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Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv

giovedì 30 giugno 2011

Non possiamo disattendere le aspettative di una città!!!

Poche settimane orsono, scrissi una lettera al neo Sindaco di Santa Maria nella quale gli raccomandavo di mantenere gli impegni assunti con la città. Un Sindaco che ho appoggiato, ho cercato di far votare, avendo la certezza che il programma della coalizione in cui sono stato eletto sarebbe stato puntualmente realizzato. Questa mia aspettativa era ed è la stessa che tutti i veri Sammaritani hanno e che non si può disilludere, anche a costo di sacrificare gli interessi e mettere in pericolo appoggi e consiliatura. Chi si è impegnato per far trionfare questo progetto, deve tralasciare ogni mira personalistica e pensare esclusivamente a quello di cui ha bisogno la popolazione di Santa Maria e, credetemi, farlo sarà molto gravoso, soprattutto perché la vittoria è costata l’accettazione di compromessi con altre coalizioni in cui sono presenti persone il cui operato è stato da me e, da molti altri, in passato fermamente avversato. Dopo l’ufficializzazione della Giunta, aspettiamo che si ponga mano alla soluzione dei tanti problemi che negli anni si sono accumulati e che si sono aggravati a causa di una gestione dell’Ente che tutti hanno definito disastrosa. I problemi connessi al Tribunale, all’Ospedale, al Palazzo Melzi, all’Ex Italtel, all’Ex Tabacchificio, all’ex Politeama, all’ex Mulino Parisi, alle costruzioni effettuate in difformità al P.R.G., al mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione, al cattivo utilizzo del personale comunale, alle scuole che hanno bisogno di essere messe a norma e ristrutturate, alle spese inutili, alle opere pubbliche pagate e non realizzate a regola d’arte, alle strade dissestate, alla mancate cessione degli standards, ecc….,aspettano una soluzione drastica che  non può tardare. Oltre a quelli sopra elencati, oggi dobbiamo affrontare il problema del Tribunale Civile, la cui soluzione, chi scrive l’ha individuata con la costruzione di un nuovo edificio nell’ex Caserma Mario Fiore. Oggi, però, con l’assenso del Commissario Prefettizio e le pressioni della Commissione di Manutenzione, si è arrivati ad un’assurda decisione di utilizzare edifici collocati in zone decentrate e, inaudito,costruiti in difformità alle leggi edilizie e per l’utilizzo dei quali il Consiglio Comunale dovrebbe deliberare un cambio di destinazione urbanistica.
Ma siamo pazzi!!!!!!! Non solo non condivido questa ipotesi, ma non posso tollerare che, dopo le battaglie e le promesse fatte, si possano allocare, seppur temporaneamente, gli Uffici Giudiziari fuori dal centro storico e, addirittura in edifici costruiti in difformità dalle norme del Piano Regolatore. Berlusconi, checché se ne dica ha costruito a L’Aquila, in pochi mesi, migliaia di appartamenti, non credo sia impossibile fare altrettanto per una modesta struttura che consenta la definizione del problema Tribunale Civile.
Mi rammarico vivamente che in questo Consiglio Comunale manchino alcune persone alle quali va la mia stima incondizionata e che avrebbero potuto appoggiarmi nella battaglia che è necessario intraprendere per far trionfare la Giustizia, la Legalità e la Buona Amministrazione. Quelle stesse persone che hanno lottato per far uscire allo scoperto tante illegalità ed inadempienze commesse negli anni. Le stesse persone che oggi sono oggetto, insieme a me, di squallidi ed infondati attacchi personali che mirano a discreditare, attraverso metodi camorristici l’azione di chi, anche contro i propri interessi e mettendo a rischio la propria incolumità personale, ha determinato la fine di un’Amministrazione ribaltonista ed infiltrata da interessi che travalicavano quelli generali. A questa gentaglia, ben individuata, ed ai loro mentori dico e ribadisco che non verrà mai meno il mio impegno contro il malaffare e nell’interesse della città; a questa gentaglia ribadisco che sarò sempre pronto ad affrontare pubblicamente chiunque  avesse il coraggio di  rivolgermi accuse personali. Non si infanga il buon nome della gente, specialmente se si tratta di gentildonne che non hanno a che fare con il lerciume che oggi ristagna in Santa Maria e che dobbiamo ripulire usando ogni metodo. Mi aspetto, inoltre, che si affronti il problema delle risorse umane, passando ad una gestione del personale non più clientelare ed approssimativa. Chi percepisce uno stipendio se lo deve guadagnare e deve operare nell’interesse dell’Ente e della Popolazione che amministriamo. Chi ha sbagliato deve essere rimosso, senza alcuno sconto. Santa Maria ha bisogno di essere amministrata seriamente!!!Se ciò non si verificasse non esiterò a dimettermi.
Gaetano Rauso

giovedì 23 giugno 2011

C’è bisogno di un ultimo sforzo per ricominciare a governare seriamente

I sammaritani che ambivano ad affrancarsi dal gravoso gioco cui sono stati sottoposti da tanti anni,sono stati accontentati con la vittoria di una coalizione che ha posto al primo punto del suo programma il riscatto di una città. Pur ricorrendo  allo strapotere economico ed ad ogni mezzo lecito e non lecito, l’avanzata dell’esercito casalese collegati al Pdl ed agli altri  partiti cdella coalizione, non ha sfondato le linee della strenua resistenza che hanno opposto le liste di Di Muro, di  Stellato e di Mattucci.
Ora c’è bisogno di un ultimo sforzo per cominciare ad operare il riscatto della città.
Questa è un’aspettativa che tutti i veri Sammaritani hanno e che non si può disilludere, anche a costo di sacrificare i propri interessi.
Chi si è impegnato per far trionfare questo progetto, deve tralasciare ogni astio ed ogni mira personalistica e pensare esclusivamente a quello di cui ha bisogno la popolazione di Santa Maria e, credetemi, farlo sarà molto gravoso.
Nonostante tutte le aperture e le sollecitazioni, non si è potuto ancora giungere all’ufficializzazione della Giunta, cosa che inibisce l’avvio di ogni valida iniziativa necessaria alla risoluzione dei tanti problemi che negli anni si sono accumulati senza soluzione ed agli altri che si prospettano quotidianamente.
Se non si giungesse in tempi brevi alla soluzione del problema, sarebbe giusto che i responsabili dei partiti della coalizione che ha vinto il ballottaggio si assumessero, in prima persona, la responsabilità del Governo della città, al fine di garantire un appoggio certo e responsabile ad un Sindaco che non può andare avanti da solo.
I problemi connessi al Tribunale, all’Ospedale, al Palazzo Melzi, all’Ex Italtel, all’Ex Tabacchificio, all’ex Politeama, all’ex Mulino Parisi, alle costruzioni effettuate in difformità al P.R.G., al mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione, al cattivo utilizzo del personale comunale, alle spese inutili,alle opere pubbliche pagate e non realizzate a regola d’arte,alle strade dissestate, alla mancate cessione degli standards, ecc…., non possono più attendere.
Perciò, SVEGLIATEVI!!! Altrimenti avremo lottato per quattro anni inutilmente!!!
Gaetano Rauso

mercoledì 22 giugno 2011

Le considerazioni e le proposte del consigliere Rauso sul futuro del Mulino Parisi.

Tutte le voci che si sono succedute sulla vicenda dell’Ex Mulino Parisi, possono avere o meno un fondo di verità ;  ma ciò che è inconfutabile è la necessità di dare un assetto decente all’ingresso orientale della città di Santa Maria ed evitare i soliti abusi e speculazioni.
Che in passato si siano generati equivoci sulla normativa urbanistica che avrebbe potuto regolare l’assetto di quell’area non si discute, specialmente se si tiene conto degli appetiti destati dal succulento affare.
Con lo stato di fatto attuale non può essere realizzato un bel niente di quello che è stato previsto nel progetto che vorrebbero realizzare  gli attuali proprietari dell’area ed alcuni personaggi, ben noti, vicini alle ultime Amministrazioni Comunali.
Con questo mio articolo non voglio accusare nessuno, perché la mia intenzione è e sarà sempre quella di fare gli interessi della città, perciò voglio lanciare una proposta che possa conciliare gli interessi della collettività, salvaguardando anche quelli della proprietà che è stata indotta a comprare nella convinzione che a Santa Maria era tutto permesso.
Lanciamo un concorso di idee a carattere nazionale per acquisire un progetto che, portato all’attenzione del Consiglio Comunale, permetta, finalmente, la bonifica del sito e la sistemazione di un area che deturpa l’immagine della città? Così si eviterebbero speculazioni e le solite scorciatoie finora, in uso nella nostra città e perorate da chi ha fatto impossibili promesse ed è sollecitato dalla proprietà a mantenerle.
Credo che su questa idea possa partire un confronto costruttivo dal quale, sicuramente, scaturirà un buon progetto che toglierà ogni dubbio sulla volontà di aggirare la Legge, finalizzato a realizzare qualcosa che sia conforme agli interessi della città ed,una buona volta, alla Legge.
Gaetano Rauso

domenica 19 giugno 2011

Da www.casertace.net : La speculazione del Mulino Parisi emblema della dottrina Mazzotti e del sacco della città

Per anni, i sammaritani sono stati presi in giro con la storia del nuovo prg, che è servita, invece, oltre che ad arricchire il professore Forte,anche come foglia di fico dietro la quale con la tecnica della non reiterazione di vincoli,è capitato di tut
Alcuni dei miei lettori si chiedono perché io mi riscaldi tanto quando scrivo del Mulino Parisi di Santa Maria Capua Vetere. Forse, perché schifo l’imprenditore dell’agro aversano Pellino, che l’ha comprato una decina di anni fa?
Niente affatto. Non è così. E non è così, primo perché non lo conosco. Mai visto di persona, mai parlato con lui.
Ancora “primo del primo” perché mai e poi mai, in uno dei due milioni di articoli scritti nella mia vita ho espresso giudizi sulle persone in quanto tali, mentre ne ho espressi, anche di pesantissimi, sui politici nell’esercizio delle loro funzioni nelle istituzioni o pubblico – partitica, Ne ho espresse di distruttive sui burocati di ogni risma, ma sempre in quanto funzionari di enti pubblici, sempre in relazione all’esercizio delle loro pubbliche mansioni, Ne ho dette di cotte e di crude sugli imprenditori che incassavano soldi o avevano relazioni con le istituzioni pubbliche. E Pellino è uno di questi.
Di lui, in verità, mi colpì, particolarmente, una lettera, che un po’ di anni fa, scrisse all’allora sindaco di Santa maria Capua Vetere, Enzo Iodice, e che, più o meno casualmente, planò sulla mia scrivania di direttore del Corriere di Caserta. Quella lettera aveva un contenuto inquietante. Parole oblique, vagamente minacciose, allusive. La magistratura, che pure ne conosceva i contenuti, a mio avviso, non se ne occupò con la giusta determinazione per andare al di là di quello che poteva essere una semplice dichiarazione o spiegazione giustificativa del mittente e del destinatario di quella missiva, dalla cui copia non mi separo. Ma neanche quella lettera ha inciso più di tanto sul mio ardore legalista.

Ma allora, che cavolo è ‘sta fissazione sul mulino Parisi?Per caso, perché sulla scena, pardon, sul retro della scena hanno fatto irruzione gli ingegneri Napoletano e Pasquariello ? No, nel modo più assoluto, anche perché, al di là di come i due hanno deciso di svolgere la loro professione, mi sono anche umanamente simpatici.
E allora, diciamolo ancora: sei un pazzo, fissato, una caricatura di don Chiscuitte, caro Guarino.
Sì, lo confesso, mi ga dato di volta il cervello perché sono afflitto da potentissimo “morbo di Mazzottis – Zaccheum” (pardon, Zacchea, questa è femmina e si è capito alla grande) , da quella patologia che ha fatto diventare Santa Maria la città più illegale del mondo, attraverso un sistema di distruzione morbida, vellutata e silente del piano regolatore vigente, cioè quello datato 1983, attraverso l’applicazione sistematica della non reiterazione dei vincoli, applicata ai tempi delle Amministrzioni Iodice e ribadita, in sostanza, se non in atto, con Giudicianni. E quella del mulino Parisi rappresenta ai miei occhi l’emblema, il paradigma di questa gestione luciferina del territorio, inaugurata ai tempi in cui Maurizio Mazzotti, oggi approdato a Caserta, dove, cavolo, pur essendo il fulcro delle mie attenzioni giornalistiche, non ho avuto mai il tempo per capire cosa combinava nel suo settore, dicevo ai tempi in cui l’ingegnere era capo dell’ufficio tecnico sammaritano.
Ve la ricordate la barzelletta del nuovo Piano regolatore e poi del nuovo Puc? Dei miei due milioni di ariticoli, ne scrissi almeno centomila sul Corriere di Caserta, in cui facevo il direttore, il redattore, il cronista e anche il pulisci cessi in qualche occasione, sulle gesta del professore Forte, il quale incassò vagonate di soldi per riempire inutilmente fogli di idee e di progetti che nessuno, in realtà, aveva intenzione di realizzare. Quante ne ho sentite, su perimentrazione del centro storico e altro!!! La verità è che il nuovo Prg, poi nuovo Puc era lo strumento di facciata, la foglia di fico davanti alla miseria infinita di un vero sacco della città.
Una colossale presa in giroper dire, vabbé, sta per arrivare la nuova regolamentazione, inutile reiterare i vincoli. E così, tante zone 167 sono servite a costruire appartamenti di lusso a 200mla euro a botta, così è capitato che Eurospin ha fatto quello che ha fatto, così è capitato, appunto, che Pellino, il quale acquistò il mulino Parisi in un’area destinata, ai sensi del piano regolatore vigente del 1983, con necessità di reiterazione periodica dei vincoli, a strutture scolastiche, ora voglia costruirci uffici, negozi e, dato che è arrivato anche il piano casa, appartamenti a go go.
Il tutto grazie alla dottrina Mazzotti, che, nel momento in cui smontava sistematicamente e sistemicamente vincoli su vincoli con la non reiterazione, assimilava l’area svincolata alla destinazione di quella vicina, quando invece fior di urbanisti, primo fra tutti il professore Guido D’Angelo, hanno detto a chiare lettere che la non reiterazione del vincolo restituiva all’area la primordiale qualifica di “zona bianca”, assimilabile, in pratica, per gli effetti di incidenza e di indici praticabili sulla stessa, a una “zona agricola. “

Ora, siamo qui a scrivere in questi giorni di una firma, quella del dirigente iondi, che conosce me e Casertace, dunque sarebbe bene che pensi alle cose che sto scrivendo, che separa Pellino dalla realizzazione del suo progetto speculativo, sempre per effeto dell’applicazione della dottrina Mazzotti. Per quel che riguarda il piano casa, questo non sarebbe applicabile perché l’area del mulino Parisi non sarebbe ricompresa tra quelle contenute nella recente delibera del commissario prefettizio. Ma siccome, nell’ufficio tecnico e urbanistica del Comune di Santa Maria Capua Vetere si è visto questo ed altro, attendo di leggerla con i miei occhi questa delibera, prima di dire che nell’area del mulino Parisi non si assisterà a uno stravolgimento, a una crescita esponenziale delle volumetrie, come il piano casa, nella sua seconda versione regionale, tutto sommato, consente di fare.
Pellino, in principio, chiese l’abbattimento del mulino Parisi, in quanto il manufatto sarebbe stato pericolante, e ristrutturazione. Poi, arrivò il “fuoco santo” dell’incendio, che l’abbattimento lo fece a priori. Ora, dunque, non si capisce bene cosa succederà.
Ma quella per me, come per il professore D’Angelo, è e resta una zona bianca, checché ne dica la dottrina Mazzotti.
Gianluigi Guarino

Edilizia ed affari a Santa Maria Capua Vetere; oggi c’è bisogno di un cambio di rotta.

Grazie  alla mia azione di denuncia delle moltissime irregolarità che sono state commesse in campo urbanistico ed amministrativo nella nostra città, pian piano stanno venendo a galla tante verità. Da molte parti, infatti, si sta  puntando l’indice sulle illegittimità commesse per la concessione del permesso a costruire nell’area ex tabacchificio e di tanti altri.
Ho avversato duramente il rilascio di quel permesso a costruire,denunciando, con documenti alla mano, tutti gli abusi che sono stati perpetrati nello svolgimento del procedimento, in barba alla destinazione urbanistica dell’area, delle norme di attuazione del PRG ed alla compatibilità ambientale dell’intervento. In merito si sono espressi eminenti urbanisti ed amministrativisti,  che anch’essi, hanno ritenuto illegittimo il rilascio di quella concessione.
L’Amministrazione Giudicianni, credendo di essere immune da ogni azione della Magistratura, ha cercato di continuare  permettere lo scempio del territorio ed, in particolar modo, dal centro storico già iniziato dall’amministrazione Iodice.
Se non si fosse intervenuto decisamente, infatti, si sarebbe proceduto all’abbattimento dell’ex Politeama e dell’ex Vetreria ed all’edificazione di altre decine di appartamenti, seguendo una logica speculatoria e non di recupero del patrimonio edilizio che, attraverso, un disegno scellerato ed avvalendosi di modalità poco ortodosse (incendi procurati, mancata manutenzione degli immobili, e chi più ne ha, più ne metta) hanno causato  la pericolosità statica degli edifici per poi  giustificarne l’abbattimento (vedi ex Mulino Parisi, Palazzo Mariotti, ex Politeama, ecc.).
 La causa del cedimento statico della scuola Principe di Piemonte non è estranea a questa logica; infatti la costruzione di tanti nuovi alloggi nel centro storico, sorti senza effettuare le dovute indagini del sottosuolo, hanno alterato l’equilibrio idrogeologico della zona storica della città, determinando il venir meno delle modalità di deflusso delle acque piovane e la loro penetrazione nelle fondamenta degli edifici esistenti  che hanno subito, così, un grave dissesto statico.
Invece di intervenite per arginare questo fenomeno, si sarebbe voluto continuare a cementificare aggravando una già difficile situazione.
Non si può spiegare come siano stati permessi gli scempi di un patrimonio edilizio storico che ci era invidiato e l’edificazione di tanti mostri di cemento, senza il rispetto di parametri urbanistici e delle più elementari regole di salvaguardia del territorio.
Nei giardini di pertinenza dei palazzi storici, cosa vietata dalla legge e dalle svariate pronunce della Magistratura ordinaria ed amministrativa, sono stati realizzati tantissimi alloggi determinando uno snaturamento delle caratteristiche urbanistiche ed ambientali del territorio, senza, invece, incentivare il recupero dei palazzi esistenti che sono sempre più fatiscenti.
Non ultima e meno importante è la questione del mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione da parte di molti costruttori che, gabbando una distratta amministrazione, hanno versato solo le prime rate di quanto dovuto al Comune.
Non parliamo della mancata cessione degli standards urbanistici e della loro mancata acquisizione  al patrimonio comunale.
Non si capisce come si sia amministrato in questi ultimi quindici anni e non vogliamo fare cacce alle streghe. Sarà difficile, ma cercheremo  di ritornare alla legalità cercando di ridare all’amministrazione comunale ed alla città una dignità da troppo tempo perduta a causa di un modo di agire contrario ad ogni principio di buon Governo.
Non vogliamo cacce alle streghe, ma i responsabili di questi misfatti dovranno rendere conto del loro operato affinchè, finalmente,  si possa ritornare alla legalità a Santa Maria C.V.
Gaetano Rauso

La normalità


Il ritorno alla normalità è il primo traguardo da raggiungere per il nuovo sindaco. A prescindere di quanti assessori avrà e quali saranno, dopo venti anni di attività politica  amministrativa, tesa al tirare a campare e curare i propri interessi , non quelli della collettività, il primo segnale dovrà essere il riassetto e l’organizzazione degli uffici comunali, e, tutti dovranno comprendere che il funzionamento della macchina amministrativa dipende anche da loro,forse essenzialmente da loro, del resto lo stipendio viene ricavato dalle tasse comunali dei contribuenti. Con il nuovo sindaco non si navigherà a vista, ma tutto dovrà ritornare nell’ambito di un’amministrazione che organizza traguardi da raggiungere. Con questo principio il sindaco dovrà scrollarsi di tutti quei contratti legati e voluti dalle precedenti amministrazioni, così non potrà ascoltare richieste di assessori e consiglieri comunali delle passate amministrazioni. Come, il primo ufficio comunale da ristrutturare è l’ufficio tecnico, sia per la dislocazione degli stessi, potrebbe essere il vecchio palazzo ove era ubicato l’ex Commissariato, sia negli uomini, istituendo la commissione edilizia, ed evitando di trasformare terreni agricoli in edificabili per fare posti a capannoni per furbastri. Il secondo aspetto organizzativo da riprendere velocemente è l’assetto viario, con strade, riqualificazioni,illuminazione, marciapiedi. Una città con il casello autostradale non può avere strade senza illuminazione, senza indicazioni, senza marciapiedi. Infine in questa prima fase occorre ristrutturare l’ufficio legale, per evitare sprechi e condanne, ma anche per controllare la stipula di contratti che dovrà mettere in essere la pubblica amministrazione. Siamo concordi che l’inizio è sempre difficile, però il sindaco ha  la fiducia tra le persone che lo hanno eletto e dove c’è fiducia c’è normalità elemento essenziale per avviare il motore della macchina amministrativa e il progresso della città.
Avv Michele D'Abrosca

Da www.casertace.net : CHE CAPOLAVORO GLI ESTROSI DIRIGENTI!!! Il Comune pagherà due volte la mondezza raccolta negli anni Novanta. L'INCREDIBILE STORIA DI SUD APPALTI E AGIZZA

Piccolissimo, infimo, insignificante particolare: i due curatori fallimentari pare che lavorino nello stesso studio o...quasi
C’era una volta la “cooperativa Azzurra” di Pasquale Manzoni, personaggio “che te lo raccomando io”, di cui Santa Maria non sente certo una struggente nostalgia. Arresti, tintinnii di manette, ceralacca appizzottata, e non certo da quel “cattivone” di Nicola Di Muro, sulle buste delle offerte nella gara europea e tante altre cose, tra cui l’insistenza con cui il Manzoni, che, nel caso in specie, non si occupava si sposalizi, ma di vitalizi, voleva raccogliere la mondezza della città non spendendo una lira in attrezzature e pretendendo che queste gli fossero fornite dal Comune, come la legge non consentiva più.
Poi arrivò
Sud Appalti srl, che divenne titolare del servizio di raccolta dei rifiuti. Altro giro, altra corsa. Camorra & immondizie: negli anni Novanta, la canzone era già diventata tormentone giudiziario. Addio Sud Appalti, che cede i suoi crediti col Comune di Santa Maria alla Agizza spa, della quale era debitrice, ma della quale era anche una gemmazione.
Praticamente e sostanzialmente, al di là della nomenclatura societaria, si trattava di due imprese dello stesso gruppo, della stessa matrice proprietaria.
Agizza, che prendeva il nome dalla famiglia napoletana che l’aveva fondata e che la controllava,
seguì la sua figlia non prediletta nel burrone del fallimento. E come capita in ogni fallimento che si rispetti, ma anche in ogni fallimento che non dovrebbe essere rispettato….dalla legge, il tribunale nominò un curatore fallimentare, naturalmente e giustamente diverso da quello già nominato per Sud Appalti srl.
E qui irrompe sulla scena il proverbiale “metodo Santa Maria”, che ha avuto nei dirigenti delle varie aree del Comune, sia ai tempi di Iodice sindaco, che ai tempi recenti di Giudicianni sindaco, degli interpreti estrosi, fantasiosi e creativi, naturalmente creativi nel buttare via, sprecare, distruggere le finanze del Comune e i soldi dei cittadini, che, non essendo i propri soldi, trattavano come le cartuscelle del Monopoli Uno di questi personaggi rimasti nella storia, si chiamava e si chiama ancora, dato che è in pensione, ma assolutamente vivente, Pasquale Zito, il quale cominciò a pagare le spettanze, cioè il credito legato al servizio di raccolta rifiuti a Sud Appalti srl.
Ma scusate,
ma non si era detto che i crediti di Sud Appalti erano stati ceduti ad Agizza? E allora, perché il Comune di Santa Maria pagava Sud  Appalti e non Agizza?
Gretti conservatori che non siete altro!!! Vi ho appena detto che a Santa Maria si praticava
la finanza creativa e innovativa. E l’arte, si sa, non può essere regimentata dalle norme, dalle convenzioni, né dai luoghi comuni consuetudinari. Insomma, l’arte degli uffici da Santa Maria esula dalla gerarchia delle fonti giuridiche, dunque, esula dalla legge, come una zona franca assoluta.
Fatto sta che
Sud Appalti srl ha incassato, grazie a Zito e, a quanto pare, anche grazie al suo successore Sorà, quanto meno 400mila euro di pagamenti. Naturalmente, il curatore fallimentare di Agizza ha denunciato il Comune di Santa Maria e lo trascina davanti a un giudice di primo grado, il quale, ovviamente, ha letto le carte, si rende conto che i crediti di Sud Appalti erano stati ceduti ad Agizza e ha condannato il Comune al pagamento, pure lui, dico io, ‘sto giudice quaqquero, che non omaggia l’arte e che stabilisce, contestualmente, che le spettanze sono fissate in circa 775 milioni di vecchie lire, appunto, 400mila euro da consegnare al curatore fallimentare di Agizza spa.
Il Comune ricorre in Appello, ma Giudicianni, con una delibera di giunta, si dichiara pronto a transare con la stessa Agizza, affermando, in pratica, implicitamente, che il Comune deve pagare due volte, dato che, col cavolo che riuscirà a recuperare i soldi impropriamente versati a Sud Appalti srl.
Piccolissimo, infimo particolare del tutto insignificante: i due curatori fallimentari di Sud Appalti srl e Agizza spa, se le danno di santa ragione ogni giorno, anzi, ogni mezzora, insomma si prendono a “seggiate in faccia”, combattendo, ognuno di loro, implacabilmente, per difendere gli interessi delle aziende che gestiscono, dato che, mi dicono, lavorano nello stesso studio.
E non pensate subito male con i soliti pregiudizi birichini  sulle procedure fallimentari. Saluti e baci dalla Silicon Valley della gestione amministrativa.
Gianluigi Guarino