Negli anni ’40 del Novecento fu edito l’importante testo di Heurgon su Capua antica.
Lo studio, di notevole interesse per quanto riguarda l’interpretazione delle fonti, quasi
del tutto privo di riferimenti archeologici riproponeva l’importanza del territorio
“etrusco-campano”, dopo un periodo di sostanziale disinteresse per la realtà
archeologica della Campania
Sporadici rinvenimenti furono resi noti dal De Franciscis nel 1957, che si limitò
alla sola constatazione del recupero di ceramica di VI sec. a.C., tra cui un’anfora
attica a figure nere.
L’attività di scavo della necropoli di S. Maria Capua Vetere aumentò in modo
esponenziale dal 1967 come attestano le comunicazioni delle scoperte effettuate da
Johannowsky. I recuperi e gli scavi sistematici avvenivano di pari passo con lo
sviluppo urbano della città moderna. Si cominciò a delineare un quadro completo e
chiaro delle fasi di Capua dall’età del ferro al periodo arcaico- classico. Nel 1967 in
diverse località furono rinvenute sepolture databili dalla prima età del ferro fino
Del 1968 fu la notizia del ritrovamento di un lotto di
sepolture databili dall’età del ferro al V sec. a.C. Si rinvenne una categoria di
ceramica figulina locale tra cui un cratere a volute di tipo laconico del VI sec. a.C.
Altri vasi di questa stessa produzione locale imitavano tipologie vascolari greche, tra
le quali le kleinmeisterschalen. A tali sepolture si aggiunsero: una tomba a cubo
databile intorno alla fine del VI sec. a.C., in parte sconvolta, contenente una pelike del
gruppo del Leagros che fungeva da cinerario, la T.832, del tipo ad ustrinum, con
corredo costituito da una coppa mastoide attica e un’anfora a figure nere di bottega
campana. Un altro corredo databile nel 440 a.C. era composto da uno stamnos, una
situla campana e la kylix attica a figure rosse dell’officina di Sotades
Nel 1969 tra località Fornaci e località Capobianco fu indagato un lotto di necropoli
databile in un arco cronologico dall’VIII sec. a.C. fino al III sec. a.C. Si rinvennero la
T. 168, a pozzetto, con un cratere corinzio con funzione di cinerario e la T.994, del
tipo a ricettacolo in tufo con cratere in bucchero come cinerario. Entrambe le
sepolture erano della metà del VI sec a.C.
Nel 1973 nei pressi dell’anfiteatro fu rinvenuta una tomba a ricettacolo contenente un
cratere laconico in bronzo, coperto da un calderone con funzione di cinerario, databile
intorno alla metà del VI sec. a.C.
.
Nel 1976 avvenne il rinvenimento di un nucleo di sepolture ad ovest dell’anfiteatro,
lungo il decumano dell’asse centuriale campano
.
Nel 1977 fu indagata un’area di necropoli del IV sec. a.C. rinvenuta a Curti, nei pressi
del fondo Patturelli.
Nel 1980 si ebbe la scoperta dell’importante necropoli in località Cappucini con lo
scavo di una quarantina di sepolture che coprivano l’arco cronologico dalla prima età
del ferro alla prima età orientalizzante.
Nel 1983 si ebbe la scoperta di lotti di necropoli in diverse zone di S. Maria Capua V.
Nell’area nord est, fuori del perimetro urbano, fu individuato dalla dott.ssa Melillo
una vasta necropoli, databile dal V sec. a.C fino al I sec. a.C. Le sepolture erano a
cassa in blocchi di tufo, a fossa con copertura in tegole piane o a un solo spiovente,
molte violate in antico. Un’altra necropoli era in località Santella, costituita da tombe
a cassa di blocchi di tufo, a cassa di tegole, e a fossa. Un nucleo di dieci tombe di
bambini concentrate nello stesso luogo di cui non è chiara la cronologia, fu rinvenuto
tra sepolture ad inumazione.
Nell’area meridionale della città fu indagata un’altra necropoli del IV sec. a.C., con
tombe a cassa, in blocchi di tufo, alcune con tracce di decorazioni pittoriche lungo la
parte interna delle pareti. Restituirono un numero ingente di oggetti di corredo. In
località Curti, lungo un diverticolo dell’Appia, fu indagato un altro lotto di sepolture
di età ellenistica. Le tombe erano disposte a quote diverse a seconda della tipologia
sepolcrale, a quota più alta quelle a cassa di tufo, più in profondità a fossa con
rivestimento di tegole su un solo lato.
Nel 1987 in località Cappuccini fu rinvenuto un lotto di sepolture databili nell’età del
ferro e nell’età sannitica, molte già risultavano violate
Recuperi sporadici di sepolture sono attestati anno dopo anno.
Nel 1989 in via Fardella, Vico Mirto, prop.tà Piccolo e Papale, furono trovate dieci
sepolture a fossa, in parte con copertura di ciottoli calcarei, in parte con copertura in
tegole. L’area di necropoli è databile dall’orientalizzante fino agli inizi dell’età
arcaica. Nel 1990 a Curti (CE), località Petrara, prop.tà Merola furono indagate alcune
sepolture a fossa terragna del III sec. a.C.
Nel 1994 fu indagato un lotto di necropoli dell’età del ferro e vent
isei tombe a fossa
della fase IV c di Capua, in prop.tà Ricciardi (625-560 a.C.); mentre furono
recuperate sei sepolture dell’VIII secolo a.C. (fase II c) alle spalle del cimitero di S.
Maria Capua V. Nel 1995 nel Comune di S. Prisco, nei pressi del santuario di Diana Tifatina a S.
Angelo in Formis, furono indagate alcune sepolture di età ellenistica e sei mausolei di
età imperiale lungo la direttrice viaria che conduceva al santuario di Diana Tifatina.
Nel 1996 in località Cappuccini vi fu il rinvenimento di otto sepolture databili tra il
VII e il VI sec. a.C. Nel 1998 a S. Prisco fu indagato un piccolo gruppo di tombe a cassa di tufo e di
tegole, risalenti al IV-III sec. a.C
.
Infine nel 2000 a S. Prisco, avvenne il rinvenimento di sei tombe a cassa di tufo ed
una a camera, tutte in gran parte saccheggiate, le tombe sono databili intorno alla fine
del IV sec. a.C.
Con gli scavi di Johannowsky torna all’attenzione degli studiosi l’importanza delle
necropoli capuane. Tra le numerose campagne di scavo, il rinvenimento delle
necropoli in località Fornaci e in località Cappuccini, consentì di ricostruire un
quadro completo su Capua antica, sulla base dei moderni criteri di studio dall’età del
ferro fino all’età arcaica. Johannowsky è l’unico che abbia pubblicato due studi
sistematici, nel 1983 e nel 1989, sulle necropoli capuane e sui materiali da lui
stesso scoperti nel corso della sua ventennale attività archeologica nel Casertano. Gli
altri scavi di emergenza condotti a più riprese dai funzionari della Soprintendenza
Archeologica fino ai nostri giorni, sono quasi totalmente inediti.
Il catalogo delle tombe campane e sannite della Benassai riguardante le tombe dipinte
in Campania, costituisce l’ultimo studio di grande interesse sulle necropoli di
Capua antica. L’attuale funzionario di Soprintendenza, dott.ssa Sampaolo, sta
dedicando il suo lavoro all’impianto urbanistico della città con l’intento di delineare
una carta archeologica dei ritrovamenti
Mario Tudisco