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lunedì 2 giugno 2014

S.MARIA C.V. Le confessioni del pentito Antonio Iovine fanno tremare anche qualche politico della città del foro. Qui i fratelli sanciprianesi hanno fatto affari d’oro tra cimitero e dintorni





SANTA MARIA CAPUA VETERE. Uno degli imprenditori più citati nei primi racconti, fatti da Antonio Iovine ai magistrati della Dda, da neo pentito di camorra, è sicuramente il suo concittadino, di San Cipriano, Pasquale Mastrominico.
Distinguere il suono emesso dalle orecchie dei politici e dei colletti bianchi che, giustamente, se la fanno sotto da quando Iovine ha cominciato a parlare, è difficile riconoscere i suoni provenienti da S.Maria. Se la questione della imposizione dei servizi di mensa scolastica all’impresa direttamente nelle mani di O’ Ninn risale agli anni novanta ed eventualmente saremo pronti a riportare se la facilità con ci Iovine otteneva appalti a Santa Maria era legata a rapporti con i livelli politici o burocratici del Comune, la trama di Mastrominico, anzi dei Mastrominico, considerando anche i fratelli di Pasquale, si incrocia con quella politica della città del foro in anni molto più recenti che riportano direttamente alle amministrazioni comunali targate Enzo Iodice- Giovanni Campochiaro. 

I Mastrominico hanno dettato legge negli appalti del cimitero di S.Maria ma anche molti altri business hanno realizzato nella città.

Da domani in poi ricostruiamo questa trama non limitandoci alla enunciazione di fatti, tutto sommato noti, ma entrando nel dettaglio di quegli appalti e dei rapporti tra gli imprenditori di Antonio Iovine e le pubbliche amministrazioni di origine politica o burocratica di S.Maria C.V.


G.G.
PUBBLICATO su CasertaCE il 1 giugno 2014 ALLE ORE 19:25

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