunedì 8 settembre 2014

PUBBLICHIAMO LA STORIA DI CAPUA ANTICA, L'ATTUALE SANTA MARIA, PERCHE' NON TUTTI LA CONOSCONO.

SANTA MARIA DI CAPUA.
Siede la presente S. Maria ove già fu I' antichissima Ca­pua, famosa e potente metropoli dell'invidiata regione cam­pana. Regione frumentaria, dove le messi largheggian di biade, dove l'intera natura s'abbella di fiori, si veste di pra­ti, si copre di frutta e si profuma di mille olezzi, dove più raccolte in un anno allietano L' agricoltore ; dove non intra-mettono le sorgenti di zampillare, le piogge d'inaffiare: dove sorridono i piani del mare ricco di conchiglie e di pesci, dove immensa ed incantevole si diffonde la luce nell' az­zurro del firmamento. È questa infine la terra, che al- dire di Cicerone, fu il fondo più bello del popolo romano, il ca­po del danaro, 1' ornamento della pace, il sussidio della guerra, il fondamento dei vettigali , il granaio delle legio­ni, il sollievo dell'annona (I). Ed ora questa sì ricca di na­turali beni, questa sì popolosa di destissimi ingegni, depau­perata sfinita chiederà pane dagli uomini, invocherà lavoro, vedovata dell'ultima sua fortuna. I monumenti, di che la ri­coprirono la greca eleganza e la latina magnificenza, le acquistarono il nome di terra classica. Per tutte le quali cose volere parte per parte descrivere i fasti e le ricchezze della sua meravigliosa metropoli, sarebbe difficilissima opera e tale che assai lungi dal fine propostomi mi condurrebbe,
onde in accorcio ricorderò alta memoria degli uomini talune cose, che non valse a consumare la lenta opera dei tem­po, la violenza dei barbari, l'umana avarizia, le commozioni della natura, improntando dalla tradizione e dalla storia quel tanto, che più da vicino si stringe al mio subbietto.
Ritraesi dalla tavola Pentingeriana che Capua Vetere era posta tre miglia distante da Casilino. Geografi, poeti, sco­liasti, istorici le danno a gara grandi e diversi principii. i sostenitori dell' origini troiane di Roma la dicono costrutta da Capi congiunto e compagno di Enea. Altri affermano: che posteriormente alla sua fondazione fu detta Capua da Capi, duce dei Sanniti, che la conquistarono nei tempi sto­rici. Tal'altri trovarono nella parola Campo o pianura in che è posta, l'etimologia del suo nome : ma la più accreditata opinione si è che fosse stata edificata dai Pelasgi-Tirreni (1). Sappiamo di certo soltanto da Diodoro che 438 anni avanti l'era volgare si formò la nazione dei Campani, nè più di un anno differisce il calcolo di Eusebio (2) : cosichò i Sanniti davan corpo alla nazione campana circa 26 anni dopo la prima occupazione di Capua, fondata molti anni innanzi da popoli mossi dall' Epiro, dov' era una regione denominata Campania.

(1) Cic. De leg. Agr. 11, 29.

                                          (DOMANI LA SECONDA PUNTATA...)