Nel lontano Febbraio del 1991, il Consiglio Comunale deliberò, all'unanimità, di proporre palazzo Melzi quale sede della facoltà universitaria. Spettò alla Regione Campania individuare le città che avrebbero ospitato il secondo ateneo napoletano. All'epoca, l'amministrazione comunale profuse molto impegno nell'ottenimento di incontri con i parlamentare regionali e nazionali, finanche con il Presidente della giunta regionale, affinché venisse accolta la richiesta del comune.
Si scelse d’investire
in conoscenza e competenza, riconoscendoli quali punti fermi dai quali partire
per potersi inserire ed imporre nella società moderna e nel mondo lavorativo,
quali poli di formazione del senso critico necessario per snocciolare, e poter
meglio comprendere, i meccanismi reconditi della società.
Si scelse di investire sui giovani, per renderli protagonisti del loro futuro.
S’intuì
una verità fondamentale: investire nell'istruzione avrebbe prodotto il più alto
ritorno in termini sociali.
Maggiori investimenti in capitale umano avrebbero
ridotto la propensione al crimine, aumentato la partecipazione civica, condotto
a stili di vita più sani migliorando in maniera netta la salute, garantito opportunità
lavorative più soddisfacenti, un netto miglioramento della qualità della vita,
della stima di sé e della realizzazione personale.
L’istruzione,
quale palestra fondamentale di educazione alla legalità, avrebbe svolto svolto
una funzione cruciale di educazione e di formazione, che andava potenziata e
arricchita proprio per la missione sociale che avrebbe potuto ricoprire.
L’istruzione
avrebbe garantito alle nuove generazioni la libertà di poter decidere del
proprio futuro. Sarebbe stata lo strumento in grado di cancellare le
disuguaglianze sociali, rendere possibile il difendersi dalle ingiustizie e la comprensione
politica.
L’istruzione sarebbe stato l’impulso e la base per la crescita
personale e collettiva dell’intera comunità.
Si scelse di investire sui giovani, per renderli protagonisti del loro futuro.

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