Qualche
anno fa insieme al mio amico Giovanni De Rosa – all’epoca responsabile
dell’ufficio di collocamento cittadino – calcolammo che, nell’arco di
quindici anni più o meno, Santa Maria Capua Vetere aveva perso
all’incirca nove mila posti di lavoro tra chiusure dell’ex
Tabacchificio, dell’ex Siemens e a causa di centinaia di piccole aziende
o esercizi commerciali o anche botteghe artigianali che avevano
abbassato per sempre le loro saracinesche e al posto di queste perdite
occupazionali la Città non aveva ricevuto nulla in cambio tranne un
peggioramento della qualità media di vivibilità e un forte impoverimento
collettivo.
In pratica, le uniche forme di reddito sicure
sopravvissute riguardavano e riguardano ancora la micro e media economia
che ruota intorno ai Tribunali e, paradossalmente, quella legata alla
sorveglianza della sosta delle auto! Purtroppo, la nostra Città non era
riuscita a trarre nessun beneficio dalle Facoltà Universitarie ubicate
sul Territorio; né tantomeno a una classe imprenditoriale che andava
scomparendo si sostituiva una nuova capace di rinverdire i fasti del
passato. Anzi, anche quei pochi imprenditori ancora affezionati
all’Antica Capua stavano per emigrare altrove. Dopo qualche anno da
quella ricerca, la situazione è peggiorata ulteriormente. Alla sana
imprenditoria sammaritana di una volta si è sostituita una lenta ma
progressiva infiltrazione malavitosa che ha trasformato la nostra Città
nella Mecca degli affari senza scrupoli che nulla, proprio nulla, hanno
restituito in termini occupazionali e di profitto generale.
Ciò
nonostante, esiste ancora una piccola parte di imprenditori non
“infiltrati” che, da qualche tempo a questa parte, hanno ritrovato il
gusto di investire – seppur si tratta di piccole somme – a favore degli
eventi culturali cittadini come La Città sotto la Città e, più
recentemente, per il Concerto apprezzatissimo del Trio Condorelli di
jazz. Inoltre, un buon risveglio si è registrato anche nel mondo delle
fiere artigianali laddove ai vecchi del mestiere si è sostituito una
nuova generazione che ha ereditato la migliore tradizione locale
coniugandola con le nuove tecnologie. Per non parlare, di una sanissima
imprenditoria giovanile locale che gestirà tutti i servizi aggiuntivi
dei principali Siti Cittadini.
Da qui, la sensazione che si
possa e si debba insistere sulla strada della Cultura, dell’Arte e del
Sapere in ogni sua forma, valorizzando usi, tradizioni, preesistenze
archeologiche e eccellenze.
Mario Tudisco - Giornalista e Assessore alla Cultura

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