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mercoledì 2 settembre 2015
Fioretti di San Francesco: capitolo sesto
Come san Francesco benedisse il santo frate Bernardo, e lasciollo
suo vicario, quando egli venne a passare di questa vita.
Era frate Bernardo di tanta santità che san Francesco gli portava grande riverenza, e spesse volte lo lodava. Essendo un dì san Francesco, e stando divotamente in orazione, sì gli fu rivelato da Dio che frate Bernardo per divina permissione dovea sostenere molte e pugnenti battaglie dalli demonii; di che san Francesco, avendo grande compassione al detto frate Bernardo, il quale amava come suo figliuolo, molti dì orava con lagrime, pregando Iddio per lui e raccomandandolo a Gesù Cristo, che gli dovesse dare vittoria del demonio. E orando così san Francesco divotamente, Iddio un dì gli rispuose: Francesco, non temere; perocchè tutte le tentazioni dalle quali frate Bernardo dee esser combattuto, gli sono da Dio permesse a esercizio di virtù e corona di merito; e finalmente di tutti gl’inimici avrà vittoria, perocch’egli è uno de’ commessari del reame del cielo. Della qual risposta san Francesco ebbe grandissima allegrezza e ringraziò Iddio: e da quella ora innanzi gli portò sempre maggiore amore e riverenza. E bene gliene mostrò non solamente in vita sua, ma eziandio nella morte. Imperocchè, vegnendo san Francesco a morte, a modo di quel santo patriarca Giacobbe, standogli d’intorno gli divoti figliuoli addolorati e lagrimosi della partenza di così amabile padre, domandò: Ov’è il mio primogenito? Vieni a me, figliuolo, acciocchè ti benedica l’anima mia, prima ch’io muoia. Allora frate Bernardo dice a frate Elia in segreto, il quale era vicario dell’Ordine: Padre, va dalla mano dritta del santo, acciocchè ti benedica. E ponendosi frate Elia dalla mano dritta, san Francesco, il quale avea perduto il vedere per le troppe lagrime, puose la mano dritta sopra il capo di frate Elia, e disse: Questo non è il capo del mio primogenito frate Bernardo. Allora frate Bernardo andò a lui dalla mano sinistra e san Francesco allora acconciò le braccia a modo di croce, e poi puose la mano diritta sopr’il capo di frate Bernardo e la manca sopr’al capo del detto frate Elia, e disse a frate Bernardo: Benedicati il Padre Iddio nostro Signore Gesù in ogni benedizione spirituale e celestiale in Cristo. Siccome tu se’ il primogenito, eletto in questo Ordine santo a dare esempio evangelico, al seguitare Cristo nella evangelica povertà: imperocchè non solamente tu desti il tuo, e distribuisti interamente e liberamente alli poveri per lo amore di Cristo, ma eziandio te medesimo offeristi a Dio in questo Ordine in sacrifizio di soavitade; benedetto sia tu adunque dal nostro Signore Gesù Cristo e da me poverello servo suo di benedizioni eterne, andando, istando, vegghiando, e dormendo, e vivendo, e morendo; chi ti benedirà sia ripieno di benedizioni, chi ti maladicesse non rimarrà senza punizione. Sia il principale de’ tuoi fratelli, e al tuo comandamento tutti i Frati ubbidiscano: abbi licenza di ricevere a questo Ordine chiunque tu vorrai, e nessuno frate abbia signoria sopra di te, e siati licito d’andare e di stare dovunque ti piace. E dopo la morte di san Francesco, i frati amavano e riverivano frate Bernardo come venerabile padre; e vegnendo egli a morte, vennero a lui molti frati di diverse parti del mondo, fra li quali venne quello ierarchico divino frate Egidio; il quale veggendo frate Bernardo, con grande allegrezza disse: Sursum corda, frate Bernardo, Sursum corda: e frate Bernardo disse a uno frate segretamente che apparecchiasse a frate Egidio uno luogo allo a contemplazione: e così fu fatto. Essendo frate Bernardo nella ultima ora della morte, si fece rizzare, e parlò ai frati, che gli erano dinanzi, dicendo: Carissimi fratelli, io non vi vo’ dire molte parole: ma voi dovete considerare che lo stato della Religione ch’io ho avuto, voi avete, e questo ch’io ho ora, voi avrete ancora, e trovo questo nell’anima mia, che per mille mondi eguale a questo io non vorrei avere servito ad altro Signore che allo nostro Signore Gesù Cristo: e d’ogni offesa che io ho fatta m’accuso e rendo in colpa al mio Salvatore Gesù e a voi. Priegovi, Fratelli miei carissimi, che voi m’amiate insieme; e dopo queste parole, e altri buoni ammaestramenti, riponendosi in sul letto, diventò la faccia sua splendida e lieta oltremodo, di che tutti i frati forte si maravigliarono, e in quella letizia la sua anima santissima, coronata di gloria, passò della presente vita alla vita beata degli angeli.
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