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mercoledì 2 gennaio 2013

La parola del giorno : I pastori trovarono Maria Giuseppe e il bambino



Prima lettura Nm 6,22-27
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: "Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. 11 Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace'
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».
Salmo 66: Dio abbia pietà di noi e ci benedica
Seconda lettura, Gai 4,4-7
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, per­ché ricevessimo l'adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo
Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca 1 2,16~21

In quel tempo (i pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giusep­pe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che aveva­no udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse conce­pito nel grembo.

Il commento spirituale

Inizia un nuovo anno e le letture ci sorprendono perché ci riconducono con in­sistenza alla speranza. In un tempo in cui i giovani, ma non solo loro, gridano la sete di paternità, di accompagnamento vero, ecco che Dio ci fa figli suoi e ci consola. È il Dio della presenza, il Padre che illumina i nostri volti!
Finalmente, non siamo soli, possiamo esserne certi. Forse non ci avevamo mai pensato, forse sì, ma ce ne siamo scordati, perché il turbinio imposto all'esistenza ci afferra e non ci lascia né silenzio né respiro.
Ma ora sappiamo che da questa e da altre schiavitù possiamo chiedere di essere liberati, peregrinando anche noi con i pastori alla capanna, mentre raccontano la meraviglia annunciata loro nella notte dagli Angeli.
E potremo trepidare con il Bambino benedicente e incontrare quegli occhi di Ma­dre, profondi e comprensivi sui nostri volti stanchi e provati, mentre allunga il fa­gottino divino anche verso di noi, indegni, là all'entrata della grotta di Betlemme pronti a chiedere luce e grazia.

IL TESTIMONE

PAOLO VI
Giovanni Battista Montini (1897-1978), papa col nome di Paolo VI, ha portato a felice compimento, l'8 dicembre 1965, il Vaticano Il iniziato da Giovanni XXIII. Sua è la frase: «Il mondo non ha biso­gno tanto di maestri quanto di testimo­ni, e se ascolta i maestri è perché sono testimoni». Lui stesso, ora "servo di Dio' è stato tra questi. L'Anno della fede in­detto da Benedetto XVI richiama quel­lo proclamato da Paolo VI e concluso il 30 giugno 1968 con la sua professione di fede pronunciata in piazza San Pie­tro. Eccone un brano: «Noi confessiamo
che il regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, non è di questo mondo, la cui figura passa; e che la sua vera crescita non può esser confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all'amore di Dio, e nel di­spensare sempre più abbondantemen­te la grazia e la santità tra gli uomini».

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