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martedì 19 febbraio 2013

IL VANGELO DEL GIORNO


LUNEDÌ 18 FEBBRAIO
S. Simone
L'AVETE FATTO A ME

Prima lettura   Lv 19,1-2.11-18
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo. Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore».

Salmo 18: Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

IL VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo  25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo ver­rà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Ve­nite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi': Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbia­mo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?" E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me': Poi dirà an­che a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero stra­niero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato': Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?" Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me': E se ne andranno: questi al supplizio eterno, ì giusti invece alla vita eter­na». Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

IL COMMENTO SPIRITUALE
Un Dio remoto, abitante dell'iperuranio, in qualche angolo sconfinato della co­smologia incute timore. Come si può conoscere? Chi ne può ascoltare l'insegnamento? In che modo entrare in rapporto con lui? Gesù indica la strada. Dio non lo si conosce nel segreto di uno sgabuzzino insonorizzato, né bisogna stordirsi con quale narcotico per poterne avere visione. È negli ultimi che hanno bisogno di alimento, vestiario, salute, ospitalità. In loro si rivela, rendendosi disponibile a chiunque Il nostro amore per Dio passa per l'amore al fratello, per questo dob­biamo considerare ogni fratello come Gesù, in senso letterale, dunque non come una imitazione. La preferenza che Gesù rivela per i poveri, i disadattati, i carcerati, sottolinea il capovolgimento della logica cristiana Assiso sul trono glorioso, da quel pulpito egli non misurerà la conoscenza, l’arte o la dottrina degli uomini, ma la loro amicizia con lui, espressa dall`amore per gli ultimi. È una verità universale, che possiamo vivere oggi, in questo momento, andando incontro a Gesù nel disgraziato che incontriamo fra un minuto.


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