Riproponiamo un articolo dell'Avv D'Abrosca ,pubblicato all'indomani delle elezioni comunali , perchè descrive perfettamente ciò che è avvenuto a S. Maria C.V. e grazie a chi . Nel ricordare i meriti di chi ha costruito per oltre 40 anni dobbiamo constatare che ancora persiste il parassitismo politico ed invitiamo a snidare e ad additare tutti coloro che ritenete possano essere definiti "parassiti politici"
LA STORIA SIAMO NOI
Purtroppo per voi sono ancora qua. Il 28 e 29 maggio in questa città è stata scritta una pagina di storia che tutti ricorderanno per i prossimi duemila anni. Un gruppo di giovani, con qualcuno che aveva una discreta carenza di gioventù, riunitisi e animati dal desiderio di rinnovamento e uguaglianza hanno dato vita all’armata brancaleone. Senza soldi, senza potere, senza pianificazione finanziaria , hanno combattuto una battaglia decisiva contro un esercito di burocrati e apparati di partito con soldi e potere che tentavano di annientare la speranza e la gioventù dei figli del popolo. Oramai con il 28 e il 29 maggio lui è entrato nella leggenda perchè ha dimostrato di essere una guida spirituale , filosofica, politica, ha forgiato dei candidati politici in quattro anni tirandoli fuori dall’oblio e traendo il meglio di ognuno di loro, per quattro anni ha saputo dare lezioni ogni sera a tutti. Per entrare nella leggenda occorre il dono di Dio e lui ha dimostrato di averlo, e nessuno potrà togliergli quel posto. E’ riuscito a creare degli uomini che si sono sentiti nello stesso tempo coinvolti e avvolti dalla campagna elettorale tirando fuori anche coloro che oramai da 20 anni chiusi dal torpore “del tanto è sempre la stessa cosa”, anche quando hanno tentato di tirarlo nel fango lui non si è scomposto con la sua saggezza e l’esperienza di 70 anni di vita politica attiva, ha avuto la forza fisica e il coraggio di salire sul palco e cantare” vita mia”, trascinando tutti gli spettatori e poi dicono che Dio si serve degli uomini per il suo fine. Un altro Nicola Di Muro non lo troveremo, solo Dio sa quando e dove verrà fuori, ma oramai è nella storia, è una leggenda. Spezzare le liste avversarie è stata opera di una giusta strategia politica e alla fine gli avversari non hanno fatto più campagna elettorale per il loro candidato sindaco ma hanno capito che per rimanere a galla, solo pochi potevano sedersi in consiglio comunale, hanno iniziato a chiedere voti solo per loro, affermando “votate il sindaco che volete”. Del resto quando hanno avuto la certezza che la nave del PDL affondava si sono combattuti tra di loro. Il suo fine era liberare la città ed è riuscito nell’impresa. La fabbrica del fango prodotta dagli articoli degli avversari su di lui ha dato modo agli elettori di reagire con un voto plebiscitario nell’urna a favore del figlio Biagio. Alla fine ha vinto la sua lungimiranza politica fatta di parole date, saggezza di vita, esperienza di militanza di oltre mezzo secolo che insieme a quel dono che solo lui dall’alto può dare, gli hanno assegnato un posto nella storia che nessuno potrà mai eguagliare ma solo tentare di imitare.

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