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venerdì 18 marzo 2011

"Il vero obiettivo delle prossime comunali: riconsegnare Santa Maria ai sammaritani!" di Franco Lamanna

Devo premettere che guardo con oggettivo interesse allo scenario politico che di giorno in giorno si configura in vista delle prossime e, mi augurerei, “salvifiche” elezioni comunali.
Lo faccio attraverso i canali di oggi : leggendo in giro i diversi blog , siti e\o  giornali elettronici che dedicano spazio al tema, rimpiangendo, però, l’epoca e i costumi antichi dei manifesti e dei confronti  “ in piazza” che avevano il merito di garantire la più ampia informazione e partecipazione della cittadinanza.
Non nascondo, infatti, che rispetto agli attuali canali del “dibattito politico” – se tali possono definirsi  le dichiarazioni o esternazioni  di “pochi” in aggiunta a striminziti comunicati di parte  - provo un profondo disagio e lamento una caduta dei livelli della qualità democratica  della vita politica di oggi.
Ma questa è altra materia !
Premetto, tanto perché si esca fuori da ogni fraintendimento, che non sono organico né funzionale a chicchessia e che non mi ritrovo né nel P. D. , ovvero nell’attuale centro-sinistra,  né nel PDL, ovvero nell’area di centro-destra.
Rispetto alla concezione ortodossa che ho della politica, considero che  l’anomalia della nascita di liste civiche significative e rappresentative, di qualsiasi origine siano,  è quasi sempre l’esito fisiologico della perdita di credibilità nei partiti  da parte  di una fetta rilevante e significativa della società cittadina.
E’ ovvio, dunque, che, anche se comprendo la causa della nascita dei movimenti civici, questi non appartengono alla  mia  coscienza politica.
Rimpiango, dunque, la vecchia democrazia cristiana e tutti gli altri partiti che coprivano ampiamente e con incisività le diverse domande ed esigenze politiche della comunità cittadina, concorrendo, sia pure nei ruoli diversi, nel serrato e , talvolta, aspro confronto, allo sviluppo ed alla crescita della città.
Fatta questa lunga ma doverosa premessa, ho sentito il dovere , nella qualità di ex consigliere comunale di questa città, che ho avuto l’onore di rappresentare a diversi livelli istituzionali, di dare un contributo alla possibile costruzione di un’alleanza politica non fatta per vincere le elezioni ma per governare la città.
Non si dolga alcuno se mi distaccherò dal suo pensiero o dalla sua analisi ( ma questo in democrazia è normale ) e nessuno veda, in quanto verrò a dire, sfioramenti personalistici.
Voglio cogliere una prima anomalia del processo politico in atto.
Si parla di probabili sindaci e di probabili ovvero improbabili alleanze.
Di norma alleanze e sindaci dovrebbero seguire al confronto e al dibattito sul programma.
Non è il rispetto di una regola rituale ad imporlo, bensì è la corretta logica del  procedimento politico-programmatico a volerlo : varato , infatti, il programma e, dopo averlo sottoposto al vaglio delle più ampie assemblee possibili ed  eventualmente condiviso con altre parti,   s’individua la figura alla quale conferire la responsabilità primaria  della sua attuazione, cioè il Sindaco.
Superando questa falla che ancora si registra, vado, comunque, ad analizzare ciò che, a parer mio, emerge dal magma politico sammaritano.
Un elemento di notevole spessore, che potrebbe essere un primo forte collant tra le diverse formazioni che hanno sinceramente a cuore le sorti della città,  è certamente il “riferirsi” alla volontà di “restituire” Santa Maria Capua Vetere ai sammaritani.
Mi sembra, se le parole hanno ancora peso e valore, che, specie alla luce di vicende e fatti a tutti noti, il PDL e l’UDC non siano affidabili in tal senso e, quindi, non possano essere nella considerazione delle liste civiche dimuriane ovvero di altre formazioni e/o di altri partiti  che abbiano deciso di perseguire tale fine.
Restituire Santa Maria Capua Vetere ai sammaritani non è cosa da poco né semplice : non si esaurisce, infatti, in uno sterile esame del certificato di nascita di questo o tale altro personaggio, né è questione di campanile; significa che non solo bisogna che i centri decisionali cittadini devono essere gestiti in nome della sammaritanità ( cioè privilegiando gl’interessi della comunità cittadina ) , ma che devono riconquistarsi gli spazi decisionali “esterni” alla città,  con un progetto politico che nel tempo dovrà restituire le diverse e scalari rappresentanze istituzionali. Significa, ancora, ricreare il volano della valorizzazione delle diverse imprenditorialità locali, oggi mortificate, e porre in essere le dovute e “competenti” incentivazioni di risorse e potenzialità cittadine.
Significa,dunque, dare un senso alla “politica del territorio”, ove la stessa non sia snaturata dall’anima della speculazione “palazzinara”, ma riequilibri i flussi economici e finanziari  dando, in tal senso, “produttività” all’intervento pubblico ed agli stessi atti di “ governo cittadino e amministrazione pubblica”.
In realtà si tratta d’individuare e creare i percorsi attraverso i quali i cittadini possano esprimere le loro stesse capacità realizzative ed essere essi stessi  parte attiva di un processo condiviso di crescita e di innalzamento dei livelli di qualità della vita. E mi fermo qui, perché non tocca a me scrivere un programma e individuare obiettivi specifici , ma è compito di chi si candida ad essere parte politica attiva  della città.
Sul tema, dunque, della riaffermazione della “sammaritanità”  devo riconoscere che pubblicamente ed ufficialmente  si  è espresso il “forum delle associazioni” , al quale hanno fatto da eco solo alcune voci  del P. D. , del quale manca , però, una presa di posizione ufficiale e pubblica, bloccato com’è – almeno questo si coglie e si vocifera – a discutere in via del tutto pregiudiziale se fare l’alleanza o meno con le liste civiche dimuriane.
In altre parole, all’interno del PD e dell’area di centro-sinistra, vi sarebbe un’ala che, al di là di qualsiasi programma o obiettivo, escluderebbe aprioristicamente qualsiasi tipo di alleanza con le liste dimuriane.
E’ una posizione di certo rispettabile ma , mi sia consentito, solo ossequiente del pregiudizio e non della ragione “politica”;  è una scelta che esaurisce la sua vitalità e la sua forza nel momento “ostativo” che pone, restando muta sulla proposizione politica principale che è, e resta, quella di vincere le elezioni , e lo ripeto, non per occupare le “seggiole” del potere, ma per governare seriamente i processi di rilancio della città.
In questo senso, mi si consenta l’inciso, ho pienamente condiviso l’appello dei Troianiello e dei Maglione così come gl’interventi degli Schettino, degli Scirocco e dei Di Giacomo e di quanti altri, sia pure con sfumature e toni diversi,  hanno individuato in un’ampia alleanza della società civile e Centro Sinistra l’elemento di ripartenza di un progetto rigenerativo e utile per la città.( E chiedo scusa a quanti ancora sono intervenuti in tal segno e qui ho dimenticato di citare).
Certo, non è questo l’unico modo per affrontare quella che, ormai,  si può definire “ la questione sammaritana”.
Atteso che, per quel che mi riguarda, vi è stata la vera e propria caduta delle ideologie e le etichette non connotano il pensiero ma sono solo “necessari” segni per l’identificazione elettorale, di fronte alle incertezze ed alle “non decisioni” dell’area di centro sinistra e, quindi, dello stesso Partito Democratico, il progetto di rilancio della città e di liberazione della stessa dalle presenze esterne potrebbe essere perseguito ipotizzando un’alleanza tra le liste dimuriane, il PDL  e/o la   UDC,  con l’eventuale confluenza delle altre liste di centro .
Questa ipotesi sarebbe con ogni probabilità vincente e, forse, al primo turno, ma......potrebbe concretamente realizzarsi solo se dovessero essere  soddisfatte “le condizioni” poste dal forum delle associazioni e, in verità, molto sentite e condivise dall’opinione pubblica.
 A queste condizioni, che prevedono l’estromissione dai posti decisionali e , comunque, di rilevanza politico-istituzionale dei personaggi che hanno in precedenza mal governato – tanto per essere eufemistici – la città, dovrebbero aggiungersi – ed è questa la parte più difficile – le garanzie  di una guida autonoma e “libera” in sede locale vuoi del PDL , vuoi della UDC.
In tal caso, a voler far riferimento ai nomi, che oggi circolano quali possibili Sindaci , certamente non sarebbero da sottovalutare le ipotetiche candidature dell’avv. Nicola Garofalo, dell’avv. Pierfrancesco Lugnano, dell’avv.  Pasquale Mercone ( in ordine alfabetico)  o di altri personaggi di qualità che a S. Maria Capua Vetere non mancano.
Quelli che ho illustrato, a mio avviso, sono i progetti più forti rispetto alla macchina da costruire per percorrere la via del rilancio e della ripresa.
In mancanza dell’uno o dell’altro , vedo solo spettri pericolosi incombere sulla nostra città e soprattutto il riaffacciarsi della infausta evenienza della riproposizione ( attraverso l’etichetta del PDL o, comunque, del centro ) e riaffermazione di quel gruppo ( anche trasversale)  di soggetti che hanno già fatto tanto male e tanto danno, i quali oggi stanno certamente lavorando con i semi della discordia ( in questo sono dei maestri!) perché non si realizzi l’accordo tra le liste dimuriane e il centro sinistra o qualsiasi alto accordo che metta a rischio il loro progetto di “riemergere“.
La speranza perché ciò  non accada, restando per ferme le posizioni soprattutto del PDL e del Centro Sinistra,  resterebbe, in tal caso, affidata al forum delle liste civiche, alle altre formazioni di centro e alle liste del più che valido Dario Mattucci, che potrebbero tutti insieme tentare anche un ulteriore allargamento ai socialisti della Chirico, se questi fossero delusi dalla politica d’immobilismo del centro sinistra, per costituire la grande novità politica per Santa Maria Capua Vetere.
Un fatto è certo ...bisogna rimboccarsi le maniche....  perché purtroppo il tempo stringe!

Francesco Lamanna

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