I miei concittadini, a Maggio, prima di entrare nell’urna dovrebbero domandarsi cosa intendono per sviluppo della città.
Perché se ritengono che questo coincida con le consuete colate di cemento funzionali al riempimento delle tasche dei soliti noti imprenditori dell’agro aversano ed autorizzate in piena violazione delle regole urbanistiche ed edilizie, ben faranno a consolidare i poteri forti che da circa venti anni a questa parte predominano a casa nostra.
In tal modo, è bene chiarirlo, accetteranno la loro propensione ad aggirare le norme per ottenere i risultati desiderati, a favorire il successo individuale con tutti i mezzi, a ricercare l’impunità, a favorire il condizionamento dell’attività amministrativa finalizzato ad ottenere la tutela di interessi di parte e privilegi di casta.
Se invece per sviluppo del territorio intenderanno il miglioramento delle condizioni di vita dei membri della nostra collettività, la scolarizzazione, un reddito che assicuri uno standard di vita da paese non ‘in via di sviluppo’ ed un’ esistenza sana, è chiaro che dovranno voltare le spalle a coloro che hanno riempito di immondizia la vecchia Capua ed indirizzare i loro favori verso coloro che, anche a costo di sonore bastonature ( vedi Gaetano RAUSO) o di attentati dinamitardi ( vedi Marciano SCHETTINO) si sono segnalati per avere osteggiato la cementificazione delle aree adibite alle attività industriali e lavorative e per avere ininterrottamente stigamatizzato tutte le nefandezze poste in essere dalle vecchie amministrazioni comunali.
Favorire la logica dei vecchi amministratori, c’è poco da discutere, significa incentivare la logica dell’arricchimento facile, del disprezzo del lavoro onesto, del sopruso e del domino violento, della disuguaglianza sociale, della sottomissione ai poteri economici organizzati.
Tutto il contrario, cioè, di una società fondata sul consenso civile che assicuri lo sviluppo armonico della potenzialità dei suoi cittadini.
M. E.

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