Le
diverse eccezioni fatte in merito alla stipula dei contratti con le società
LIAN e GEPRON per il fitto di uno stabile e degli ex capannoni industriali per
l’allocazione di uffici giudiziari, non hanno trovato ascolto tra i tecnici e
gli amministratori del comune di santa Maria Capua Vetere.
Oggi che
ci troviamo di fronte a problemi gravissimi che riguardano gli aspetti urbanistici e della sicurezza, ci si domanda
di chi sono le responsabilità???
Più
volte ho detto che il fabbricato, sito in Santa Maria Capua Vetere alla via
Mario Fiore, di proprietà della soc. LIAN srl, concesso in fitto al comune di
Santa Maria Capua Vetere per consentirvi
l’allocazione di uffici Giudiziari, è stato ristrutturato in difformità alle norme del Regolamento
edilizio in vigore nella città di Santa Maria Capua Vetere. il vecchio fabbricato
di via Mario Fiore,infatti, è stato aumentato irregolarmente in volume ed in altezza, contravvenendo a quanto stabilito
dal Regolamento edilizio vigente che non consente che in quella zona i fabbricati possano avere un’altezza
superiore ad una volta e mezza la misura della sede stradale. Inoltre per
quello stesso fabbricato è stato
rilasciato un permesso per il cambio di
destinazione d’uso, senza far pagare alla proprietà oneri di urbanizzazione e senza
tener conto che per ottenere un cambio di destinazione d’uso si deve
riconsiderare il calcolo degli standards urbanistici ex D.L.1444/68.
Per
quanto riguarda i capannoni siti in Santa Maria Capua Vetere alla loc. Grattapulci,
in ristrutturazione da parte della soc. GEPROM srl, rilevata dal dott. Fossataro,i lavori sono stati realizzati nel 2006, in seguito a
rilascio di licenza edilizia con allegato atto d’obbligo ma senza la prevista
convenzione e senza tener conto delle delibera del Consiglio Comunale del
2001 che autorizzava un lottizzazione
per la costruzione di capannoni per uso
industriale. La realizzazione di detti capannoni è stata effettuata in
difformità con la normativa edilizia, in quanto per ogni capannone è stata realizzata un’annessa palazzina di
tre piani e non sono stati rispettati gli standards di cui al D.M. 1444/68. Ultimo
problema e non di minore importanza, per consentire la trasformazione dei
capannoni dall’uso industriale all’uso ufficio, in Consiglio Comunale è stata
approvata la variante di destinazione
d’uso per allocarvi gli uffici giudiziari, dopo che erano già stati fatti i
lavori di trasformazione con una semplice D.I.A.
Tutto
ciò appare estremamente grave in quanto la localizzazione di uffici Giudiziari
in fabbricati, non regolarmente realizzati è veramente assurdo, specialemnte
oggi che per i capannoni industriali della GEPROM è evidente che non sono
rispettati gli indici di protezione sismica, gli standards urbanistici e,
udite,udite!!!, l’impianto antincendio del piano interrato, da destinare ad
archivi, è stato realizzato con spegnimento ad acqua mentre per preservare i
documenti, in caso di incendio, la normativa richiede un impianto a gas.
Oggi che
il Presidente del Tribunale, operando in buona fede e con zelo, aveva creduto
di aver risolto il problema della collocazione degli uffici del Giudice di Pace
e di Sorveglianza; oggi che è stata esaudita ogni richiesta della proprietà, ci
si trova di fronte ad altre richieste di danaro pari a circa 700.000 mila Euro .
La proprietà , però, non considera che il
già esoso canone di fitto concordato e dovrebbe contemplare l’idoneità completa dei
locali ad ospitare gli uffici in parola. Ma con chi ce la dobbiamo prendere???? Innanzitutto va considerata l’incompetenza
dei dirigenti che hanno espletato i procedimenti che hanno portato a
considerare la possibilità di fittare quei locali e, successivamente, a
stipulare i contratti di fitto, senza verificarne la compatibilità urbanistica,
l’idoneità statica ed il possesso degli standards previsti dalla normativa
vigente; senza tralasciare la leggerezza dell’Amministrazione che, al posto di
pensare a risolvere i problemi seri della città, andando appresso a degli
incompetenti sconsiderati, rischia di far perdere il Tribunale a Santa Maria e
di far spendere fior di milioni alla comunità, inutilmente.
Con
tutti i soldi impegnati per il fitto delle proprietà LIAN e GEPRON si sarebbe
potuto realizzare, nei tempi già impiegati per i lavori realizzati e quelli
necessari per gli impossibili adeguamenti alle norme sismiche,un complesso
idoneo nella ex Caserma M. Fiore, come da me
richiesto da anni.
Infatti
il problema della localizzazione degli Uffici Giudiziari è, da tempo,
all’ordine del giorno ed oggi, in presenza di questi gravissimi problemi, non
si potrà che ricorrere alle solite “carte
false”
Ma è
consentito farlo??? Specialmente per uffici che dovranno ospitare strutture
giudiziarie????
L’approssimazione
ed il pressapochismo generano sempre guai ed spese superiori a quelle
necessarie; spese che ricadranno, inevitabilmente, sulle spalle dei cittadini
di Santa Maria che, tra poco, con la congiuntura che vive l’Italia saranno
costretti a pagare le conseguenze di scelleratezze perpetrate dalle Amministrazioni che si sono
succedute e che non hanno voluto mai affrontare con serietà e coscienza il
problema che oggi rimane irrisolto nella sostanza.
Per
troppo tempo la si è fatta franca; speriamo che si capisca la gravità della
situazione e si receda dall’atteggiamento borioso e prevaricatorio verso chi
vuole solo il bene della Città.
Gaetano Rauso

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