Carissima Onorevole,
quando
l’altro giorno ho letto della Sua sottoscrizione all’ennesima mozione per il
Mezzogiorno, ho sentito il bisogno di scriverle pubblicamente.
Vede, io ho 36 anni e vivo ancora a casa con i miei, che ringrazio per avermi dato la possibilità di studiare e di offrirmi ogni giorno un piatto caldo a tavola. Il vivere con loro, per quanto li ami, non mi fa stare bene o a posto con la mia voglia di rendermi indipendente. Il mio vivere con loro è una fortuna e una necessità allo stesso tempo: una fortuna perché ho una famiglia che, con enormi sacrifici, mi sostiene e una necessità perché, nonostante mi sia laureata, abbia un master, stage a volontà svolti in tutta Italia e brevi esperienze lavorative alle spalle, ancora non ho trovato un lavoro vero, che mi dia la possibilità di abbandonare la casa dei miei e realizzare le mie ambizioni. Come me milioni di persone, come me tutti quegli amici e parenti che, dalla mia città, con una laurea in mano sono scappati in cerca di fortuna: c’è chi si trova a Londra o in Olanda a servire ai tavoli, chi a Milano in cerca di stabilità, chi sta per partire perché ha perso il lavoro in nero e non ha più i soldi per andare avanti.
Vede, io ho 36 anni e vivo ancora a casa con i miei, che ringrazio per avermi dato la possibilità di studiare e di offrirmi ogni giorno un piatto caldo a tavola. Il vivere con loro, per quanto li ami, non mi fa stare bene o a posto con la mia voglia di rendermi indipendente. Il mio vivere con loro è una fortuna e una necessità allo stesso tempo: una fortuna perché ho una famiglia che, con enormi sacrifici, mi sostiene e una necessità perché, nonostante mi sia laureata, abbia un master, stage a volontà svolti in tutta Italia e brevi esperienze lavorative alle spalle, ancora non ho trovato un lavoro vero, che mi dia la possibilità di abbandonare la casa dei miei e realizzare le mie ambizioni. Come me milioni di persone, come me tutti quegli amici e parenti che, dalla mia città, con una laurea in mano sono scappati in cerca di fortuna: c’è chi si trova a Londra o in Olanda a servire ai tavoli, chi a Milano in cerca di stabilità, chi sta per partire perché ha perso il lavoro in nero e non ha più i soldi per andare avanti.
So bene che non sto raccontando nulla di
nuovo, perché questo accade ormai da anni a migliaia e migliaia di giovani, ma,
avendo tanto tempo a mia disposizione nella mia avvelenata esistenza, oltre a vagliare
avvisi di lavoro sui giornali, ho avuto modo di venir a conoscenza delle tante
riunioni, incontri, tavole rotonde, ordini del giorno, cortei, convegni, conferenze,
interrogazioni e quant'altro Lei e il Suo partito, avete conseguito in
questi ultimi tempi per il rilancio economico e sociale del Sud.
Mi sia consentito di partire da una Sua
recente dichiarazione :
“Ci aspettiamo dal Governo Renzi una ulteriore
assunzione di responsabilità accanto agli impegni che già ha assunto e sta
portando avanti”.
Assumersi le responsabilità di fronte agli
impegni presi vuol dire trovare le soluzioni alla crisi industriale del
mezzogiorno, costruite finora solo attorno ai tavoli ministeriali.
Onorevole Sgambato, nelle sedi di partito
di mezza provincia, Lei ha parlato di un ambizioso e concreto piano industriale
per contrastare la disoccupazione. Viene spontaneo chiedersi quali concrete azioni e misure s’intendono
mettere in atto per risolvere con urgenza la questione occupazionale?
A nulla serve puntare il dito contro il
malgoverno regionale, denunciando la mancanza di fondi e di finanziamenti
quando poi sappiamo tutti che questi sono disordinatamente impiegati, se non
del tutto persi. Non basta mettere in elenco le risorse dei fondi europei per
risolvere la questione perché i dati, che sono sotto i nostri occhi, non
possono essere modificati con le semplici buone intenzioni.
L’allacciamento dei fondi strutturali, anche
se positivo per qualcuno, purtroppo è del tutto insufficiente a risolvere
l'enorme problema occupazionale.
Lo sviluppo industriale territoriale
potrebbe essere veramente il motore per la ripartenza non solo della nostra
città, ma dell’intera provincia e del Meridione.
Attualmente la politica
industriale locale, purtroppo, versa
in una situazione di grave assenza di un benché minimo progetto pilota per lo
sviluppo della piccola e media impresa, capace di creare zone industriali attrezzate e collegate
con il resto del Paese e con il mondo intero.
La crisi
del Mezzogiorno è la crisi dell'intero Paese e occorre agire di conseguenza con
interventi urgenti e prioritari, assumendo politiche in grado di favorire la
localizzazione delle attività industriali nelle aree del sud, i cui benefici
ricadranno di conseguenza anche sulle imprese del Centro-Nord che non riescono
a reperire aree industriali e manodopera qualificata. Occorre, quindi, portare
la dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno ai livelli del resto del Paese,
selezionando, previa individuazione, le strutture e gli innumerevoli siti di
più grande interesse, localizzati nel nostro territorio e in tutto il
Meridione, spesso abbandonati a sé stessi e procedendo per la loro
valorizzazione sul piano nazionale.
Come mai il
partito democratico, a S. Maria Capua Vetere come in altre città, per
realizzare una nuova prospettiva di sviluppo industriale non perseguita il diminuire
dei fattori negativi di carattere ambientale che caratterizzano la
situazione del nostro territorio e che decretano il fallimento di qualsiasi
azione positiva?
Bisogna contrastare
l’inefficienza burocratica, la criminalità organizzata, e tutti quei fenomeni
d’illegalità, dal lavoro sommerso alla microcriminalità, e soprattutto bisogna
bloccare la corruzione politico-amministrativa che, condizionando
l'attività di governo locale, tenta di infiltrarsi nei grandi appalti per opere
pubbliche ed edilizia privata, stravolgendo di fatto, le regole del “fare
impresa” e scoraggiando, per di più, gli investimenti industriali.
Senza un
deciso intervento di rafforzamento su questi elementi, dal rispetto della
legalità alla certezza del diritto, è difficile far sì che gli imprenditori
scelgano il Mezzogiorno come territorio nel quale localizzare i propri capitali.
Da qui nasce l’esigenza di tutelare la legalità sanzionando i comportamenti
illeciti e responsabilizzando i governi locali a puntare sugli investimenti,
chiudendo, una volta per tutte, il rubinetto dei regali.
Ribadisca
una volte per tutte agli amministratori, soprattutto a quelli del suo partito,
che anche nella nostra città, S. Maria Capua Vetere, gli spazi industriali previsti
dal PRG non possono essere contendibili da strutture commerciali ma devono
essere destinati esclusivamente all’implementazione di laboratori,
fabbriche, insediamenti industriali e piccole e medie imprese per la produzione
artigianale locale e non.
Aprire la
nostra principale zona industriale dell’ex-tabacchificio al commercio al
dettaglio è stato non solo una speculazione edilizia e un illecito procedimento
di sgretolazione di un’area industriale, ma anche un processo deleterio per il
commercio del centro storico e per il tessuto commerciale di tutta la città, costretto
a subire una impari competizione con altre tipologie di attività.
Lei ha
l’obbligo politico e morale di impedire che le aree delle zone industriali
possano essere oggetto di trasformazione urbanistica ai fini commerciali o,
addirittura, residenziali, distruggendo il territorio della città e spremendo i
cittadini a favore dei soliti noti.
L'amministrazione
corretta della “cosa” pubblica, inoltre, non può rinunciare al suo dovere di
razionalizzazione del settore, perché altrimenti ci saranno zone troppo servite
e altre sempre più carenti di servizi, come sta accadendo!
Le aree
industriali dismesse, per la maggior parte inserite nel cuore del tessuto cittadino,
vanno tutelate, perché sono il nostro patrimonio più grande, l’ultima salvezza
delle nuove generazioni.
Una città straordinaria come la nostra non
può fare finta di niente e continuare ad andare avanti sempre nella stessa
direzione, negando presente e futuro a intere generazioni, sottomettendosi ai
poteri forti degli speculatori come se nulla potesse cambiare mai in questa
provincia!
Saluti
una disoccupata
povera
…ma solo di soldi
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