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domenica 6 marzo 2011

Dal giornale on line www.casertace.net : il punto di Gianluigi Guarino sulla situazione politica sammaritana

Quel Cimino e quel Di Costanzo attorno al tavolo del centrodestra.... Non giriamoci intorno: i Di Muro della "prima posizione"non accetteranno mai una coalizione in cui ci siano insieme i Natale e Campochiaro

Di_Muro_Campochiaro_Natale_Mario Garofalo, con la scusa della "terza guerra mondiale" tra Berlusconi, Fini e Bocchino ha tenuto fuori dalla riunione il Di Muro "scissionista", ma è chiaro che ancor più delicato di questo problema è quello di costruire una coalizione, che oggi appare troppo composita. Ci vorrebbe un candidato sindaco di grande carisma. Nicola Garofalo è quello che meglio sintetizza gli equilibri, ma il carisma, che non si incontra al mercato, ma è tratto genetico, gli è del tutto sconosciuto (Nelle foto, da sinistra, Biagio Di Muro, Giovanni Campochiaro e Mario Natale)
Non c'è niente da fare: le vicende politiche di questa città continuano a ruotare attorno a una e a un'unica famiglia. E la riunione di stamattina, nella quale il Pdl, di cui vi diamo conto con la pubblicazione del comunicato stampa, ha tentato di riunire attorno allo stesso tavolo, le forze politiche di un ancor ipotetico cartello elettorale dei cosiddetti moderati, rappresenta una dimostrazione palmare di questa evidenza, dato che, di gran lunga più importanti e più incidenti dei presenti erano gli assenti, il cui plenum ero riempito, manco a dirlo, proprio dai Di Muro.
Dai Di Muro della prima e anche da quelli della seconda posizione, dai Di Muro “legittimisti”, che si muovono ancora nella scia delle indicazioni di un sempre lucido “don Nicola” e in rappresentanza dei quali, alla riunione, ha fatto una capatina il fedelissimo Giovanni De Rosa, e dai Di Muro “frondisti” o meglio, dall’unico “Di Muro frondista”, Luigi, per gli amici “Giggino”, che da un anno ha deciso di tagliare il cordone ombelicale di piazza San Pietro.

Di Muro uver allese: più importanti di quelli che c’eranom perché le liste civiche di piazza San Pietro costituiranno ancora una volta un elemento decisivo delle prossime elezioni, l’ago della bilancia in grado di far pendere, da una parte piuttosto che dall’altra, l’esito della contesa.
Più importanti perché il mancato invito a LuigiDi Muro (che di questo si è lamentato nel comunicato stampa che pure pubblichiamo in altro servizio), rispetto al quale Nicola Garofalo ha potuto trovare, per il momento, agevole spiegazione, legandolo a una contingenza nazionale, regionale e provinciale, che vede ridotti a zero i rapporti tra Pdl e Fli, può essere letto anche come un modo per non attraversare il terreno scivolosissimo della’architettura di una coalizione, in cui il Pdl ha bisogno facciano parte le liste di Nicola Di Muro e, per questo, evita l’imbarazzo della presenza dell’ingegnere “scissionista”.

Ma se questa era l’intenzione di Garofalo, come spesso capita al simpatico avvocato, tanto crinodotato quanto incapace di interpretare, controllare, forse, addirittura, di vedere i processi politici, l’intenzione non si è tradotta in un risultato apprezzabile. In effetti, devastante è stata la presenza a quel tavolo di un Nando Cimino, che su Giudicianni, il grande nemico dei Di Muro sia della prima che della seconda posizione, ha cambiato idea una mezza dozzina di volte e del quale rimarrà nella storia il comico ricordo del dietrofront, ch,e in una notte, traformò l’ira definitiva e irreversibile, espressa in una nota ufficiale, in un belato da agnellino, ammansito, evidentemente, da promesse più o meno inconfessabili.
Stesso discorso vale anche per le rotonde protuberanze  Giovanni Di Costanzo, pure lui seduto al pletorico tavolo della coalizione di centrodestra. E ciò non tanto per quello che può rappresentare, per se stesso, l’altrettanto simpatico e, in diversa maniera rispetto a Garofalo, pure variopinto ex capogruppo dei Ds (sì, lo fu durante una consliatura Iodice!!!), ma perché lì Di Costanzo era presente per nome e per conto dei germani Enzo e Mario Natale.

Insomma, non tergiversiamo: se da un lato Nicola Garofalo, candidandosi lui stesso a sindaco, può essere considerato una garanzia accettabile per i Di Muro della “prima posizione”, difficile pensare che questi possano partecipare a una coalizione che raccolga, contemporaneamente, Campochiaro e i Natale brothers.
Tutto il resto sono complementi d'arrendo rispetto a questo, che è l'unico vero nocciolo della questione.
Gianluigi Guarino

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