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mercoledì 30 gennaio 2013

VANGELO DEL GIORNO


Martedi 29 gennaio
CHI FA LA VOLONTÀ DI DIO,
COSTUI PER ME È FRATELLO, SORELLA E MADRE.
S. Costanzo
Prima lettura  Eb 10,1-10
Fratelli, la Legge, poiché possiede soltanto un'ombra dei beni futuri e non
la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione
per mezzo di sacrifici — sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno - coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessa- to di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti ne sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro —
per fare, o Dio, la tua volontà"».
Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocau­sti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
LA LETTURA E IL VANGELO
Salmo 109: Ecco, Signore, vengo per fare la tua volontà.
 
Dal Vangelo secondo Marco  3,3 1-35

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, man­darono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

LA NOTA ESEGETICA
"Fare la volontà di Dio" (3,35) è l'unico criterio da soddisfare per essere autenticamente della famiglia di Gesù! Sua madre e i suoi fratelli (3,31) fanno parte del gruppo identificato come "i suoi" (hoi par'autu: 3,21). D'ora in poi, nessuno potrebbe impadronirsi di Gesù. Lo sfondo polemico di questo episodio dà, paradossalmente, anche ai suoi cari la chance di partecipare alla straordinaria grazia di essere davvero suoi.

IL COMMENTO SPIRITUALE
«Facile questo Gesù — avranno pensato i contemporanei -, non predica sacrifici, non vuole olocausti, né offerte. Vuole una cosa semplice semplice: che si faccia la sua volontà. E ci chiamerà fratelli e sorelle!».
Poi la volontà di Dio è prato verde in ripida salita. È deserto senz'acqua e mare in tempesta. Lì occorre avere ben saldi ipensieri, il cuore così tenero da commuover­ci, ma capace di stare nella burrasca.
Non sappiamo qual è la volontà sua se non viviamo nella fiducia assoluta in lui. Allora la salita si fa più sopportabile, nel deserto si fa reale un'oasi, il mare si placa e restituisce la pace e lo sguardo di Dio si fa compagno di viaggio.
L’ESPERIENZA
Condominio
Durante l'assemblea del condominio c'era stata la solita sfuriata del nostro vicino del pianterreno, che ha deciso di non rivolgerci più la parola perché si era sentito profondamente offeso dal nostro comportamento nei suoi con­fronti.
Ognuno si era ritirato nel proprio ap­partamento senza commenti. Non era la prima volta che succedeva. lo avver­tivo un certo disagio che mi ha spinto a ripensare a quanto quell'uomo aveva detto. Forse io stessa potevo essere sta­ta causa di sofferenza per lui.
Il Vangelo parla di perdonare e questo non mi dava pace. Ho pensato seriamen­te di chiedergli scusa. Mi son fatta forza e ho suonato alla sua porta. Mi ha aperto la figlia, la quale mi ha detto che il papà era occupato, ma che mi avrebbe telefonato. Quando ha suonato il telefono, mi sono affidata a Dio: «Le devo chiedere scusa per tutte le volte che le ho dato un di­spiacere...» . Non mi ha lasciato finire di parlare, asserendo che da me non aveva ricevuto nessuna offesa.
II ghiaccio era rotto.
                                                                         M.C. — Italia
IL TESTIMONE
Carlo I d’Asburgo
Pronipote dell'imperatore Francesco Giuseppe, nacque nel 1887 nella Bassa Austria. Ottima la formazione cristiana e umana, favorita da una naturale felicità di carattere e predisposizione al bene. Nel 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma. 28 giugno 1914: l'as­sassinio a Sarajevo dell'erede al trono asburgico provocava la dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Ser­bia, inizio della Prima guerra mondiale. Sul trono degli Asburgo dopo la morte dell'imperatore Francesco Giuseppe, Carlo si trovò a gestire gli anni cruciali
della Grande Guerra, cercando di miti­garne gli orrori. Ma travolto dal crollo dell'impero e deposto dal parlamento della nuova repubblica austriaca, nel 1919 riparò in Svizzera con la famiglia. Dopo due tentativi falliti di riguadagna­re il trono ungherese, con la mediazio­ne britannica partì nel 1921 per il nuovo esilio a Madera. Ivi morì di polmonite l'anno seguente, perdonando i suoi ne­mici. Fino all'ultimo aveva offerto la sua vita e le sue sofferenze per l'unità dei suoi popoli. È stato beatificato nel 2004.


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