Pagine

Vendesi villino Baia Domizia, vendesi appartanento via De Gasperi Smcv

mercoledì 6 febbraio 2013

LE POESIE DI ANITA PAPA




  
 Sempre dal volume "Elisi mai attinti" della nostra Anita Papa pubblichiamo




   

EFFIMERO BAGLIORE
Gli anni
affievoliscono
i nostri palpiti.

Abituarsi ai fremiti dell'animo
è annientare l'esistenza
sotto il velo dell'abitudine,
ma un attimo
rispecchiato sul fiume del passato
può ondulare il livellato piano
su cui giacciono,
oggi,
i nostri sentimenti
inariditi.




PROFEZIA

Non reclinerò le palpebre
alle ambiziose illusioni,
nè berrò in arida polla,
non cercherò coralli
in acque giapponesi...

Narrerò ai fanciulli
fiabe remote,
seguirò la corrente del Volturno
e nel suo corso
rifletterò i miei occhi.
All'Everest
innalzerò l'amore,
serrerò al cuore i ventagli stellari.

Poi…
sarà la Sibilla cumana
a predirmi il futuro.




Scriveva di Anita il famoso critico Irlandese Thomas Kouwenaar 



Il tracciato decisamente poetico di Anita Papa, che in minima parte, e non certo, a mio avviso, della produzione sua più matura, appare in questo testo, non è altro che una presa di contatto, una appena vaga indicazione, un presen­tarsi semplice che certo non rimarrà silenzioso ed inascoltato. P un lungo discorso quest'opera, sofferta immagine, necessa­rio travaglio, lacerante ricerca alle radici. E trascorre per ricorrenti vicende e richiami, per tematiche assidue, e vigoro­se. C'è in Anita Papa una pungente, freddamente pietosa capacità di riflessione, vibrante tuttavia di luminosi umori. E annota e descrive il piccolo, grande mondo dell'esistere, pic­coli e grandi cose d'ogni giorno, che vanno oltre l'abbozzo ed il quadretto. Si determina così la sua voce, rapida ed attenta, in una, tutta sua, originalità lirica che prescinde da scuole e tendenze. E riesce ad esprimersi libera per forza di una naturale, istintiva necessità di linguaggio e di comunica­zione. Si contempera in uno stato di contemplazione ampia ed assorta, ove si spiega la presenza assidua e severa del suo orgoglio di pietà.
La poesia di Anita Papa esige qualità di ascolto. Nella let­tura occorre assecondare e seguire le accelerazioni dei movi­menti, abbandonarsi alla rapidità del ritmo. L'inclusione di materiali diversi e la loro assimilazione al ritmo possono det­tare l'ipotesi di una tendenza alla poesia di tutto ciò che si è. Ma quando "si è"? La risposta più semplice potrebbe essere questa: nell'ordine della parola, si è nel pensiero. La dimen­sione intima, smarrita e ritrovata di continuo, è un mobilis­simo passaggio, porta disordine, svolte, erranza. Ma, saperla osservare; quella è la sincerità di ciò che si è. Vi si ritrova di tutto. Non quello che noi scegliamo per illusoria purezza del­l'essere. Se mai, i sentimenti, è necessario riscoprirli (e "edu­carli") nei conflitti di quella dimensione esistenziale.
Questo, mi pare, il genere di sincerità che, per reagire a menzogne e confusioni ideologiche, porta il poeta all'io. Non come ad un approdo privato, ma come ad un atto di "cono­scenza" e di intervento attraverso la parola.
Per concludere, quello che nell'esperienza di quest'opera appare convincente è un modo di fare poesia istituito, sulla libera dimensione del pensiero, dai contenuti stessi che vi
penetrano. Fra questi, nella condizione tormentata del valore c'è un motivo, un tema che dal poeta ci riconduce alla gene­rosità dell'uomo. È l'ipotesi di' una perenne educazione dei sentimenti, educazione in ciò che esiste e s'incontra.
Ogni occasione, la più dura ed estrema, è occasione di poe­sia.
THOMAS KOUWENAAR - IRLANDA
Traduzione di Sàndor Kassa

 

Nessun commento:

Posta un commento