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domenica 1 novembre 2015

Cavilli burocratici bloccano le gare d’appalto per decine di milioni di euro


L’appalto è il principale strumento di attuazione delle politiche programmatiche di un’amministrazione comunale. Il ricorso all’appalto è diventato oggi necessario e obbligatorio non solo per lavori di urbanizzazione ed edilizia pubblica, ma anche per le acquisizioni di beni e servizi, ed è per questo che dovrebbe essere uno strumento agile da utilizzare per i nostri amministratori. Dovrebbe.
In realtà il settore degli appalti, già in forte rallentamento a causa della crisi e fortemente penalizzato dai fenomeni dell’illegalità, spesso deve fare i conti anche con la normativa vigente che, al di là di qualche segnale positivo, pone molti problemi di attuazione pratica. L’estrema complessità dell’espletamento delle gare riguarda, purtroppo, l’ignavia della burocrazia ma anche delle imprese partecipanti che, spesso, pregiudicano la possibilità di accedere addirittura alle risorse finanziarie per l’appalto stesso, con evidenti effetti negativi gravanti sulla collettività. In agguato, infatti, quando si gestiscono gare d’appalto di un certo valore, ci sono sempre i ricorsi delle ditte escluse o perdenti che, grazie ai propri avvocati e consulenti, avviano procedimenti di contestazione dell’atto amministrativo, con conseguente ritardo di tutto l’iter del procedimento affidato alla SUA.
Introdotta dal d.l.163/2006 e istituita con la legge 136/2010, la Stazione Unica Appaltante è una centrale di committenza che cura in totale autonomia l’aggiudicazione di contratti pubblici per la realizzazione di lavori, la prestazione di servizi e l’acquisizione di forniture per conto dell’ente comunale e di tutti gli organismi aderenti in tutta la provincia. E’ possibile, quindi, immaginare quale notevole mole di lavoro è ad essa assegnata al fine di assicurare la trasparenza, la regolarità, l’economicità della gestione e di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose nei procedimenti.  Alla SUA è affidata l’intera gestione della gara, dalla predisposizione del bando, alla pubblicazione, il controllo delle offerte e, se tutto va bene, la proclamazione della ditta vincitrice. Tutti passaggi molto delicati che possono pregiudicarne lo svolgimento per un benché minimo intoppo e finire per essere oggetto di contestazione.
E allora fermi. Per la mancanza di un documento o per una riunione mal convocata. Fermi. Per una nota mal scritta o la malattia del presidente della Commissione, tutto fermo. Risultato: soldi disponibili, gare da perfezionare per un nonnulla, cantieri mai avviati.
A essere bloccate o a subire forti ritardi alla SUA ci sono opere importanti, come i lavori di ristrutturazione della scuola Principe di Piemonte, il servizio di refezione scolastica, il verde pubblico, il recupero di palazzo Teti, la gestione dei parcheggi e delle aree di sosta. Si parla di svariati milioni di euro che non si liberano ma anche di improrogabili impegni e responsabilità verso la cittadinanza.
Sul tema degli appalti e delle misure anticorruzione, lo scorso Febbraio è stato organizzato presso il Teatro Garibaldi un incontro del presidente ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) Raffaele Cantone, con i sindaci della provincia di Caserta che chiedono a gran voce di essere messi in condizione di poter disporre di strumenti anticorruzione efficaci ed efficienti, a partire proprio dal potenziamento della Stazione Unica Appaltante, onde evitare di ricorrere inevitabilmente ad una serie di urgenti affidamenti a termine e proroghe dei servizi che finiscono per accumulare un tempo addirittura maggiore della durata standard di un contratto a domanda individuale.
    
Anna R.

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