prova


Non lasciare mai, che il successo ti nasconda la sua vacuità, un' impresa la sua vanità, la fatica la sua desolazione. Mantieni vivo dentro di te l' incentivo ad andare ancora più avanti, quell' inquietudine dell' anima che ci spinge al di là di noi stessi. Non guardare indietro, e non accarezzare sogni per il futuro. Ciò non verrebbe nè a restituirti il passato nè a soddisfare gli altri tuoi sogni ad occhi aperti. Il tuo dovere, la tua ricompensa, il tuo destino sono qui ora.
(Dag Hammaarskjold, Markings)
Dobbiamo accettare le delusioni che sono limitate, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza.
(Martin Luther King)
Noi non dimentichiamo e non demordiamo.
Quanno 'a furmicola vò murì, mètte è scèlle. Si dice di chi, raggiunta la ricchezza, perde ogni senso della misura e finisce per far cose illogiche e per danneggiare se stesso.
Quanno ò perucchio saglie in gloria perde à scienza e à memoria. Il villano che sale nella scala sociale dimentica subito la sua origine e coloro che lo hanno agevolato nella ascesa.

giovedì 10 marzo 2016

San Giovanni Ogilvie Sacerdote S.J. e martire


Giovanni, al secolo John, Ogilvie nasce nel 1579 a Drum in Scozia e di lui non si sa nulla con certezza prima del 1593, anno in cui fu inviato quattordicenne sul Continente a studiare, come molte famiglie facoltose della Gran Bretagna, facevano con i loro figli in quell’epoca.

Convertitosi al cattolicesimo, studiò a Douai (F) ; a Lovanio (B); a Ratisbona (D) nel Collegio dei benedettini scozzesi; pressi i Gesuiti ad Olmütz, dove sentì la chiamata di Dio allo stato religioso.
Ottenne, così, di essere ammesso al noviziato gesuita di Brunn in Moravia, in cui entrò il 24 dicembre 1599, aveva vent’anni. Terminati gli studi in teologia, fu ordinato sacerdote a Parigi nel 1610 e destinato a Rouen.

Il suo desiderio, però, sin dai tempi di Lovanio, era quello di ritornare nella sua patria, la Scozia, per lavorare nelle missioni cattoliche; bisogna ricordare che in tutta la Gran Bretagna era in corso la persecuzione anticattolica. 
Dopo più di due anni di richieste, fu esaudito e nell’autunno del 1613, dopo 22 anni di assenza, riuscì finalmente ad entrare in Scozia con la falsa identità di “capitano Watson”. Prese ad operare nell’apostolato missionario ad Edimburgo, ospite di Guglielmo Sinclair, avvocato al Parlamento e fervente cattolico.

Celebrava clandestinamente le S. Messe, frequentatissime, predicando fattivamente ai tanti cattolici che meditavano con interesse la sua parola; si spinse travestito, anche nelle carceri a confortare i molti cattolici prigionieri.
Si recò anche a Londra e Glasgow e fu proprio in questa città, che venne arrestato il 4 ottobre 1614, su denuncia di Adam Boyd, fatta all’arcivescovo protestante.

Subì per quattro mesi dolorosissime torture e, restando sempre strettamente incatenato, tanto da poter compiere pochissimi movimenti, finì davanti ai giudici scozzesi per cinque volte, dal 1614 al 1615.
Rimangono due resoconti molto particolareggiati dei processi: uno redatto dallo stesso Giovanni Ogilvie e completato dai compagni di prigionia, l’altro è costituito dalla relazione ufficiale inglese fatta scrivere dall’arcivescovo protestante Spottiswood, subito dopo il supplizio del martire.

Il 10 marzo 1615, il sacerdote viene dichiarato reo di lesa maestà dal tribunale di Glasgow e condannato a morte mediante impiccagione: la sentenza venne eseguita nel pomeriggio dello stesso giorno.
Fu subito sepolto nel cimitero dei condannati e dei suoi resti non se ne seppe più nulla. 

Fu beatificato il 22 novembre 1929 da Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) e canonizzato il 17 ottobre 1976 dal Beato Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) che concluse la sua omelia nei seguenti termini :

« Noi siamo spesso portati a considerare nei martiri le sofferenze fisiche, le atroci e crudeli sofferenze alle quali essi sono sottoposti, più che il loro motivo, tanto è l’orrore ch’esse provocano nella nostra mente e nella nostra sensibilità. Ma non sono le sofferenze il titolo supremo specifico della loro grandezza e della loro autorità a nostro riguardo. Ce lo ricorda S. Agostino dicendo che non è la pena, ma la loro causa che fa i martiri veri: “quod martyres veros non faciat poena, sed causa» (S. Augustini Ep. 89: PL 2, 310).
E quale fu la causa del martirio di Giovanni Ogilvie? È facile scoprirla: la fede, dicevamo. Ma la fede è un mondo: quale punto della fede, quale verità della fede fece da centro al combattimento del suo martirio? La voce autorizzata da Cristo ad annunciarla: “voi mi sarete testi” (At 1, 8), testimoni, araldi, martiri. “Andate e insegnate” (Mt 28, 19): “chi ascolta voi, ascolta me” (Lc 10, 16) disse Gesù...
Scoperto questo punto centrale e dolente della testimonianza di Giovanni Ogilvie noi non andremo oltre nel nostro discorso; ci basterà registrare che la santità del nostro eroe è caratterizzata dalla sua testimonianza di devozione al magistero della Chiesa e di fede nella Messa, atto di culto che celebra la Parola di Dio e realmente la rende presente. Ma ora noi vogliamo fare dell’elogio di Ogilvie un’apologia polemica. Vogliamo piuttosto esprimere la sovrana speranza che il suo martirio giovi a confermare la nostra fede nel magistero della Chiesa e nel prodigio sacramentale e sacrificale dell’Eucaristia. La speranza che intorno a queste somme verità testimoniate dal nuovo Santo convergano i passi, convergano i cuori di quelli che allora, al momento del suo martirio, lo condannarono come traditore della lealtà dovuta alla Potestà civile della sua patria, mentre altro non fu che assertore dell’autonomia della Potestà religiosa secondo la sentenza eterna di Cristo Signore: “Date a Cesare ciò ch’è di Cesare, e date a Dio ciò ch’è di Dio” (Mt 22, 21).
Così, che, con serena comprensione dei drammi della storia passata, e con amico presagio d’una più felice storia avvenire, noi possiamo oggi attribuire a gloria del nostro Martire, con quanti altri soffrirono per la medesima causa, il merito d’aver eroicamente contribuito col suo sacrificio a rivendicare alla civiltà la libertà religiosa, quale il recente Concilio ha illustrata nella sua dichiarazione «Dignitatis Humanae»: nessuno dev’essere costretto, nessuno dev’essere impedito a professare la religione, mentre per tutti esiste il grave obbligo morale di cercare e seguire la verità, quella religiosa specialmente (Dignitatis Humanae, 2, 6, 9; S. Augustini Contra litteras Petiliani: PL 43, 315). Perciò il Santo da noi venerato, lungi dall’essere emblema di discordia civile o spirituale, placherà l’infausta memoria della violenza o dell’abuso d’autorità per causa religiosa, e ci aiuterà tutti a risolvere le vertenze relative al nostro credo rispettivo in propositi di mutuo rispetto, di serena ricerca e di fedele adesione alla Verità per ricomporre quella sospirata unità di fede e di carità, che Cristo ci insegnò essere espressione suprema del suo Vangelo (Cfr. Io. 17).
Ed affinché noi tutti siamo resi degni di giungere a questo epilogo della nostra celebrazione agiografica, ed a questa sorgente di ascetica imitazione, invocheremo umili e fidenti: San Giovanni Ogilvie, prega per noi! »

Significato del nome Giovanni: “il Signore è benefico, dono del Signore” (ebraico).

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Caino e Abele

Da Baudelaire "I fiori del male" la poesia "Caino e Abele"

Dioscuro...

Abbiamo parlato più volte dei "Fiori del Male" di Baudelaire, ma ci sono dei versi che hanno sempre attirato la mia attenzione, sono le razze di Caino e Abele.
Sono metafore delle tipologie di umanità che adottano rispettivamente modi di esistere opposti.
Chi vive nella religione e nella prosperità, appagato dall'appoggio della divinità e della sua coscienza, contro chi vive l'umanità nella sua essenza più carnale, asseconda i suoi istinti e ne è condannato. Contadini contro cacciatori, santità contro umanità, ricchezza contro povertà, beatitudine contro dannazione.
Si parla di razze, quindi non c'è scelta. Voi siete più Caino o Abele? :)

Caino e Abele

Razza d'Abele, dormi, bevi e mangia:
con che compiacimento ti sorride Dio!

Razza di Caino, striscia
nel fango e muori miserabile!

Razza d'Abele, il tuo sacrificio
accarezza il naso ai Serafini!

Razza di Caino, il tuo supplizio
potra mai avere fine?

Razza d'Abele, guarda prosperare
II tuo bestiame e le tue semine!

Razza di Caino, le tue viscere
urlano di fame come un vecchio cane!

Razza d'Abele, scaldati il ventre
al focolare patriarcale!

Razza di Caino, trema di freddo
nel tuo antro, povero sciacallo!

Razza d'Abele, ama e prolifica!
Anche il tuo oro si moltiplica!

Razza di Caino, guardati
dalle grandi brame, cuore ardito!

Razza d’Abele, tu cresci e ti pasci
come le cimici dei boschi!

Razza di Caino, trascina per le strade
la tua famiglia disperata!

Razza d'Abele, la tua carogna
ingrasserà la fumante terra!

Razza di Caino, il tuo compito
non è ancora finito!

Razza d'Abele, vergognati!
II ferro e vinto dallo spiedo!

Razza di Caino, sali al cielo
e scaraventa sulla terra Dio!

C. Baudelaire
Le Fleurs du Mal

Johnny:
Io sono molto più Abele, mi hanno già ucciso diverse volte....

Goethe:
Io sono Abele con Caino.
E sono Caino con Abele.

Intelligenti Pauca

CITAZIONE DI SAN FRANCESCO DI SALES

PAROLE DI SAN FRANCESCO DI SALES PER I FALSI FARISEI DI ALCUNE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI CAPUA

“NON ACCONTENTARTI DI ESSERE POVERO COME I POVERI, MA SII PIU’ POVERO DEI POVERI, VA A SERVIRLI QUANDO GIACCIONO A LETTO INFERMI E DEVI SERVIRLI CON LE TUE PROPRIE MANI.

QUESTA SERVITU’ E PIU’ GLORIOSA DI UN REGNO”.

CITAZIONE DEL GIORNO

MA COME CALZA BENE PER QUESTA CITTA'!
PROBABILMENTE AVEVA SOGGIORNATO PER UN PERIODO DI TEMPO A S MARIA…


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BIAGIO MARIA DI MURO

RISPONDIAMO AL NUOVO CITTADINO C.DV.CHE DA QUALCHE MESE SI E’ TRASFERITO DAL LAZIO IN CAMPANIA E PRECISAMENTE A S.MARIA CAPUA VETERE IN VIA GALATINA CHE CI HA CHIESTO CHI ERA IL SINDACO DELLA CITTA’.

BIAGIO MARIA DI MURO

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BIAGIO DI MURO

TI RIMETTO LA FOTO DI BIAGIO DI MURO E UNA PARTE DEL SUO CURRICULUM VITAE

BIAGIO DI MURO SI E’ LAUREATO, IL 30/10/1995, CON 110 E LODE IN ARCHITETTURA PRESSO L’UNIVERSITA’ DI NAPOLI, CON UNA TESI SPERIMENTALE IN SCIENZE DELLE COSTRUZIONI ED E’ ISCRITTO ALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI CASERTA AL N. 872.

SVOLGE UNICAMENTE LA LIBERA PROFESSIONE ED HA LO STUDIO IN S.MARIA C.V., AL CORSO ALDO MORO N.73

E’ABILITATO AL COORDINAMENTO DI SICUREZZA – D.LGS.494/96 – CON ATTESTATO DI CORSO RILASCIATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, A CURA DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCHE L.U.P.T. DAL 24 NOVEMBRE 1997.

HA PARTECIPATO AL GRUPPO DI RICERCHE SUL TEMA “STABILITA’ DELLE TORRI IN MURATURA” ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO DI “COSTRUZIONE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA” – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI, FEDERICO II.

E’ COLLABORATORE DELLA III AREA DI RICERCA “PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI” L.U.P.T. – LABORATORIO DI URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI, FACOLTA’ DI ARCHITETTURA.

E’ MEMBRO DELL’AREA DI RICERCA “PROGETTAZIONE URBANA, AMBIENTALE E DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI BENI STORICI, ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI” DEL CENTRO DI RICERCA L.U.P.T. DELL’UNIVERSITA’ FEDERICO II DI NAPOLI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA – DIRETTORE PROF. FRANCO MARINIELLO.

HA SEMPRE AVUTO UN FORTE LEGAME CON LA POLITICA ATTIVA, ESSENDO FIGLIO DI NICOLA DI MURO, IL QUALE FIN DAL 1956 E’ ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, PRIMA A LIVELLO COMUNALE I POI OLTRE AI CONFINI CITTADINI, FINO A DIVENTARE UOMO DI RIFERIMENTO DEL PARTITO AI PIU’ ALTI LIVELLI.

BIAGIO MARIA DI MURO FIN DALL’ADOLESCENZA HA POTUTO ASSORBIRE TUTTA L’ESPERIENZA POLITICA ED AMMINISTRATIVA, AVENDO AVUTO MODO DI FREQUENTARE ASSIDUAMENTE IL PARTITO.

PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2002, CANDIDATO CON FORZA ITALIA, RIPORTANDO CIRCA 1000 VOTI DI PREFERENZE CONTRIBUENDO IN MODO DETERMINANTE DA FAR DIVENTARE FORZA ITALIA IL PRIMO PARTITO IN CITTA’.

DOPO NEL 2007 ASSUME LA CARICA DI VICE SINDACO, MA DOPO QUALCHE MESE NON ESITA A LASCIARE IL PRESTIGIOSO INCARICO QUANDO SI ACCORGE CHE CON LA DEFENESTRAZIONE DELL’ASSESSORE MARCIANO SCHETTINO VENIVANO TRADITI GLI IMPEGNI E LE PROMESSE SOTTOSCRITTE NEL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI.

DAL 2011 AL 2015 E’ STATO SINDACO DELLA CITTA’ DI S.MARIA CAPUA VETERE.

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PERDONA LORO......

Padre perdona loro! Perché li hai accecati? Perché hai tolto loro la memoria? Forse perché non credono più in Te? Padre perdonali! Tu sei un Dio buono: essi non sanno quello che fanno.... Non ricordano quando Tu mandasti loro la manna dal cielo e tutti sopravvissero e trovarono la terra promessa. Oggi li vuoi punire perché hanno troppo peccato? È per questo che la nuova manna tarda ad arrivare? Se sono ancora scettici e sono ancora cristiani se lo facessero spiegare dal loro parroco. Se poi sono degli assatanati, arrabbiati, solo perché credono di essere degli unti dal Signore, e solo perché sono stati abituati a credere di essere dei privilegiati, dimenticando i comandamenti che Dio diede a Mosè, allora fanno bene a pregare il vitello d'oro. E fanno bene a servire il vitello casalese sempre presente e che è stato causa del saccheggio sammaritamo e della chiusura delle industrie e la conseguente fine del lavoro, del commercio e delle possibilità di dare da bere agli assetati. Ma Tu Signore, nella Tua Infinita Bontà, Perdonali.....

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE

NON CI SIAMO LIBERATI DI TUTTI MA RESTERANNO ALL'OPPOSIZIONE