Martedi 29 gennaio
CHI FA LA VOLONTÀ DI DIO,
COSTUI PER ME È FRATELLO, SORELLA E MADRE.
S. Costanzo
Prima lettura Eb
10,1-10
Fratelli, la Legge, poiché possiede soltanto un'ombra dei
beni futuri e non
la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di
condurre alla perfezione
per mezzo di sacrifici — sempre uguali, che si continuano a
offrire di anno in anno - coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si
sarebbe forse cessa- to di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati
una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in
quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile
infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo,
entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti ne sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro —
per fare, o Dio, la tua volontà"».
Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né
sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che
vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua
volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo.
Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del
corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
LA LETTURA E IL VANGELO
Salmo 109: Ecco, Signore, vengo per fare la tua volontà.
Dal Vangelo secondo Marco 3,3 1-35
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli
e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco,
tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei
fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse:
«Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per
me è fratello, sorella e madre».
LA NOTA ESEGETICA
"Fare la volontà di Dio" (3,35) è l'unico criterio
da soddisfare per essere autenticamente della famiglia di Gesù! Sua madre e i
suoi fratelli (3,31) fanno parte del gruppo identificato come "i
suoi" (hoi par'autu: 3,21). D'ora in poi, nessuno potrebbe impadronirsi di
Gesù. Lo sfondo polemico di questo episodio dà, paradossalmente, anche ai suoi
cari la chance di partecipare alla straordinaria grazia di essere davvero suoi.
IL COMMENTO SPIRITUALE
«Facile questo Gesù — avranno pensato i contemporanei -, non
predica sacrifici, non vuole olocausti, né offerte. Vuole una cosa semplice
semplice: che si faccia la sua volontà. E ci chiamerà fratelli e sorelle!».
Poi la volontà di Dio è prato verde in ripida salita. È
deserto senz'acqua e mare in tempesta. Lì occorre avere ben saldi ipensieri, il
cuore così tenero da commuoverci, ma capace di stare nella burrasca.
Non sappiamo qual è la volontà sua se non viviamo nella
fiducia assoluta in lui. Allora la salita si fa più sopportabile, nel deserto
si fa reale un'oasi, il mare si placa e restituisce la pace e lo sguardo di Dio
si fa compagno di viaggio.
L’ESPERIENZA
Condominio
Durante l'assemblea del condominio c'era stata la solita
sfuriata del nostro vicino del pianterreno, che ha deciso di non rivolgerci più
la parola perché si era sentito profondamente offeso dal nostro comportamento
nei suoi confronti.
Ognuno si era ritirato nel proprio appartamento senza
commenti. Non era la prima volta che succedeva. lo avvertivo un certo disagio
che mi ha spinto a ripensare a quanto quell'uomo aveva detto. Forse io stessa
potevo essere stata causa di sofferenza per lui.
Il Vangelo parla di perdonare e questo non mi dava pace. Ho
pensato seriamente di chiedergli scusa. Mi son fatta forza e ho suonato alla
sua porta. Mi ha aperto la figlia, la quale mi ha detto che il papà era
occupato, ma che mi avrebbe telefonato. Quando ha suonato il telefono, mi sono
affidata a Dio: «Le devo chiedere scusa per tutte le volte che le ho dato un dispiacere...»
. Non mi ha lasciato finire di parlare, asserendo che da me non aveva ricevuto
nessuna offesa.
II ghiaccio era rotto.
M.C. — Italia
IL TESTIMONE
Carlo I d’Asburgo
Pronipote dell'imperatore Francesco Giuseppe, nacque nel
1887 nella Bassa Austria. Ottima la formazione cristiana e umana, favorita da
una naturale felicità di carattere e predisposizione al bene. Nel 1911 sposò la
principessa Zita di Borbone-Parma. 28 giugno 1914: l'assassinio a Sarajevo
dell'erede al trono asburgico provocava la dichiarazione di guerra
dell'Austria-Ungheria alla Serbia, inizio della Prima guerra mondiale. Sul
trono degli Asburgo dopo la morte dell'imperatore Francesco Giuseppe, Carlo si
trovò a gestire gli anni cruciali
della Grande Guerra, cercando di mitigarne gli orrori. Ma
travolto dal crollo dell'impero e deposto dal parlamento della nuova repubblica
austriaca, nel 1919 riparò in Svizzera con la famiglia. Dopo due tentativi
falliti di riguadagnare il trono ungherese, con la mediazione britannica
partì nel 1921 per il nuovo esilio a Madera. Ivi morì di polmonite l'anno
seguente, perdonando i suoi nemici. Fino all'ultimo aveva offerto la sua vita
e le sue sofferenze per l'unità dei suoi popoli. È stato beatificato nel 2004.
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