L’appalto è il principale strumento di
attuazione delle politiche programmatiche di un’amministrazione comunale. Il ricorso
all’appalto è diventato oggi necessario e obbligatorio non solo per lavori di
urbanizzazione ed edilizia pubblica, ma anche per le acquisizioni di beni e
servizi, ed è per questo che dovrebbe essere uno strumento agile da utilizzare
per i nostri amministratori. Dovrebbe.
In realtà il settore degli appalti, già in
forte rallentamento a causa della crisi e fortemente penalizzato dai fenomeni
dell’illegalità, spesso deve fare i conti anche con la normativa vigente che,
al di là di qualche segnale positivo, pone molti problemi di attuazione
pratica. L’estrema complessità dell’espletamento delle gare riguarda, purtroppo,
l’ignavia della burocrazia ma anche delle imprese partecipanti che, spesso,
pregiudicano la possibilità di accedere addirittura alle risorse finanziarie
per l’appalto stesso, con evidenti effetti negativi gravanti sulla
collettività. In agguato, infatti, quando si gestiscono gare d’appalto di un
certo valore, ci sono sempre i ricorsi delle ditte escluse o perdenti che,
grazie ai propri avvocati e consulenti, avviano procedimenti di contestazione
dell’atto amministrativo, con conseguente ritardo di tutto l’iter del
procedimento affidato alla SUA.
Introdotta dal d.l.163/2006 e istituita con
la legge 136/2010, la Stazione Unica Appaltante è una centrale di committenza
che cura in totale autonomia l’aggiudicazione di contratti pubblici per la
realizzazione di lavori, la prestazione di servizi e l’acquisizione di
forniture per conto dell’ente comunale e di tutti gli organismi aderenti in
tutta la provincia. E’ possibile, quindi, immaginare quale notevole mole di
lavoro è ad essa assegnata al fine di assicurare la trasparenza, la regolarità,
l’economicità della gestione e di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose
nei procedimenti. Alla SUA è affidata
l’intera gestione della gara, dalla predisposizione del bando, alla
pubblicazione, il controllo delle offerte e, se tutto va bene, la proclamazione
della ditta vincitrice. Tutti passaggi molto delicati che possono pregiudicarne
lo svolgimento per un benché minimo intoppo e finire per essere oggetto di
contestazione.
E allora fermi. Per la mancanza di un
documento o per una riunione mal convocata. Fermi. Per una nota mal scritta o
la malattia del presidente della Commissione, tutto fermo. Risultato: soldi
disponibili, gare da perfezionare per un nonnulla, cantieri mai avviati.
A essere bloccate o a subire forti ritardi
alla SUA ci sono opere importanti, come i lavori di ristrutturazione della
scuola Principe di Piemonte, il servizio di refezione scolastica, il verde
pubblico, il recupero di palazzo Teti, la gestione dei parcheggi e delle aree
di sosta. Si parla di svariati milioni di euro che non si liberano ma anche di improrogabili
impegni e responsabilità verso la cittadinanza.
Sul tema degli appalti e delle misure
anticorruzione, lo scorso Febbraio è stato organizzato presso il Teatro
Garibaldi un incontro del presidente ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione)
Raffaele Cantone, con i sindaci della provincia di Caserta che chiedono a gran
voce di essere messi in condizione di poter disporre di strumenti anticorruzione
efficaci ed efficienti, a partire proprio dal potenziamento della Stazione
Unica Appaltante, onde evitare di ricorrere inevitabilmente ad una serie di urgenti
affidamenti a termine e proroghe dei servizi che finiscono per accumulare un
tempo addirittura maggiore della durata standard di un contratto a domanda
individuale.
Anna R.
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