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sabato 9 febbraio 2013

VANGELO DEL GIORNO



Sabato 9 febbraio            
 S. Apollonia 
ERANO COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE.

Prima lettura  Eb 13,15-17.20-21

Fratelli, per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi. Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del san­gue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Salmo 22: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

IL VANGELO
 
Dal Vangelo secondo Marco  6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

LA NOTA ESEGETICA
E' l'unica volta nel suo vangelo che Marco dà il nome di "apostoli" ai discepoli inviati in missione, e il pone come soggetto del verbo "riunirsi attorno" a Gesù. Questi versetti fanno da transizione: non solo presentano l'operare degli apostoli simile a quello di Gesù (predicare/guarire e insegnare), ma preparano anche il racconto della moltiplicazione dei pani/pesci, con l'uso del verbo "mangiare" in un "luogo deserto".


IL COMMENTO SPIRITUALE      

La folla è spesso considerata una forza che si muove senza ragionevolezza. Fan­no paura, le folle: assaltano e distruggono, oppure sono manipolate da qualche imbonitore, abile nell'uso di qualche messaggio suggestivo. Le folle si muovono così perché cercano una via d'uscita alla loro condizione inferiore. «Sono come pecore senza pastore», osserva Gesù quando vede che la folla ha raggiunto lui e i suoi discepoli che s'erano ritirati per un po' di ristoro. Gesù non incita alla rivo­luzione, non guida le folle all'assalto della guarnigione, né al furto organizzato per espropriare i ricchi dei loro beni usurpati. Egli insegna loro «molte cose», rive­la cioè il disegno di Dio su ciascuno e su tutti. Chi aveva corso appresso a Gesù, sperando di raggiungerlo, avrà probabilmente obbedito al proprio istinto, senza pensarci troppo su. Sarà tornato a casa da uomo profondamente trasformato, non più in balia delle cose e delle situazioni, ma riedificato nella sapienza, accom­pagnato dal buon consiglio, con la mente e il cuore aperti dalla buona novella.

 IL TESTIMONE

Maria Orsola Bussone
Aveva detto: «Sarei disposta a dare la vita perché i giovani capiscano quanto è bello amare Dio». Maria Orsola Bus­sone nacque a Vallo Torinese (Prealpi piemontesi) il 2 ottobre 1954. Brillante studentessa, sportiva, era dotata di un carattere estroverso e gioviale, sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno. Nel 1967, colpita dalla spiritualità dei Focolari, si inserì tra i gen, i giovani del Movimento, che fiorivano proprio in quegli anni. Presto capì che «la chiave della gioia è la Croce» e prese un impe­gno: «amare, amare sempre, per prima, senza aspettarmi nulla, voglio lasciar­mi adoperare da Dio come vuole lui». Il suo modello: Maria. Incerto il futuro, anche se c'erano tutti i presupposti per una scelta di vita consacrata. Ma mentre partecipava ad un campo-scuola come animatrice, rimaneva fulminata da un phon difettoso. Giovanni Paolo II, a Tori­no nel settembre 1988, la additò ai gio­vani quale esempio luminoso dell'ac­cettazione della propria vita, come un dono ricevuto e non come un possesso egoistico. Nel 1997 è iniziato il suo pro­cesso di beatificazione.





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