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martedì 22 febbraio 2011

Quali possibili soluzioni possono essere adottate per evitare che il piano casa regionale si trasformi nella manna degli speculatori del mattone?

L'ex consigliere comunale Gaetano Rauso ricorda l'imminente scadenza della possibilità per le aministrazioni di delimitare gli interventi previsti dal cd. piano casa regionale , Quelle scelte che solo territorialmente possono essere adottate a tutela dell'assetto urbanistico visto che la legge deroga agli strumenti urbanistici . Giustamente, Rauso si richiama all'ultimo atto deliberativo adottato in quanto è l'unico che potrebbe prendere in considerazione il commissario prefettizio , essendo tali scelte di indirizzo prevalentemente di carattere politico, ma, in questo caso, non siamo per nulla convinti che la semplice reiterazione di quella delibera possa mettere al riparo S. Maria C.V. da un'ulteriore ondata di cemento in quanto le modifiche apportate alla norma nel dicembre scorso dalla regione prevedono addirittura una nuova definizione di ricostruzione : permettendo di abbattere e ricostruire immobili preesistenti mantenendo gli stessi confini precedenti con un aumento di cubatura fino al 35% . Inoltre, la norma è applicabile non solo agli edifici preesistenti ma è utilizzabile anche in caso di nuove costruzioni . Ebbene, gli interventi ex art 4 , consistenti in un ampliamento fino al 20% della volumetria preesistente, e gli interventi straordinari di demolizione e ricostruzione ex art 5 della legge, che prevede un aumento fino al 35% della volumetria esistente, sono consentiti anche per gli edifici che siano stati edificati o ristrutturati entro gli ultimi 50 anni in tutte le zone territoriali omogenee di cui alla lettera A art 2 D.M. n.1444/1968 e assimilabili , quindi il centro storico non è escluso . Nulla di nuovo rispetto a ciò che abbiamo visto fino ad oggi a S. Maria C. V. dirà qualcuno ....... invece si: mentre prima l'improvvisa apparizione di alveari in ogni dove era frutto di stravolgimenti interpretativi della legge, ora sarà tutto legale e legittimo, una differenza di poco conto visto che nulla è accaduto, fino ad oggi , a chi ha costruito in difformità ai regolamenti urbanistici ma conunque formalmente è molto più disarmante . Non vi meravigliate , quindi , di vedere abbattere il Politeama ed altri palazzetti del centro e al loro posto preparatevi a veder sorgere edifici che apparentemente possono sembrare simili ma che in realtà potranno contenere non il doppio delle unità abitative precedenti ma anche 10 volte di più di quelle che vi erano: l'unica condizione posta in merito dalla normativa è che queste non debbano essere inferiori ai 60mq .
Quale soluzione per evitare tutto ciò? Basterà il solo rigoroso rispetto degli standard obbligatori previsti per legge, la cui verifica potrebbe limitare simili sfregi e soprattutto la conseguente invivibilità della città ?Quali atti potrebbe adottare il commissario prefettizio in sostituzione del consiglio comunale in questo caso?

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