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sabato 15 novembre 2014

Ma di silenzio s’ammanta anche la viltà o l’opportunismo. Ricordo di un Uomo

Oggi tutti ricordano di aver conosciuto l' arch. Di Patria, tutti lo stimavano, tutti riconoscono il suo grande valore culturale, intellettuale e morale, tutti, giustamente, si stringono alla famiglia, eppure tutti, indistintamente, lo hanno lasciato solo con le sue battaglie di civiltà e onestà. Noi lo vogliamo ricordare attraverso le sue parole e, presto, speriamo di vedere vinta l'ultima sfida dell' arch. Di Patria, la risoluzione dell' annosa questione Campo Sorbo. 



L'appello dell'arch. Di Patria a tutti coloro che..........                      (19/03/2009)
Lo sconcertante scomporsi e ricomporsi degli schieramenti politici cittadini in vista delle prossime elezioni amministrative, per qualche tempo ha impedito ai “non addetti ai lavori” finanche di capire “chi sta con chi ” e con quali obiettivi.
Ora sembra che le alchimie della politica hanno finalmente condensato due alternative pozioni da propinare a questa moribonda cittadina, le cui spoglie attendono solo di essere definitiva preda della speculazione forestiera.
A detta degli stessi proponenti però si tratta in entrambi i casi di una medicina amara, per cui agli elettori non resterebbe che scegliere il “male minore”.
Per chi, ancora una volta nel recente passato, caparbiamente si è speso, nel suo piccolo, a promuovere la costruzione di un’alternativa di rinnovamento capace di sottrarre questa cittadina al puntuale ricatto del “male minore”, l’unica cosa seria e dignitosa da fare al momento sarebbe tacere.

Ma di silenzio s’ammanta anche la viltà o l’opportunismo.

E allora, per non essere né vili né opportunisti, qualcosa bisogna pur dirla: e magari, senza essere oscuri e generici, dirla francamente e precisamente a qualcuno.

A tutti coloro che avrebbero potuto , ma non hanno voluto.

A tutti coloro che avevano le capacità intellettuali, gli strumenti e le condizioni materiali per impegnarsi, ma hanno preferito farsi da parte; a tutti coloro che sono rimasti inerti di fronte allo sfacelo dei partiti, ai quali per rassegnazione e per inerzia si sono continuati ad iscrivere, senza avere né il coraggio di uscirne, per andare a fare qualcosa di buono in altre forme, né, restandovi, di combattere una seria battaglia al loro interno per cambiarli; a tutti coloro che non hanno saputo o voluto prevedere che alla fine il degrado estremo delle vecchia politica ci avrebbe messi tutti di fronte alla  scelta capestro del “male minore”.

Ma anche a tutti quelli che recentemente, nel praticare forme diverse e nuove di attività politica al di fuori dei tradizionali partiti, hanno interpretato questo impegno come occasione di personale protagonismo, si sono compiaciuti di posizioni estreme e singolari, hanno fatto appassire qualcosa che pur avevano contribuito a far germogliare, e alla fine non sono andati d’accordo con nessuno e neanche con se stessi: fautori di  un’antipolitica intellettualistica e salottiera che banalizza e sottovaluta i problemi che dovrebbe affrontare la politica.

E a tutti coloro che si son lasciati scappare delle opportunità di partecipare, di contare mettendosi assieme, come gli veniva proposto, nel timore di restare irretiti in oscuri disegni, senza capire quanto, proprio con la loro partecipazione, avrebbero potuto contribuire per tempo a decantare situazioni e a sciogliere ambiguità.

E a tutti coloro che criticano ma non fanno, che si vantano della propria onestà di persone che si tengono alla larga “dalla politica”; che, a parole, vorrebbero una società più giusta e onesta, ma guai a toccare le loro comode posizioni di garantiti, i loro piccoli residuali privilegi.

A tutti costoro va detto :

ma che vi aspettavate?, chi vi avrebbe dovuto regalare quell’alternativa che voi non avete sentito l’obbligo o l’interesse a costruirvi?, chi dovrebbe preoccuparsi al posto vostro di restituire un ruolo positivo nel contesto territoriale a questa città parassitaria, attendista, opportunista, che non produce più nulla né di materiale né di culturale, che non sa scegliere cosa essere e lascia l’iniziativa ai forestieri?

Oggi c’è chi vi propone di difendere l’identità sammaritana dando la vostra preferenza ad uno schieramento di centrosinistra nel quale sembrano essersi rimessi assieme personaggi politici che fino a ieri hanno litigato; e chi dice al contrario che solo interrompendo quindici anni di insipiente governo di centrosinistra, allineandovi al centrodestra e alla strategia caldoriana di una Napoli egemonica, anche qui a Santa Maria C.V. si potrà riprendere la strada dello sviluppo e del progresso.

Ma voi sapete bene che le cose non stanno affatto in questi termini: sapete bene che la vera questione non è centrosinistra o centrodestra, ma quali uomini e con quali programmi ed obiettivi concreti governeranno questa città.

Ma ormai non vi resta altro da fare che scegliere tra quel che due bancarelle in concorrenza vi mettono davanti.

Oppure non andare a votare.

A voi sta bene così?

Forse perché tutto sommato avete una condizione economica che vi protegge alquanto dalla crisi, o una condizione professionale che vi mette al riparo dalle più violente scosse del “mercato”; fate lavori tranquilli e sicuri, a tempo indeterminato, con regolare contratto (magari statale) e godete di previdenza, assistenza ed accantonamento per il trattamento fine rapporto, e non vi riuscite ad immedesimare nella condizione di chi è costretto a lavorare in ben altre condizioni; di chi fino ad oggi ha prodotto beni e servizi materiali anche per voi, e di chi oggi è messo in condizione di non poter più neanche produrre, stroncato da concorrenza sleale, costi di gestione, sgambetti normativi che sembrano fatti apposta per favorire l’avanzata degli avventurieri, ed appesantiti dalla zavorra di una rendita parassitaria locale che ha soffocato chi vive del proprio onesto lavoro perché ha preferito intrecciare affari con chi maneggia soldi, molti soldi, qualsiasi ne sia la provenienza.

Non riuscite a vedere le difficoltà di quei ceti produttivi che si son viste sottrarre quote di mercato delle proprie attività artigianali e commerciali da parte di uno spregiudicato affarismo che trova compiacenti anche le istituzioni amministrative, che si è vista sottrarre spazio vitale dalla speculazione edilizia e dall’aggressività di imprese forestiere.

Non sapete vedere quanto è estesa quella parte di società civile locale, inerme ed incapace ormai anche di reagire e di protestare, sofferente per sfruttamento, sottoccupazione, disoccupazione, povertà, annichilita da un sistema di balzelli che fra poco comprenderà anche la “tassa sull’aria che respiriamo”.

C’è tanta gente che davvero non stava e non sta più, al di la della propria volontà, in condizione di poter “fare politica”, oppressa com’è dal quotidiano; gente che era e resta in attesa di una degna rappresentanza che altri avrebbero dovuto e potuto concorrere a dargli.

E magari proprio questi ultimi ora, di fronte all’aut aut del “male minore” si fanno venire i mal di pancia e si lamentano dell’estremo degrado della politica.

Per piacere, non vi lamentate. E soprattutto non sentenziate: lasciate che quella parte della società tradita dal vostro disimpegno segua la sua strada.



                                                                                                                     Alfredo Di Patria

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