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mercoledì 2 gennaio 2013

Parola del giorno Mercoledì 2 gennaio : Dopo di Me verrà Uno che è prima di Me



Prima lettura 1GV 2,22-28
Prima lettura   i Gv 2, 2228
Figlioli, chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'an­ticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede
anche il Padre.
Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Pa­dre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.
Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi. E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qual­cuno vi istruisca. Ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito.
E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si ma­nifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta.

Lettura e Vangelo
Salmo 97: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore

Dal Vangelo secondo Giovanni 1 1, 1928
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Geru­.iIciniue sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. G1i dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose:
Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, disse il profeta Isaia>.
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?
Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno cile voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.


LA NOTA ESEGETICA

La personalità di Giovanni è descritta attraverso tre caratteristiche. Una personale (hé martyria) : "Egli confessò e non negò'Una profetica (phòne: Is 40,3 citata dai sinottici) che Cv adatta al ruolo assegnato al precursore di Cristo adoperando euthynate invece di hetoimasate per "preparate' Una attiva, ma che non sostituisce (axios: degno invece di hikanos: capace) l'azione dei Messia (il gò'éI d'Israele).

IL COMMENTO SPIRITUALE
Sono severe le letture di oggi! Sono monito, esortazione a non lasciarsi ingan­nare, perché il male lavora alacremente per sconfiggere le forze e i progetti, la tenacia e la fiducia. Siamo spronati a non fidarci di chi ci distoglie più o meno brutalmente dalla verità appresa e sperimentata all'inizio del nostro cammino di ricerca, di scoperta di Gesù e della speranza di salvezza.
Con una promessa che è rassicurante: avremo la Vita Eterna; e detta così la cosa, ci sembra un premio lontano, una destinazione inspiegabile per molti. E invece, visto che «la vita è l'infanzia dell'eternità» (Goethe), l'apostolo Giovanni ci riporta alla nostra ultima meta, la più bella, la più ambita: il Paradiso.
«In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo», risponde il Battista alle do­mande dei farisei. Il malvagio trama nell'ombra e gli tenderà l'agguato finale per farlo morire, ma Giovanni Battista persevera con coraggio nella testimonianza: incontra re per sempre Gesù. A dimostrazione che ne vale la pena.

L'ESPERIENZA : Il cancro mi ha insegnato a vivere

Ho 39 anni, mamma di due bambine. Valigie e biglietto sono pronti per un viaggio importante per la mia carriera di psicologa. Un amico d'infanzia, me­dico, viene improvvisamente a trovarci. Approfitto per chiedergli su una cisti al seno che da qualche tempo si fa sentire. Ciò che si prospetta sconvolge tutti i miei programmi. Mi chiedo cosa sarà delle bambine, del marito. Per telefono un'a­mica mi dice: «Ecco il momento di crede­re all'amore di Dio per te!». Rasserenata, comprendo che devo saper rispondere a questo amore.
Biopsia, intervento chirurgico e chemio­terapia seguono velocemente. Sia in
ospedale che poi a casa sento di essere sostenuta dall'amore di Dio con i suoi piccoli ma evidenti segni. Come psicolo­ga so che essere gravemente ammalati comporta una crisi seria anche a livello psichico, e per me l'ancora di salvezza è rivolgermi al Padre, ricominciare ogni giorno, offrirgli gradino dopo gradino il peso dell'ascesa al calvario, vivere bene ogni cosa che faccio come fosse l'ultima. So cosa mi attende, eppure è come se fosse iniziata un'avventura, un nuovo modo di vedere la vita e, cosa assurda an­che per me stessa, ringrazio Dio per il mio cancro. È la più grande lezione di vita.
R. M. - Manila
SS. BASI 1,10 IL GRANDE E GREGORIO DI NAZIANZO
            Entrambi vescovi e dottori della Chiesa vissuti nel IV secolo (assieme a san Gregorio di Nissa, fratello di Basilio,  compongono la triade dei"luminari della Cappadocia"). Uomini di azione oltre che di pensiero e - soprattutto il Nazianzeno che fu anche poeta - di contemplazione nella turbinosa storia dell'Oriente cristiano questi due santi si adoperarono per l'unità e l'ortodossia della Chiesa contro gli eretici. Insieme dettero vita ad una comunità monastica, anzi Basilio disciplinò le innumerevoli regole monastiche del suo tempo, dettando regole che hanno tenuto alto il suo nome, attraverso i secoli, in tutta la Chiesa Orientale. Le innumerevoli sue iniziative caritative gli valsero la stima e l'ammirazione anche di non cristiani.
Profondi i vincoli di amicizia tra i due santi. Così ne parla Gregorio: «Fra noi nessuna invidia, si apprezzava invece l'emulazione. Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all'altro di esserlo. Sembrava che avessimo un'unica anima in due corpi>>.

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