Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv
▼
martedì 17 luglio 2012
SVILUPPO URBANO E TUTELA BENI ARCHEOLOGICI. METTIAMO A POSTO LA CARTOGRAFIA DELLA CITTA’?
Agli
inizi di Luglio, all’interno dei locali del Salone di ingresso al
Teatro Garibaldi è stata esposta un’antica Cartografia molto suggestiva
riguardante la Provincia di Terra di lavoro.
La cartografia è
un’'illustrazione del territorio in un determinato periodo di tempo
redatta alla luce di informazioni non solo geografiche , ma storiche,
statistiche, demografiche, economiche, politiche, culturali.
Quanto
deve essere stato difficile in passato cartografare la Provincia
considerando che oggi i Comuni che la compongono non sono riusciti in
più di 25 anni (dagli anni ’80) a dotarsi di un piano regolatore.
In questo lungo lasso di tempo, intanto, le città (soprattutto la nostra) sembrano essere esplose in tanti pezzi-cocci,
cresciute non per parti omogenee, ma piuttosto per singoli edifici e
all’insaputa dei suoi abitanti, persone “fuori” , quasi sempre in
viaggio ,”flessibili” come vuole il mercato, preoccupati del loro lavoro
diventato, per così dire, una continua “prova di esubero”.
Qual è la sintassi che regola la relazione tra il già costruito e l’espansione?
Il
territorio è visto oggi solamente come un’occasione per arricchirsi
rapidamente grazie all’elevato plusvalore che il proprietario può
lucrare quando una superficie passa dalla destinazione agricola a quella
edificabile, meccanismo che sta spesso alla radice di fenomeni come la
corruzione dell’attività amministrativa pubblica e il riciclo di
capitali malavitosi immessi nell’economia “normale”.
Le varie governance che
si avvicendano nella nostra città , indipendentemente dai colori
politici, dalle categorie di “nuovo/vecchio” che le contraddistinguono ,
fanno cassa per fronteggiare le necessità della spesa corrente tutte
allo stesso modo, lucrando i cospicui introiti dal pagamento degli oneri
di urbanizzazione.
E’ tutto legale ?
Illustri
Avvocati ci spiegheranno la legittimità della crescita urbana , mentre
tecnici esperti saliranno in cattedra per impartire lezioni al riguardo a
gente comune annichilita da tanta preparazione . Nulla, però, potrà
nascondere il degrado che non è più lala cintura cittadina marginale e occultata, ma è un arcipelago.
METTERE A POSTO LE CARTE
è una locuzione ( un modo di dire) dal significato ambivalente. Può
voler dire riordinarle dal punto di vista legale in modo da sottrarle ad
accertamenti giudiziari oppure impegnarsi a fornire una
rappresentazione simbolica scritta della nostra città a misura d’uomo.
E’ a questa seconda accezione che mi riferisco.
«Scrivere non ha niente a che vedere con significare,ma con misurare territori, cartografare contrade a venire»(Deleuze-Guattari, Rizoma, Mille piani)
Cartografare
contrade a venire, produrre concetti capaci di spiegare il divenire
altro, creare costellazioni di segni capaci di dare forma alla
proliferante realtà in fuga dal significato presente.
Ciò è possibile farlo all’interno di uno spazio pubblico plurale nel quale trovino sostegno varie esigenza :
tutela dei beni archeologici e impegno a reperire investimenti industriali da realizzare nelle zone produttive dismesse;
“consumo zero di territorio” e “riqualificazione urbana”;
individuazione dell’offerta di servizi, definizione delle politiche d’intervento (quali settori potenziare, mantenere, ridimensionare) ,selezione delle prestazioni da offrire in linea con i bisogni percepiti ed emergenti dell’ambiente di riferimento;
scelta delle modalità di gestione dei servizi,
ad esempio gestione diretta o ricorso a formule privatistiche di
gestione come quelle garantite dal Consorzio Icaro cacciato da molti
Comuni sensibili alla problematica della legalità.
Un “Osservatorio su beni comuni e democrazia”
renderebbe più semplice “cartografare” e valorizzerebbe il percorso di
ricerca, informazione, trasparenza che l’Associazionismo di S.Maria
C.V. hanno ritenuto di dover intraprendere ciascuna per conto proprio.
Nessun commento:
Posta un commento