Lunedì 21 gennaio
S. Agnese m.
LO SPOSO È CON LORO
Fratelli, ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli
uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio,
per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta
compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui
rivestito di debolezza.
A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati
anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è
chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso
la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi
ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l'ordine di Melchìsedek».
Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e
suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per
il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò
l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna
per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo
sacerdote secondo l'ordine di Melchìsedek.
LA LETTURA E IL VANGELO
Salmo 109: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Dal Vangelo secondo Marco 1 2,18- 22
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano
facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: «Perché i discepoli di
Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non
digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a
nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono
digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel
giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito
vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e
lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi,
altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo
in otri nuovi!».
LA NOTA ESEGETICA
La presenza di Gesù hic et nunc e le sùe parole (nozze, vestito,
vino)sono enigmatiche. Tuttavia, servono a identificarsi come lo "sposo"
messianico (Os 2,16-22) e alla rivendicazione dell’unicità del tempo del suo
ministero pubblico.Gesù fa anche il primo accenno alla sua morte (2,19-20) e al
digiuno dei cristiani che seguirà. L'opposizione vecchio/nuovo
(palaios/kainos-neos) evidenzia l'imminenza della nuova alleanza.
IL COMMENTO SPIRITUALE
Gesù ha subìto parecchie contestazioni e proprio la
testimonianza e la libertà predicata e vissuta lo condanneranno alla morte.
Uno dei motivi di protesta è il digiuno non osservato dai
suoi discepoli.
Oggi noi ci educhiamo al valore de/digiuno, segno di
devozione che, messo fuori uso in anni addietro, ora rientra nella vita di fede
della gente.
Gesù non chiede ai suoi discepoli il digiuno e questo irrita
gli altri Ebrei. Egli definisce chiaramente che la novità non si serve di
vecchie regole imposte. Il nuovo ha bisogno di rimodellarsi sulla libertà degli
uomini. Gesù desidera condivisione e vita coerentemente vissuta. Chiede di
lasciare la strada vecchia per conoscere e percorrere la nuova, abbracciando
completamente la novità della sua predicazione con tutta l'anima, accompagnati
anche dallo spirito della festa, dovuta alla presenza del Redentore fra loro.
Suvvia! sembra dire Gesù, come il contadino avveduto non mette in otri vecchi
il vino nuovo, così la buona novella per essere vissuta in tutta la sua verità
deve avvalersi di donne e uomini nuovi.
L'ESPERIENZA
Digiuno
A causa di diverse circostanze (guerra vicina, difficoltà di
trasporto, mancanza di posti di lavoro...) la vita qui da noi è particolarmente
dura. Anche la situazione economica della nostra famiglia, composta da cinque
persone, è molto peggiorata. Abbiamo alcuni amici cristiani che ci seguono con
tanto affetto e discrezione. Tramite loro ci arriva un aiuto regolare in
denaro per le medicine, il cibo, il riscaldamento. Ogni volta che riceviamo
questo aiuto, sentiamo l'impegno di non lasciarci sfuggire l'occasione per dare
anche noi un piccolo contributo per coloro che stanno peggio di noi. Siccome
siamo musulmani, abbiamo deciso che durante il mese del Ramadan (il nostro
digiuno) mettiamo da parte l'equivalente di un pasto al giorno e lo diamo per
chi è più povero. In questo modo sentiamo di dare il nostro contributo alla
costruzione di un mondo migliore, che sia un'unica famiglia.
S.N.- Macedonia
IL TESTIMONE
Sant’Agnese vergine e martire
Fu arsa viva, secondo papa Damaso e la tradizione greca, o
più verosimilmente venne decapitata, secondo il poeta latino Prudenzio?
Nell'inno Agnes Beatae Virginis, attribuito a sant'Ambrogio, la si immagina
sgozzata, proprio come una vera mite agnella. Certo è che questa delicata
fanciulla di dodici o tredici anni rimase vittima nel 304, a Roma, della
furiosa persecuzione scatenata da Diocleziano contro i cristiani. Per la sua
giovane età non sarebbe stata tenuta a presentarsi alle autorità per
sacrificare
pubblicamente agli dei, come imponeva l'editto
dell'imperatore, ma lei volle ugualmente testimoniare la sua fede in Cristo. A
parte gli abbellimenti della leggenda, poco altro si sa di questa martire
probabilmente figlia di liberti, divenuta emblema di purezza. Mentre il luogo
del suo martirio nell'antico stadio di Domiziano (attuale piazza Navona), è
segnato oggi dalla chiesa barocca di Sant'Agnese in Agone, quello della
sepoltura si trova lungo la via Nomentana, là dove sorge l'antica basilica a
lei intitolata.
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