Ho provato una sensazione, come cittadino sammaritano, di mortificazione e di dolore nel leggere la civile lettera pubblicata sul Mattino di oggi, del prof Massimo Capaccioli, ordinario di astrofisica dell’università Federico secondo di Napoli. Inanzitutto perché vi ho letto la delusione di chi, autorevole esponente della cultura, astrofisico di fama internazionale, ha scelto di venire a vivere nella nostra città, penso in fuga da quella metropoli non governata e forse, ingovernabile di Napoli, dai suoi problemi che sono, ormai, piu di di
una megalopoli mediorientale o africana che di una città europea.
Evidentemente il prof Capaccioli pensava di trovare in Santa Maria una cittadina degna della sua storia e della sua tradizione. E ho pensato anche come fosse utile la provocazione di uno straniero per una città, per i suoi abitanti, io tra questi, che si sono abituati a una condizione di abbandono e a una deriva di assuefazione e a un persistente e quasi inesorabile declino.
Allora le parole accorate del prof Capaccioli possono essere utili, al di là delle beghe di bassa cucina e delle polemiche e dei comportamenti da angiporti della politica, a farci tutti riflettere, come sammaritani che non basta la lamentazione sterile, il chiacchiericcio indistinto, il cadere nel pettegolezzo da bar. E' arrivato il momento che i cittadini di buona volontà, al di la degli schieramenti, e che una borghesia sempre piu silente e ripegata su se stessa, abbandonino il letargo per assumersi la responsabilità di un impegno civile consapevole e diretto. Il prof Capaccioli ci ha parlato delle strade gruviera e dell abbandono totale dei beni culturali della nostra città. Ma si potrebbe parlare paradossale vicenda del tribunale, dell’ospedale che perde reparti importantissimi come ginecologica, pediatria, il rischio declassamento unità coronarica, eccellenza del nostro nosocomio, di un parco urbano per cui sono stati spesi tanti soldi, di cui nessuno parla piu e che, mi pare, sia ridotto a una mini discrica. Spesso c’è bisogno dello sguardo attento di chi vive da poco in una comunità per farci vedere quello che è sotto gli occhi di tutti. L’abitudine al peggio è una legge di gravità che spinge tutto verso il basso.
Pierfrancesco Lugnano

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