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venerdì 4 giugno 2010
Ne abbiamo piene le tasche.
Alla sinistra italiana, nella sostanza, non piacciono gli ‘altri’ italiani, quelli, cioè, che votano per Berlusconi.
Non li ama.
Sente di essere un’oasi abitata dai migliori (come ‘il Migliore’ era il suo idolo intramontabile), nel mezzo di un paese estraneo.
Di conseguenza sente di non avere nessuna responsabilità per quello che quotidianamente accade in ogni città della nostra nazione.
Se l’essere umano di sinistra sentisse una correità, non penserebbe di voler andare a vivere in un altro paese, più degno di averlo come cittadino.
Però, a quel paese ( e alcuni consiglieri comunali di S. Maria C.V. ce li manderei volentieri ) che non le piace, che non può amare, del quale non sente di far parte, e che osserva inorridita ed estranea, che mette in soggezione di continuo e al quale ricorda che se potesse non ci convivrebbe mai, la sinistra italiana a ogni elezione, è costretta a chiedere il voto.
Vuole, cioè, che quella parte di paese che disprezza, si affidi alle sue cure.
Ciò che puntualmente non avviene.
Oggi che parecchi dei suoi sostenitori passeranno nel centrodestra cittadino, ci domandiamo, come costoro continueranno ad affrontare la loro realtà personale dalla parte dei peggiori.
Come giustificheranno queste scelte con i loro sostenitori, con i loro amici, con le loro famiglie , con i loro figli e perché no, con i loro padri e le loro madri che da ‘migliori’ li hanno cresciuti.
Oltretutto, parecchi di loro, fino ad oggi, da ‘migliori’ sono stati , anche, trattati.
Senza avere nessun titolo o competenza, hanno rivestito cariche ed incarichi ambitissimi, senza avere avuto il suffragio degli elettori hanno rivestito cariche politiche, senza dignità di ‘migliori’ hanno gestito le nostre misere risorse pubbliche, scialacquandole in feste, festini e bagordi vari.
Plaudo e sono contento per il passaggio di Giovanni CAMPOCHIARO nel PDL locale (senz’altro questa scelta è foriera della vittoria del centrodestra alle prossime elezioni comunali), ma non riesco ad immaginare minimamente come farà a giustificare la sua trasformazione in ‘peggio’ ai suoi tanti sostenitori ed amici.
Vicesindaco, assessore, consigliere comunale di maggioranza in tutte le giunte guidate dal centrosinistra locale, oggi traghetta la sua esperienza politica nel PDL.
Inutile dire che sono assolutamente solidale con lui e comprendo già da ora tutta la sua angoscia nel dovere affrontare il dileggio dei suoi ex compagni di partito, ma seri dubbi nutro sul contributo che potrà dare in termini di gestione del, mi auguro, futuro potere politico da parte dei partiti del centro destra.
Non perché non ne abbia le capacità politiche, personali e culturali, ma perché ormai gli elettori hanno dato sintomi di rigetto nei confronti di coloro che da sempre sono stati inseriti nei gangli dell’ ‘entourage’ bassoliniano.
La gente vuole voltare pagina, lasciamo che tale desiderio venga soddisfatto.
Tradire oggi la volontà degli elettori, data la difficilissima situazione socioeconomica (provocata in Campania proprio dai bassoliniani) e la delinquenza dilagante potrebbe essere pericolosissimo.
La gente che sempre più frequentemente non riesce a mettere il piatto in tavola potrebbe iniziare a domandarsi che fine hanno fatto tutti i soldi che sono stati risucchiati dalla cattiva gestione dei rifiuti sul nostro territorio e chiederne ragione a chi era a capo degli uffici che ne affidavano gli appalti della raccolta.
La gente, questo è certo, ormai è stanca di essere presa in giro ed un nuovo riciclaggio politico servirebbe solo ad istigarla sempre di più.
CAMPOCHIARO , a parere di chi scrive, ormai ha ‘fatto il suo tempo’ e deve seguire la sorte di tutti coloro che , legati allo sfacelo bassoliniano, devono in buon ordine e senza ‘sbattersi troppo’ dileguarsi al più presto dalla vita politica della nostra città.
Di loro ne abbiamo piene le tasche.
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