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martedì 1 marzo 2011
CALMA PIATTA
Appena due lustri fa .a circa due mesi dalle elezioni, questa città era permeata da un fermento generale. A cominciare dalla massaia in salumeria, per finire al professionista sul suo posto di lavoro, la politica era il tema fondamentale di ogni discussione. Tutti gli argomenti, che non riguardassero la politica, passavano in second'ordine. Ci si interrogava sui nominativi di coloro che si erano candidati, si scandagliavano le loro virtù, i loro difetti e poi ci si confrontava sulle scelte da prendere. Comizi seguitissimi, frenetiche affissioni notturne del materiale elettorale, erano la prova del pieno coinvolgimento dell'intera popolazione.
Oggi tutto questo non avviene. Alla caduta dell'amministrazione Giudicianni sembrava che dovessero scoppiare i"Vespri siciliani",poi "s'è addurmuta 'a criatura". A meno che non siamo tornati ai tempi della "GIOVANE ITALIA". Forse,dopo che Gheddafi ha chiuso i rubinetti del gas, molti tornano ad attrezzare le vecchie "fornacelle " a carbone e a "vrasella". Ironia a parte, il fermento ci sarà pure ma è un fermento fasullo, se si tiene conto del "balletto"che fanno i nomi di alcuni probabili candidati. Alcuni sono come le rose di giardino,non certo per il profumo, durano al massimo una diecina di giorni e poi appassiscono. Bisognerà attendere. Ed allora, mentre si attende, voglio riportarvi al tempo dei primi manifesti elettorali con fotografia a colori. Siamo a Napoli ai tempi di Lauro. Un candidato, di nome Antonio Calabrese, ordinò in tipografia 5ooo manifesti con la sua foto e la seguente scritta:" Chi vò bene a stu paese, piglia e avota pe' Calabrese!"Gli antagonisti di questo candidato si recarono in un'altra tipografia e fecero stampare una striscia, dello stesso colore del manifesto originario, recante queste parole:"ma chi o vo bbene overamente, nun l'avota a stu fetente". Poi, nottetempo, aggiunsero sotto ogni manifesto già affisso di Calabrese, la frase che avevano fatto stampare. Ve la immaginate la faccia che fece Calabrese quando lesse il primo manifesto con l'aggiunta e poi quando s'accorse che tutta Napoli ne era tappezzata?Allora la politica era, diciamo per dire, pure gioiosa.

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