A chi osserva dall’esterno la
vicenda dell’assessore Tudisco appare come una scena commediografica, dove
l’attore, qui il sindaco, recita un copione ingiallito dal tempo. Gli argomenti
di altruismo, i gesti teatrali, l’implorare, cozzano con la affermazione che
tra il sindaco e l’assessore vi era un accordo fatto prima delle elezioni e
prevedeva che, allo scadere del primo anno di amministrazione, Tudisco
lasciasse il posto ad un altro assessore. L’affermazione del sindaco denota la
sua volontà di ottemperare alla parola data. Però, dando per scontato che ciò
fosse vero, allora che c’entra Nunzia Di Muro, perché viene accusata di plagio,
addirittura di circonvenzione di incapace? La frase che tutto mette in
discussione è “se non ci fosse Nunzia….” Chi come me ha vissuto questa
esperienza in prima persona sa bene che il problema non è l’assessorato ma la
scadenza annuale del bilancio. Qualcuno ha vociferato che l’altro componente
della triade, Stellato, ha voluto la sua testa a tutti i costi. Di sicuro
Tudisco era scomodo come intellettuale e come appartenente ad un pensiero
politico idealista. Gli stessi consiglieri comunali che valutano la sua
presenza in rapporto ai voti ricevuti per cui non poteva in nessun modo
continuare ad essere assessore con 14 voti, a detta loro che di voti ne hanno
subiti tanti quanti gli appartenenti ad una sola famiglia. Tudisco è stato da
sempre prolifero di attività
intellettuale scritte e orali, non ha mai avuto bisogno di qualcuno che
dettasse a lui e per lui, la sua lucidità mentale è ancora intatta, la sua
capacità è notevole, allora perché? Oramai il miracolo è compiuto ma quanta
fatica, quante brutte azioni, quante bugie, quante falsità. L’amore per la politica
insegna a coltivare la virtù della pazienza e non bisogna dimenticare che
qualche volta nell’orticello della prevaricazione spuntano i fiori
dell’ingratitudine e allora non si rinnova la fiducia degli elettori.
L’imperativo morale che impone devozione per coloro che hanno lottato per
cinque anni e sono riusciti nell’elezione di questo sindaco non potranno mai
più continuare un cammino politico lungo una strada comune.
Michele D’Abrosca
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