Domenica 17 Febbraio
GESÙ FU GUIDATO
DALLO SPIRITO NEL DESERTO
E TENTATO DAL DIAVOLO
I di Quaresima
Prima lettura Dt
26,4-10
Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote prenderà la
cesta dalle tue
mani e la deporrà davanti all'altare del Signore, tuo Dio, e
tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: "Mio padre era
un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente
e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci
maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo
al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide
la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci
fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e
operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra,
dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del
suolo che tu, Signore, mi hai dato”: Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e
ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».
Salmo 90: Resta con noi, Signore, nell'ora della prova.
Seconda lettura Rm
10, 8-13
Fratelli, che cosa dice Mosè? «Vicino a te è la Parola, sulla
tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo.
Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo
cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore
infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione
di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà
deluso». Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è
il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti:
«Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Dal Vangelo secondo Luca 4,1-13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò
dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni,
tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono
terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio,
di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di
solo pane vivrà l'uomo». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un
istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e
la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti
prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta
scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Lo condusse
a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei
Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà
ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti
porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento
fissato.
IL COMMENTO SPIRITUALE
Al termine di quaranta giorni di digiuno la situazione di
qualsiasi uomo è critica. Gesù è edificato dal divino, ma prostrato dal
digiuno.. Potrebbe lasciarsi andare, e ristorarsi un pò. Avrebbe davvero potuto
usare qualche potere per trovare il pane nelle pietre del deserto che lo
circondavano. D'altronde, aveva i poteri divini. «Se tu sei Figlio di Dio...»,
gli dice il diavolo. Ma Gesù è anche uomo. La differenza fra l'uomo è Dio non
può essere in ordine alla materia. «Non di solo pane vive l'uomo...» significa
essenzialmente assegnare agli esseri umani una dignità infinita. Se avesse
operato il prodigio, Gesù avrebbe lasciato l'umanità a piangere della sua
povertà, perché solo a un uomo Dio sarebbe stato possibile sfuggire all’indigenza.
E le tentazioni successive sono simili: riguardano il potere politico, fonte
di tentazione in ogni tempo perché suscita il desiderio di onnipotenza, e il
desiderio di immortalità, generato dall'incapacità di accettare la limitatezza
della nostra natura umana. Gesù ribadisce che non sono queste cose che ci
proiettano nell’eternità, perché essa va cercata nel rapporto con Dio e nel
fare affidamento solo alla sua opera.
L'ESPERIENZA
Battesimo
Poiché assieme alla nostra bambina sarebbe stato battezzato
anche il neonato di una famiglia dello Sri Lanka, ci è venuta l'idea di
condividere con i suoi genitori la festa che pensavamo per la nostra Francesca.
Così abbiamo addobbato il salone della parrocchia con una grande striscione:
«Benvenuti, Janet Yvan e Francesca». Dopo il battesimo abbiamo invitato questa
famiglia e gli altri parenti a far festa con noi.
Per loro è stata una grande sorpresa e una grande gioia.
Hanno accettato con entusiasmo ed erano molto grati. La festa è stata semplice,
spontanea, vissuta con commozione.
Questa famiglia sta passando un momento non facile dal
punto di vista economico, ma per noi la dignità con la quale lo vivono ci è di
grande lezione. Costatiamo che ciò che conta è il potersi dimostrare fratelli,
e questo è un bene che vale molto di più anche dell'aiuto economico.
Siamo noi a dover ringraziare questa famigliola che ci dà
occasione di allargare la nostra stessa famiglia.
F.M. - Italia
IL TESTIMONE
Jacques Fesh
Nell'ottobre del 1957 moriva ghigliottinato a 27 anni. Oggi
è in corso il suo processo di beatificazione: eppure aveva ucciso un poliziotto
dal quale era stato inseguito dopo una rapina. Chi era dunque quest'uomo
braccato e graziato dall'amore di Dio, al punto da esprimere, nella notte
precedente l'esecuzione, la gioiosa certezza: «Fra cinque ore vedrò Gesù»? Di
origine belga, era nato a Saint-Germain-en-Laye, a ovest di Parigi. Timido e
poco espansivo, ma dotato di grande sensibilità, Jacques visse una giovinezza
inquieta senza il sostegno
della fede (il padre era ateo e di costumi alquanto liberi;
la madre, incapace di mitigare l'influsso negativo del marito). Per evadere da
una società corrotta, progettò di appropriarsi di un'ingente somma per fuggire
all'estero. Una tragica fuga finita nel carcere dalla Santé. Ma lì, attraverso
l'esperienza del buio, aiutato dal cappellano e dal suo avvocato, ritrovò la
fede. Il suo Giornale intimo,dedicato alla figlioletta Véronique, ne testimonia
l'ascesa spirituale. Morì perdonando, con l'animo leggero di chi si sa amato
da Dio.
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