Che strano perbenismo è mai questo, sbandierato su volantini anonimi fatti propri dalla destra tanto da esporli in bella mostra su cartelloni pubblicitari?
Sembra che alcuni cialtroni di S.Maria C.V. si siano svegliati di soprassalto per porre domande ad uno dei due candidati al ballottaggio osservando un silenzio complice circa i vari Cosentino, sponsor del PDL, sui quali pure sono stati scritti fiumi di inchiostro. Questa censura a favore di una sola delle parti politiche in causa è il tratto di distinzione di quel “perbenismo interessato” da cui rifuggire perché esprime la volontà di conformarsi esteriormente alle norme della morale e della condotta imposte dal ceto dominante e/o ritenuto tale.
Mi domando qual è il codice d’onore di questi cittadini che agiscono “per il bene della città” e soprattutto di un candidato Sindaco che ritiene opportuno utilizzare questa paccottiglia come strumento di lotta politica?
Non dovrei, però, meravigliarmi più di tanto giacchè è questa la tecnica usata anche nelle tornate elettorali di Napoli e Milano. Un delirio fondato essenzialmente sulla proliferazione della chiacchiera, sull’irrilevanza dell’opinione e del discorso, sulla banalizzazione e la ridicolizzazione del pensiero, del dissenso e della critica.
La nostra città si è riempita nell’ultimo decennio di personaggi che si accreditano come antidimuriani , ma lo erano davvero al tempo in cui la DC era maggioranza assoluta? E perché solo ora trovano il “coraggio” di professarsi tali dopo che quel periodo ha decretato la loro fortuna? Tocca proprio a me, che notoriamente ero schierato all’opposizione, indignarmi per tanta oscenità?
E’ proprio vero che la politica ha perso per strada anche quel comune senso del pudore che la caratterizzava. Oggi “il re è nudo” e lo spettacolo che fornisce di se stesso è solo quello pornografico di un corpo spoglio lasciato alla concupiscenza degli sguardi.
Nelle domande poste nel “famigerato” volantino si condensa una confusa ed indiscriminata velleità astiosa che si presta ad essere interpretata come un “avvertimento mafioso”, come sempre, però,- il problema non è il narratore, ma il popolo narrato- e la sua determinazione nel contrastare le intimidazioni.
Gerardo D’Amore

Nessun commento:
Posta un commento